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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
Francesco Grignetti per "la Stampa"
Lo accusano di avere truccato i conti, creando una sfilza di scatole cinesi che servivano a nascondere i soldi ricevuti dallo Stato. E lo accusano di avere frodato sui lavori. Da ieri, il costruttore Francesco Bellavista Caltagirone è nuovamente in carcere. Questa volta su ordine del tribunale di Civitavecchia. In Liguria lo avevano scarcerato nel dicembre scorso dopo quasi nove mesi di detenzione per lo scandalo del porticciolo di Imperia. E il gip Chiara Gallo usa parole pesantissime: «La frode ai danni degli interessi pubblici sembra rappresentare il perno della [sua, nda] politica imprenditoriale».
Per costruire il nuovo porticciolo di Fiumicino, che doveva essere un fiore all'occhiello della capacità ricettiva nazionale, 1500 posti barca da piazzare a caro prezzo, aveva incassato 400 milioni, ma ne avrebbe spesi a malapena 100. Ovviamente a scapito della qualità del prodotto. Vedasi le sottofondazioni dei moli che sono state sostituite in qualche caso con un esile foglio di plastica. E forse neanche quello, visto che ai carotaggi di prova, da sotto le costruzioni è venuto fuori limo (che non doveva esserci) e non nylon (che era quanto dichiarato).
La storia delle sottofondazioni ha già fatto sobbalzare i periti. Secondo il contratto con la Regione Lazio, che è l'ente che ci mette i soldi e resta proprietaria dell'opera, il nuovo porticciolo di Fiumicino doveva essere un'opera eterna. I tecnici hanno scoperto con raccapriccio che sotto i moli invece le sottofondazioni non ci sono, sostituite unilateralmente con un telo di geotessuto. E il mare può mangiarsi il porto in tempi brevi.
Nel progetto era prevista anche un'imponente massicciata di protezione contro i flutti. Non c'è. Ci sono invece «elementi strutturali deteriori» e per di più in «disorganica distribuzione». E poi erano previste costose opere murarie da realizzare in mare. Non hanno fatto neanche quelle.
Risultato: alla prima mareggiata, il 31 ottobre scorso, il porticciolo, neppure terminato, ha già cominciato a sprofondare. C'è agli atti un'amara comunicazione della Capitaneria di Porto al magistrato, che segnala «un evidente degrado con sprofondamento della zona terminale del molo del realizzando nuovo porto turistico». Non si meraviglierà certo il perito del tribunale, l'ingegner Pietroantonio Isola, che aveva segnalato: «La situazione può degenerare sino a mettere a repentaglio la stabilità del corpo diga».
I lavori svolti allegramente dalle società di Bellavista Caltagirone sono però soltanto la faccia più evidente della medaglia. C'era una faccia nascosta che ha impegnato a lungo gli investigatori della Guardia di Finanza. Alla fine hanno scoperto che una bella fetta di quei soldi, pari a 35 milioni di euro, sono finiti sui conti di due società cipriote, che nella sostanza sono riconducibili all'arrestato.
Angelo Bonelli, il segretario dei Verdi, che questa zona la conosce bene, intanto protesta perché la zona è in totale abbandono, i cittadini ci hanno rimesso un chilometro di litorale, e si chiede «quante sono in Italia le opere "urgenti e indifferibili" realizzate con la stessa logica».
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