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Da "The Independent" - A cura di Andrea Andrei per Dagospia
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Sono anni che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, non fa che ripetere che la vera nonché prima minaccia da combattere è il terrorismo. Lo ha ribadito anche negli ultimi giorni, subito prima dell'escalation della crisi siriana.
Peccato però che Obama, manifestando l'intenzione di attaccare Assad, sia caduto inevitabilmente in una contraddizione che i suoi detrattori, c'è da scommetterci, non gli perdoneranno facilmente.
Come fa notare l'editorialista del quotidiano britannico "Independent" Robert Fisk, dichiarando guerra al regime siriano, Stati Uniti e Gran Bretagna si sono messe dalla parte di al-Qaeda, uno dei più feroci oppositori di Assad. Un'alleanza, continua ironicamente Fisk, che nessuno Stato occidentale né lo stesso gruppo terroristico ammetteranno mai, ma che si realizzerà nella sostanza.
Fra gli obiettivi che Obama ha intenzione di colpire nella sua "guerra lampo" contro la Siria non ci saranno infatti di certo quelli del Fronte al-Nusra, il gruppo di ribelli siriani legato ad al-Qaeda. «Perché il Pentagono non chiede un aiuto ad al-Qaeda?», provoca il corrispondente da Beirut dell'Independent, «potrebbe fornire un sacco di informazioni utili all'intelligence».
Considerazioni, quelle di Fisk, che già in molti condividono (soprattutto perché gli attentati a New York e Londra sono ancora molto vivi nella memoria) e che di certo contribuiscono a gettare altre ombre su un intervento armato che a quanto pare nemmeno gli Usa vorrebbero che degenerasse in un'altra guerra stile Iraq.
Non solo: Fisk ricorda anche i precedenti scontri militari fra Siria e Usa. Nel 1983 gli americani avevano intenzione di bombardare delle basi missilistiche siriane, proprio come oggi. La contraerea di Damasco rispose (grazie alle armi fornite dalla Russia): il conflitto si concluse con due aerei statunitensi abbattuti, un soldato ucciso e un altro fatto prigioniero.
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