DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Malcom Pagani per il "Fatto quotidiano"
In vent'anni di onorato sacerdozio, Donald J. Harrington, reverendo e guida spirituale della St. John's University, non aveva mai accarezzato il miracolo della paternità . Sperò nella continenza verbale dell'ospite e poi vinto, vestito come il massone di Corrado Guzzanti (medaglie, mantello rosso, stelle al petto), si abbandonò alla mistica di Silvio: "Da oggi mia figlia Eleonora ha due padri. Il legittimo e il grande Mr. Harrington".
Settembre 2009. New York, Queens. Imbarazzi, sorrisi di plastica, terrore. Berlusconi abbracciava chiunque e posava felice nel Paese delle opportunità . La patria di indimenticabili apologie della bandiera Usa a Camp David: "I consider this flag non only the flag of a country, but a universal message of freedom and democracy", con i giornalisti a ridere e George W Bush ferocemente coloniale: "Il tuo inglese è molto buono". Il suolo del suo "abbronzatissimo" amico "Mr. Obamaaaaa". Quale migliore occasione della laurea di Eleonora per rafforzare l'amicizia?
Nell'angolo, infatti, a imperitura gratitudine per aver consacrato in "business management" l'erede, un pensiero, una sciocchezza, un piccolo manifesto di eleganza in stile Silvio. Due statue, a una prima parziale osservazione, stanche imitazioni della Paolina di Canova, con un bel timbro sobrio, in scala uno a uno. Il logo della Presidenza del Consiglio, per un "presente" disinteressato, stampato alla base. "In occasione della laurea di Eleonora Berlusconi. Il primo ministro".
Tanto perché chi si trovi a passare, alla pari del Fantozzi genuflesso di fronte al monumento della madre del santo direttore nei suoi film, sappia e non ignori che in Italia, un paese povero, lontano e disgraziato, vive e prospera un uomo buono e generoso, colto e appassionato d'arte, capace di organizzare un trasporto eccezionale in poche ore, pagando (non dubitiamo) di tasca sua e non utilizzando per la trasvolata di statue e basamenti, alcuna risorsa statale. Berlusconi all'epoca della visita profittò di una pausa nella sessantaquattresima sessione plenaria delle Nazioni Unite, ma non volle privare il suo staff "italian dignitaries traveling with prime minister" (la generosità o è assoluta o non è) della visita "pastorale".
Oggi Eleonora è tornata. Di lei, nel contesto del St. John, rimangono le foto nei corridoi, il sollievo del reverendo Harrington: "Siamo stati onorati di averti come allieva", una partitura incompleta per una parata di regime più simile all'America di Alberto Sordi che a quella di uno statista e altri scatti, al bianco marmo. Anni fa, in Costa Smeralda, un imitatore di Berlusconi acquistò una villa nei pressi di Villa Certosa. Entrato, vi trovò decine di preziose sculture lignee di Mario Ceroli. "Ma che è âsto legnaccio? Accendi er foco va".
Berlusconi non brucia nulla, neanche le occasioni private, i consessi di famiglia o le celebrazioni nei campus oltre Atlantico. Mette la sua firma, quella dell'ente che rappresenta e parte. Al regalo, si tratti di una macchina, una farfallina o un orologio del Milan, Silvio non sa resistere. Alla St. John's offrì statue di incerta provenienza. Forse prelevate, in spregio alla scaramanzia dal mausoleo di Cascella sito in Arcore, forse commissionate a Carrara, forse altrove.
Forse, forse, forse. Dopo anni di regali anonimi o seriali, queste esaudite, telefonate a Pingitore estorte dalle ragazze di passaggio, lettoni allargati, conversazioni registrate nell'intimità e annoiate, caste serate davanti alla tv, finalmente il cinema. Quello proiettato alla St. John's, tra ombre, luci e sublimi pacchianeria, ha qualcosa di felliniano.
A sinistra sarebbero andati a una mostra, nei salotti avrebbero storto il naso, a destra chissà . La nave va, la città delle donne si è svuotata e la crosta di Paolina in un corridoio yankee osserva malinconica. Le tette in vista, lo sguardo in basso, un velo di mestizia. "Silvio, perché mi hai abbandonata qui? Torna a prendermi, sigillami, voglio svernare ad Arcore". Harrington, dicono, non si opporrebbe. Il presidente, in fondo, non presiede più.
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