RENZI PIGLIATUTTO - BELPIETRO: “IL PREMIER HA SCIPPATO PADOAN. LA CDP, L’ENI, LE POSTE E LA RAI NON DIPENDERANNO PIÙ DAL TESORO, MA DA LUI. COSÌ, INVECE DI FAR USCIRE LO STATO DALLE GRANDI AZIENDE, CI ENTRA DIRETTAMENTE RENZI”

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Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano”

 

BELPIETROBELPIETRO

Matteo Renzi ha 851 mila amici su Facebook, ma a quanto pare nessuno a Bruxelles. Non si spiega altrimenti la freddezza con cui i cosiddetti partner europei accolgono ogni sua proposta. Il presidente del Consiglio appena apre bocca per chiedere qualcosa viene infatti subito impallinato dal politico di passaggio dalle parti della Ue. L'ultimo è Pierre Moscovici, un francese considerato una colomba fra i commissari di Bruxelles. Anzi. Il nostro premier in principio lo riteneva una specie di alleato, tanto da averne favorito l'ascesa al vertice.

 

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«Con lui a capo degli affari economici sarà più facile ottenere un allentamento dei cordoni della borsa», confidava all' inizio del 2014 agli amici, quando era ancora convinto d' aver stretto un patto di ferro con Francois Hollande. In realtà qui l' unica cosa stretta che si vede è il guinzaglio intorno al collo dello stesso Renzi, il quale, se l' Europa continuerà a stringere, finirà impiccato. E noi con lui.

 

Ma che cosa ha detto Moscovici, ossia il presunto sponsor delle politiche renziane, di così duro? Che l' Italia - cioè il suo capo di governo - deve smettere di criticare l' Unione, perché è il Paese che ha avuto di più. Come dire: abbiamo già dato, ore siete voi a doverlo fare. Che perfino un tizio ritenuto un portatore di ramoscelli d'ulivo sostenga tesi del genere, liquidando le aspettative romane, la dice lunga non solo sul clima che regna in Europa su di noi, ma soprattutto dimostra il numero di amici che fuori da Facebook si è fatto il premier.

RENZI HOLLANDE EXPORENZI HOLLANDE EXPO

 

«L'Italia è il solo Paese dell' Eurozona che ha domandato più tipi di flessibilità», è la risposta di Moscovici, il quale dice di parlare volentieri sia con Renzi che con Padoan, ma questa è la sola concessione in una pagina di intervista rilasciata ieri al corrispondente de La Stampa. Insomma, picchiare i pugni sul tavolo non pare aver aiutato molto il nostro Paese se perfino uno moscio come Moscovici non si spaventa ma alza le spalle per dire che il conflitto non serve a niente, se non ad inasprire gli animi.

 

PIERRE MOSCOVICIPIERRE MOSCOVICI

La sensazione è che a Bruxelles e dintorni il premier sia piuttosto isolato e non ci sia alcuna speranza per le idee di maggior flessibilità contabile da lui proposte per dare una scossa alla nostra economia. Tradotto, Renzi deve arrangiarsi a cavare da solo le castagne dal fuoco, perché se spera che dai partner europei arrivi un aiutino sbaglia di grosso. Nonostante la forte propaganda di cui gode in Italia, il capo del governo in Europa non sembra beneficiare di molto credito. Anzi: se all'inizio ne aveva un po', anche perché si presentava come un giovanotto in grado di muovere le acque di uno stagno, ora sembra aver perduto anche quello.

 

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Sarà un caso, ma più aumentano le difficoltà per l' esecutivo (ieri l'Istat ha fornito i dati in calo della produzione industriale, un segnale che va in controtendenza rispetto alla story telling di Palazzo che vorrebbe il Pil in crescita) e più Renzi tende ad alzare i toni e soprattutto ad arroccarsi. Da tempo ha espropriato gran parte dei poteri del ministero dell'Economia, trasferendo la Ragioneria generale dello Stato e altri uffici direttamente sotto il controllo di Palazzo Chigi, quasi non si fidasse dei tecnici di via XX Settembre.

 

RENZI MERKELRENZI MERKEL

Ora addirittura ha scippato a Pier Carlo Padoan le società pubbliche. La Cassa depositi e prestiti, l'Eni, le Poste e la Rai non dipenderanno più dal Tesoro, ma direttamente da lui. Così, al contrario di quanto ci si aspettava, si registrerà una novità: invece di far uscire lo Stato dalle grandi aziende, ci entra direttamente Renzi, il quale dopo anni di discussione sull' autonomia della Tv pubblica si trasforma nel vero e indiscusso padrone di viale Mazzini, come mai, neppure ai tempi della Dc, era accaduto.

 

Se poi, come pare, i consigli di amministrazione delle società pubbliche verranno liquidati per sostituirli con un amministratore unico, sarà come avere Renzi direttamente alla guida dei Tg, della Cdp e di tutte le altre aziende coinvolte nel terremoto.

RENZI INSTAGRAM renzi al telefono con la merkelRENZI INSTAGRAM renzi al telefono con la merkel

 

A tutta prima verrebbe voglia di esprimere solidarietà al ministro Padoan, che da un paio d'anni è tenuto in ostaggio dal capo del governo e costretto a fare da scudo umano alle follie di Palazzo Chigi. Ma forse, più che a salvare il soldato Pier, conviene pensare a salvare i nostri risparmi, sempre più a rischio con l'isolamento del nostro presidente del Consiglio.

 

L'altro ieri i sondaggi hanno dato in calo fra gli italiani la sua stella, ma adesso sembra tramontare anche quella che avrebbe dovuto risplendere in Europa. Gli elettori che gli credono sono sempre di meno e così pure i funzionari di Bruxelles, i quali sulle sue promesse iniziano a fare la tara. E con questo biglietto da visita, Renzi si prepara a incontrare la Merkel. Ne vedremo delle belle. O per meglio dire, delle brutte.