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CLIC. CHI HA SPENTO LA LUCE A PIAZZA NAVONA? SOLO LA FACCIATA DELLA CHIESA DI SANT’AGNESE ILLUMINATA NELLA NOTTE. TURISTI E ROMANI SI MUOVONO COME OMBRE: “SEMBRA UNA PIAZZA MORTA” - DAL CAMPIDOGLIO FINORA NESSUN PIANO DI INTERVENTO...

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Paolo Boccacci per “la Repubblica - Roma”

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Quando cala la sera diventa il paese delle ombre. I turisti che sciamano sembrano figurette nere e le sculture giganti dei profili scuri. Insomma piazza Navona, una delle cartoline di Roma famose in tutto il mondo, affonda nel buio con la grande fontana disegnata dal Bernini, i suoi giganti dei fiumi e le altre due, del Moro e del Nettuno, con i venditori ambulanti di quadri, con i disegnatori di ritratti.

 

Tutto sprofonda nell’ombra illuminata solo dalle fioche luci giallastre di undici lampioni che si alzano intorno al marciapiede centrale e da piccole lampade tonde che sembrano come galleggiare nell’acqua delle vasche.

 

Mentre intorno si alzano le lingue di fuoco delle stufe dei dehor dei bar e dei ristoranti e la facciata di palazzo Madama che spunta di lato al confronto sembra un lunapark di luci. Non solo.

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Paradossalmente, oltre alla facciata di Sant’Agnese del Borromini rischiarata da un velo di luce, le uniche fonti luminose che si notano sono i fari modello lampare dei banchetti dei caldarrostai da dieci euro al cartoccio e la gigantesca pubblicità di Laboratori italiani, un immenso cartellone che scende al centro da un palazzo in restauro.

 

È una sera di una giornata d’inverno a piazza Navona, una come tante. Perfino il ballerino di strada che mima i gesti frenetici di Michael Jackson si agita al buio, circondato da un gruppo di turisti che assiste allo spettacolo. E anche il suonatore di chitarra su una panchina che intona le note di Hey Jude è avvolto dalla notte.

 

«Sì, qui non c’è luce» si lamenta una cinquantenne greca seduta con la figlia davanti a una delle due fontane più piccole. «Ce lo chiedono sempre i francesi che vengono a mangiare», racconta un cameriere del Caffè Nettuno. «Dicono: come mai la piazza è così buia? L’avremo ripetuto migliaia di volte ma non si fa niente».

 

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«A parte il fatto che non si possono ammirare bene nemmeno le sculture della fontana del Bernini, quelle del Danubio, del Gange, del Nilo e del Rio della Plata, neppure da vicino» spiega Mira che accoglie i visitatori all’ingresso del museo dello Stadio Domiziano.

 

«Spesso è talmente buio che la gente quando ti passa vicino fa pure fatica a riconoscerti». «Troppo nell’oscurità, i clienti dicono che la sera sembra una piazza morta» dice la commessa orientale di un negozio di pelletteria.

 

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Insomma, visto da qui lo splendore di Fontana di Trevi, della Barcaccia di piazza di Spagna e ora anche della Fontana dei leoni di piazza del Popolo sembrano appartenere a un altro mondo, pallidamente imitati solo dalle stelline d’oro che brillano e addobbano il caffè Domiziano e dagli archi illuminati del ristorante Vacanze romane. Per non parlare delle pubblicità di un negozio di gelati con grandi coni di tre colori.

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