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donald trump con la figlia ivanka seduti su due pappagalli che si accoppiano
Vittorio Zucconi per “la Repubblica”
Il Bello, il Bullo e il Pio, ovvero i tre repubblicani Rubio, Trump e Cruz escono avvinghiati dalle pianure dello Iowa e portano in queste ore nel New Hampshire il triangolo di una mischia che per qualcuno di loro potrebbe già diventare mortale. La battaglia per strappare l’investitura del Partito che fu di Reagan e dei Bush cambia radicalmente la scenografia geografica, demografica e politica nel grande mosaico della repubblica nordamericana.
Il vertice del triangolo è il campione della Destra Cristiana, Ted Cruz, il figlio di un pastore protestante che due anni fa presentò ai leader delle potenti comunità religiose in una chiesa dell’Iowa il figlio, imponendogli le mani e battezzandolo come il politico in missione per conto di Dio.
Unariamente detestato dai colleghi senatori, oratoria meccanica e stridente da avvocato quale era, Cruz ha saputo opporre la croce alle falangi secolariste del newyorchese Donald Trump, frettolosamente e poco credibimente convertito negli ultimi giorni. Fino alla partecipazione a una funzione religiosa culminata in un sermone sulla virtù dell’umiltà che Trump commentò con un esemplare ossimoro trumpista: «Sono io l’uomo più umile del mondo».
Ma il piano di battaglia di Ted Cruz, messo a punto nel suo quartiere generale del Texas del quale è senatore studiando Von Clausewitz e Sun Tzu e realizzato con 150mila volontari casa per casa e 1.900 suoi rappresentanti spediti in tutti i caucus, le assemblee, non funzionerà necessariamente in New Hampshie. Gli eredi dei Puritani del New England, negli Stati della costa atlantica settentrionale, sono quanto di più diverso si possa immaginare dai devoti farmer della Prateria.
dibattito las vegas cruz trump
Stato di enormi sobborghi dormitorio in crescita nel Sud che gravitano attorno a Boston e nel Nord punteggiato di minuscoli villaggi risucchiati dal fascino verde e nevoso del Vermont, i suoi abitanti sono conservatori, ma non bigotti, libertari e fortemente indipendentisti come vuole il motto dello Stato, “Vivi Libero o Muori”, orgogliosi della loro capacità di ribaltare i risultati prodotti dal lontano e odiato Iowa. Forse per vendicarsi d’avere perduto la primogenitura delle Primarie, strappata a loro dai due partiti e consegnata allo Iowa. Fu il New Hampshire che salvò Clinton dal pozzo dove l’Iowa l’aveva gettato nel 1992.
È nel duello tra il pupillo della Destra Cristiana e il formidabile bullo della Religione Secolarista dell’eccezionalismo materialista americano, The Donald, che il Terzo Uomo, Marco Rubio, spera di intrufolarsi. Dei tre, sicuramente il più telegenico, meno urticante dell’arrogante avvocato o dell’istrionico miliardario, è il più vicino alla tradizione Repubblicana, ripresentata in salsa latina.
Coetaneo di Cruz, che ha appena sei mesi più di lui,40enne e più presentabile del fanatico crociato o del bullo Trump, Rubio è destinato a prendere il posto lasciato vacante dai Bush, miserevolmente caduto prima ancora di cominciare a correre, nel cuore non solo dell’establishment del Partito, ma dell’elettore bianco di classe media, delle soccer mom, delle mamme che vagano nei sobborghi accudendo ai figli e lavorando, dei finanziatori bruciati dalla nullità Jeb Bush.
E su di lui, colpevole, agli occhi degli estremisti, di avere cosponsorizzato una legge che tentava di legalizzare gli immigrati senza documenti poi rinnegata, non pesano quei dubbi costituzionale che invece fanno ombra a Cruz, nato cittadino americano, ma in Canada, a Calgary.
Un problema, per la Costituzione che chiede non solo la cittadinanza per sangue, ma anche per luogo e che Trump tornerà a usare. Come ha fatto, invano, in Iowa, dove faceva tallonare l’avversario da un attore vestito da Giubba Rossa, come la famose Guardie a Cavallo canadesi. Tanto per rammentare.
marco rubio stivaletti col tacco
Da una lotta nel cuore della Grande Prateria, il triangolo repubblicano si sposta alla battaglia nei sobborghi, dove il Vangelo più letto è il codice fiscale e le citazioni bibliche pesano meno del parere del fiscalista. E in questo terreno Trump, che parla il linguaggio del denaro, potrebbe trovare più ascolto, anche tra i pronipoti di Puritani che avevano da bravi calvinisti, a dispetto della loro fama di moralisti, un occhio attentissimo alle finanze e all’economia.
I sondaggi, sia tra i democratici sia tra i repubblicani, danno indicazioni proibitive per gli inseguitori, assegnando a Trump tra i Repubblicani e a Sanders, figlio del vicino Vermont anche se in realtà venuto da Brooklyn come il suo pesantissimo accento rivela, più di 20 punti percentuali di vantaggio.
marco rubio council foreign relations
Ma scommettere sugli umori di questo Stato, così demograficamente e socialmente diverso dall’Iowa, ma ancora etnicamente candido come il suo panorama invernale con appena l’1,3% di afroamericani, è sempre un rischio. Qui si voterà davvero per la prima volta, senza le stranezze delle assemblee, dei bigliettini, delle monetine per assegnare delegati, dei gruppi raccolti nelle palestre sotto le insegne del proprio leader come legionari senza preiscrizioni, dunque permettendo a chiunque di votare per chi vuole anche nel partito opposto.
marco rubio beve dalla bottiglietta
Solo se Trump dovesse essere battuto ancora, lui che ha fatto del mito del winner il credo fondante della propria mistica, il New Hampshire potrebbe essere decisivo e sgonfiare la sua cotonatura arancione. Ma per Cruz e per Rubio tutto sarà rimandato al tepore del Sud, a quella South Carolina dove la croce tornerà a parlare. E a dire se i Repubblicani vorranno andare alla sfida finale di novembre guidati da un Bullo, da un Bello o da un Pio.
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