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BERLUSCONI AVVELENA I POZZI: CERCA UN PAPA STRANIERO DA CANDIDARE A PREMIER DEL CENTRODESTRA – E STRIZZA L’OCCHIO AL TECNICO MULTIUSO CARLO CALENDA SE L’INTESA CON LA LEGA NON DECOLLA – IL MINISTRO PARIOLINO, IN ROTTA CON RENZI, DICE: IL PD NON E’ CASA MIA ED ACCETTA LE AVANCES DEL CAV

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Carmelo Lopapa per la Repubblica

 

CARLO CALENDACARLO CALENDA

Una guida moderata per il centrodesta. Si chiama Carlo Calenda l' ultima tentazione di Silvio Berlusconi. Il ministro dello Sviluppo economico che non perde occasione per prendere le distanze da Renzi - che pure lo ha promosso e voluto al governo - il "tecnico" che ha bocciato gli 80 euro, che ha stroncato il voto anticipato a giugno, che dopo il referendum ha perfino accusato l' ex premier di «aggressività» politica, e che ora cerca "casa" politica.

 

Il leader di Forza Italia lo conosce, lo stima, ha molto apprezzato la difesa a spada tratta a gennaio di Mediaset finita sotto l' attacco dei francesi di Vivendi. Per adesso l' operazione tuttavia si muove tutta sotto traccia. Il Cavaliere da una parte lavora per tenere unita la coalizione di centrodestra - come ha confermato mercoledì nel colloquio con Matteo Salvini - dall' altro guarda ben oltre.

 

CARLO CALENDA MATTEO RENZICARLO CALENDA MATTEO RENZI

«Carlo sarebbe l' ideale per noi», va ripetendo in privato ai pochi ai quali confida come il patto con Salvini e Meloni comunque non lo convinca fino in fondo. Insomma, un colpo di scena, con la rottura finale coi "sovranisti" e la creazione di un grande contenitore dei moderati - magari riabbracciando Alfano e Casini, con l' imprimatur del Ppe - non va escluso. Intanto, Berlusconi andrà al congresso del Ppe di mercoledì e giovedì a Malta, per tornare tra i big della famiglia popolare europea e al fianco di Angela Merkel.

 

tajani berlusconitajani berlusconi

Tanto più ora che può esibire il fiore all' occhiello del primo presidente del Parlamento, Antonio Tajani, targato Forza Italia. E poco importa se alla fine deciderà di non prendere la parola dal palco («Lo farò solo dopo che sarò riabilitato da Strasburgo», è la motivazione). Salvini ricomincerà a sparargli addosso, accusandolo di «baciare la pantofola» della Cancelliera tedesca, ma questo è messo nel conto.

 

Il Cavaliere si è via via convinto che l' Italicum resterà in vigore, al più con qualche ritocco esteso al Senato. E la prospettiva estrema di una lista unica proprio col capo leghista che sogna la leadership a colpi di primarie, ecco, non lo lascia tranquillo. Anche perché Berlusconi pensa e sostiene coi suoi che «Macron vincerà in Francia e la Merkel si riprenderà la Germania e a quel punto la storia dei cosiddetti populisti in Europa sarà finita». Tanto che la provocazione di queste ore è che «i veri populisti, cioè quelli dalla parte del popolo, siamo noi».

 salvini (d), con silvio berlusconi  d salvini (d), con silvio berlusconi d

 

Riabilitazione o meno però, servirà un candidato premier, un "papa straniero" da spendere, e per quella casella il moderato che sogna è proprio Calenda. Gli abboccamenti tra i due sono intercorsi in queste settimane per vie molto riservate e - dicono - per adesso senza un contatto diretto e personale.

 

Ma ad Arcore non è passato inosservato come l' ex dirigente di Confindustria ed ex rappresentante italiano a Bruxelles (da marzo a maggio 2016) si sia progressivamente e in maniera sempre più vistosa smarcato dal centrosinistra e dalle sue politiche. Intervenendo ormai su tutto, non esitando - benché un tempo coordinatore di Italia Futuro di Montezemolo - ad accusare perfino la gestione Alitalia del suo ex mentore. Un fiume in piena, il ministro a caccia di un ruolo da protagonista e al quale sta sempre più stretto quello di "tecnico".

TERESA BELLANOVATERESA BELLANOVA

 

Renzi lo ha messo nel mirino, i due non si parlano più. Ieri la renzianissima viceministra (di Calenda), Teresa Bellanova in una intervista al Corriere della Sera lo stroncava: «Rispetto per i tecnici, ma un governo si regge sui voti ». Porte sprangate ormai. Poco male per l' inquilino del dicastero di Via Veneto che in privato ammette come in questo Pd, quasi certamente a guida renziana, lui non entrerebbe: «Non è casa mia».

renato brunetta paolo romanirenato brunetta paolo romani

 

Paolo Romani, capogruppo forzista ed ex ministro, più volte è stato visto in via Veneto, i due si sentono spesso, ma non è l' unico ponte con l' entourage berlusconiano. «Calenda? È bravo», si è lasciato sfuggire di recente anche il fustigatore Renato Brunetta. Buoni rapporti col ministro (competente sulle tv) vanta anche Fedele Confalonieri. È un cantiere, i lavori sono in corso.