MAREMMA MARINA! E’ L’“EREDE DESIGNATA” LA QUINTA COLONNA DELLE COLOMBE AD ARCORE

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Tommaso Labate per "Corriere della Sera"

«La nostra famiglia sta già pagando un prezzo troppo alto. Pensiamo bene alle mosse che facciamo». Più convincente di Gianni Letta, più incisiva di Fedele Confalonieri, più pressante di Ennio Doris. La persona che più di ogni altro sta insistendo con Silvio Berlusconi perché ci si muova «con cautela» e con un occhio alla «stabilità» del Paese è proprio la sua primogenita, Marina.

La donna che i «falchi» del partito già vedevano pronta a raccogliere il testimone politico del padre. La donna che invece smentisce un suo futuro in politica e, al contrario, rimane concentrata sul suo lavoro.

Perché se è vero che in queste ultime settimane di passione il Cavaliere s'è affidato anima e corpo a un solo organismo - quel «consiglio di famiglia» allargato agli amici di una vita, che ad Arcore è riunito in seduta permanente - è altrettanto vero che, per comprendere le mosse berlusconiane, occorre fare un passo indietro a venerdì scorso.

Ventiquattr'ore prima del vertice con lo stato maggiore del Pdl, infatti, Berlusconi ha parlato con tutti i figli. Da Marina a Luigi, l'ultimogenito che sta vivendo con le maggiori ansie il clima di incertezza che si respira intorno alla sorte del padre.

Passando per Pier Silvio, Eleonora e Barbara. Sempre venerdì ha fatto un punto della situazione con Letta, discusso con Confalonieri, ascoltato le perplessità del numero uno operativo di Mediolanum Ennio Doris, che nella cerchia ristretta è il più accanito difensore dell'ipotesi di «non staccare la spina al governo Letta».

Tutti i componenti del «consiglio di famiglia», ovviamente, convergono sul fatto che «la priorità» è il «bene» di Berlusconi stesso. E tutti si rimettono a lui sulle scelte che andranno fatte in prospettiva. Ma è proprio Marina, sorprendentemente ma neanche troppo, a dare man forte alla prudenza di Letta, Confalonieri e Doris. «Stiamo già pagando un prezzo troppo alto. Pensiamo bene alle mosse che facciamo».

La questione affrontata rimanda sia alle possibili tempeste che si abbatterebbero sui mercati qualora Berlusconi mettesse in crisi l'esecutivo. Sia al possibile incrinamento dei rapporti tra l'impero televisivo del Cavaliere e le grandi imprese anche internazionali, che soffrirebbero di quel clima di instabilità. La parola che domina il consiglio di famiglia di venerdì scorso, insomma, è «prudenza». E a pronunciarla con più forza è proprio Marina.

E così sabato, quando ad Arcore arriva lo stato maggiore del Pdl, Berlusconi fa un accenno ai rischi dei mercati. «Ma il tema dello spread verrà sempre fuori. Ricordiamoci quello che accadde prima dell'arrivo di Monti», è l'obiezione di Brunetta. Si passa oltre. E il Cavaliere lascia intendere che l'unica paura che non ha è proprio quella del confronto con gli elettori. «Letta lo sconfiggo. E anche con Renzi sono testa a testa...».

Ma è lunedì che gli oscuri presagi paventati nel «consiglio di famiglia» di venerdì si mostrano nella loro rappresentazione plastica. Il Cavaliere assiste al crollo di Mediaset e Mediolanum in Borsa. E corre ai ripari con la nota «anti-falchi» che dà un po' di respiro al governo. «Adesso vediamo di chiudere bene la faccenda dell'Imu», è l'ordine di scuderia affidato ai suoi. Non vuole sentire passi indietro, su quella tassa. Anche perché dai gruppi parlamentari gli hanno detto che «la copertura dell'abolizione ci sarebbe» e che «va trovata nell'emendamento Tremonti-Calderoli-Sposetti», approvato a giugno.

La tensione rimane alta. «Voglio vedere che succede sull'Imu e come si comporteranno sulla decadenza», ha detto ai suoi. Una cosa non teme. Lo «smottamento» al Senato di fronte al Letta bis. «Nessuno tradirà. Ho chiesto a Schifani e lui mi ha rassicurato», ha spiegato in una delle telefonate di ieri.

Il futuro è sempre incerto. E nella marcia di avvicinamento al 9 settembre non si possono neanche escludere ripensamenti su quella presentazione di una memoria difensiva nella Giunta del Senato (c'è tempo fino a mezzanotte) finora sempre esclusa. «Non voglio che i miei figli vengano trattati come figli di un condannato», ripete sempre.

L'ex moglie Veronica, come ha scritto ieri sul Messaggero Maria Latella, è tornata a farsi sentire con lui e potrebbe stargli accanto anche nel caso in cui arrivino gli arresti domiciliari. Il «consiglio di famiglia», arginate per ora le polemiche tra falchi e colombe, torna ad avere la sua centralità. E, quale che sia la strada che il Cavaliere deciderà di imboccare, sarà l'unico organismo che avrà un peso sui suoi movimenti. L'unico.

 

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