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Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
MARIO MANTOVANI ROSA BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI
Da un partito all’altro, e ritorno, a seconda della promessa di Berlusconi di un posto di lavoro al fratello del titubante transfuga: è la controstoria (priva di contestazioni penali) narrata ora dagli allegati all’arresto del vicepresidente forzista della Regione Lombardia, Mario Mantovani.
Alan Rizzi a fine 2013 è il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale a Milano, e il 14 dicembre matura la decisione di transitare nel Nuovo centrodestra di Alfano, che lo videopresenta in via ufficiale. Le intercettazioni colgono Mantovani adirato per questa scelta, ma a distanza di pochi giorni Rizzi fa subitaneo ritorno nei ranghi di Forza Italia, di cui diventa vicecoordinatore regionale. Cosa è cambiato?
MARIO MANTOVANI SILVIO BERLUSCONI
Lo spiega lo stesso Berlusconi in una intercettazione agli atti dell’arresto (per tutt’altre vicende) di Mantovani. È il 22 dicembre 2013, e l’ex premier chiama Mantovani per discutere quelle segnalazioni lavorative intra-partito di cui si è già scritto giorni fa. E a un certo punto ecco Berlusconi vantarsi con Mantovani: «Senti, una cosa: hai sentito che ho tenuto Rizzi?».
Mantovani resta interdetto: «Ma… io non l’ho più sentito». E allora il leader di Forza Italia gli spiega: «Ecco, guarda, te lo dico io… Ehm, non è andato di là ( cioè nel Ncd , ndr), è rimasto con noi ( in Forza Italia , ndr). Io ho fatto però una promessa…». Ma di cosa? «Eh poi quando ci vediamo te lo dico… tutto tranquillo… un posto di lavoro per il fratello, insomma…Va bene?». «Va bene, a presto», risponde Mantovani, rassicurato infine da Berlusconi: «Comunque abbiamo tempo e tutto… va bene?».
Dopo poco più di due mesi, nel marzo 2014 il consigliere forzista Armando Vagliati propone Richard Rizzi, fratello di Alan ed ex consigliere regionale 1992-1995, per un posto nelle società partecipate A2A e Metropolitana Milanese. E il 13 maggio il fratello di Rizzi viene in effetti nominato sindaco di Metropolitana Milanese.
Sempre nella marea di intercettazioni la GdF segnala anche che, all’esito di contatti del collaboratore dell’allora assessore alla Sanità Mantovani (Giacomo Di Capua) con quello (Giovanni Balboni) dell’allora comandante interregionale Nord-Ovest e oggi vicecomandante generale dei carabinieri (Vincenzo Giuliani), il generale sia stato ricevuto da Berlusconi ad Arcore con Mantovani il 14 ottobre 2013:
circostanza evidenziata perché un servizio di appostamento ha addirittura pedinato il generale mentre, arrivato in auto all’appuntamento con Mantovani poco prima di Villa San Martino, «scendeva dalla propria auto in dotazione all’Arma ed entrava nella auto Bmw grigia con a bordo l’assessore Mantovani, la quale ripartiva per entrare» nella casa di Berlusconi.
In novembre, poi, «traspare per il colonnello Balboni l’urgenza di ottenere un incontro con Di Capua: afferma che lo aspetterà appositamente con vestiti borghesi, raccomandandosi di non entrare in caserma, bensì di fargli uno squillo quando è vicino, al fine di permettergli di scendere giù e incontrarlo al bar».
alan christian rizzi con mike tyson
Interpellato ieri sera dal Corriere, il generale Giuliani spiega: «Quando arrivai in Regione, Mantovani (che conoscevo in Piemonte quando era sottosegretario alle Infrastrutture) mi chiese se avessi piacere di salutare Berlusconi. Io accettai anche perché avrei voluto dire al presidente che era appena cambiata tutta la catena gerarchica, e indicare gli interlocutori per qualunque inconveniente relativo ai servizi dell’Arma attorno alla villa».
Ma perché il trasbordo sull’auto di Mantovani? «Si offrì lui di portarmi sulla sua auto, che presumo fosse più conosciuta dai guardiani di Arcore. Io valutai di entrarvi non in divisa e non sulla mia auto per non allarmare nessuno: questione di riservatezza, non di carboneria. Non chiesi alcunché a Berlusconi, né l’ho più incontrato».
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