“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Claudio Antonelli per ''La Verità''
Fra meno di due settimane Angelo Caloia, per quasi 20 anni al vertice dello Ior, la banca del Vaticano, andrà a processo. Le accuse nei suoi confronti sono autoriciclaggio e peculato, per fatti avvenuti tra il 2001 e il 2008, quando il presidente dell' Istituto opere religiose avrebbe gestito la dismissione di una parte del patrimonio immobiliare.
Al banchiere, così come al direttore generale dell' epoca (oggi deceduto) Lelio Scaletti, e allo storico avvocato di Caloia, Gabriele Liuzzo sono contestati danni patrimoniali superiori ai 50 milioni di euro.
L' inchiesta è partita all' inizio del 2014, in piena rivoluzione bergogliana, ma solo venerdì - come riportato in breve dall' Avvenire - ha visto una improvvisa accelerazione. Con un aspetto politico non certo irrilevante. A darne notizia è stato lo stesso Ior, che ha pubblicato sul proprio sito una nota ufficiale.
Angelo Caloia ex. Presidente IOR
Pur non nominando Caloia, l' istituto fa presente che si tratta si «un importante passo» che conferma, «ancora una volta, l' impegno profuso negli ultimi quattro anni dal management dello Ior, per attuare una governance forte e trasparente nel rispetto dei più rigorosi standard internazionali e la volontà dell' Istituto di continuare a perseguire, attraverso il ricorso alla giurisdizione civile e penale, qualunque illecito ovunque e da chiunque commesso ai suoi danni».
Non fosse chiaro il concetto, la banca del Vaticano ha pure deciso di costituirsi parte civile con l' ex presidente. La nota sbandierata ai quattro venti non è un dettaglio. Per uno Stato come il Vaticano non è per nulla scontato lavare i panni sporchi (sempre che di questo si tratti) al di fuori delle mura. È chiaro che papa Francesco ha deciso ancora una volta di tirare una linea definitiva con il passato. Non sappiamo ancora come sarà lo Ior del futuro, ma con il rinvio a giudizio è definitivamente terminata un' era. Quella che per oltre 20 anni ha collegato il Vaticano con la finanza cattolica italiana.
Quando, nel 2014, Caloia è finito sotto i riflettori per l' avvio delle indagini vaticane, il banchiere si era trovato a dare le dimissioni da una serie di incarichi di peso. All' epoca era vicepresidente di Fideuram, l' allora istituto di private banking di Intesa, e consigliere di amministrazione del Banco di Napoli. Poi occupava anche poltrone, come dire, un po' più dietro le quinte, ma comunque molto rilevanti.
papa francesco barzellettiere 3
«Per esempio era presidente della Sirefid», commentava nel 2014 La Notiziagiornale, «la più importante fiduciaria del colosso bancario nata nel 1973 e successivamente cresciuta a suon di fusioni. A partire dagli anni 2000, per dire, ha incorporato altre fiduciarie come Italfid e Iaf-Istituto fiduciario spa. Fino ad arrivare, nel 2009, all' integrazione con la Sanpaolo Fiduciaria». Caloia era anche presidente della Société Européenne de Banque Sa, una controllata lussemburghese che si occupa di gestione dei patrimoni.
«E che a sua volta controlla un' altra società lussemburghese che si chiama Lux gest asset management, focalizzata sugli investimenti. Insomma, da tutto questo bendidio», concludeva La Notiziagiornale, complice l' inchiesta vaticana a cui è sottoposto, Caloia alla fine ha dovuto affrancarsi».
PAPA BERGOGLIO CON I GIORNALISTI
La notizia del rinvio a giudizio del banchiere cattolico, tanto più cucinata così a freddo, avrà sicuramente colpito due protagonisti della finanza e della politica italiana. Il primo si chiama Giovanni Bazoli, amico di vecchia data di Caloia e per anni frequentatore del gruppo Cultura etica finanza, giusto per citare l' etichetta (di Fideuram e Intesa abbiamo scritto sopra).
Il secondo nome da citare è quello di Romano Prodi, ancora attivo nell' agone politico. Non bisogna infine dimenticare che l' ex banchiere dello Ior in gioventù fu anche segretario regionale della Democrazia cristiana, oltre che ordinario alla Cattolica. Con tale background e passaporto, Caloia nemmeno oggi può essere considerato un personaggio a se stante, ne consegue che le scelte di papa Francesco sono precise e mirate.
GIOVANNI BAZOLI E ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE
Al di là delle accuse e di fatti che potevano essere affrontati in altro modo, Bergoglio ha deciso di tagliare del tutto i ponti con la storia cattolica di questo Paese. Sta avviando accordi internazionali rivoluzionari (vedi quello con Pechino) forse vorrà utilizzare lo Ior per nuove avventure.
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