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Marco Cremonesi e Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera”
RITA DALLA CHIESA E FABRIZIO BRACCONERI
«Piuttosto mi butto nel Tevere». Matteo Salvini il sanguigno ieri mattina così rispondeva a chi gli chiedeva del summit del centrodestra previsto per il pomeriggio. Silvio Berlusconi il moderato avrebbe invece scolpito la seguente frase: «Questa di Rita Dalla Chiesa è una cazz... della signora Meloni». Risultato, il vertice è saltato insieme alla candidatura della conduttrice televisiva.
Se il centrodestra si toglie il peso di Milano con Stefano Parisi, per la Capitale nelle ultime ore tutto è andato al peggio. Al punto che, forse per l' eterogenesi dei fini, Salvini ieri è tornato a evocare l'ipotesi delle primarie che piacciono ai Fratelli d' Italia: «Se intorno a un tavolo non si riesce a trovare il nome di un candidato a sindaco per Roma, meglio allora fare le primarie nella città». Città al singolare. Giorgia Meloni le vorrebbe dappertutto: «Chiedo a Berlusconi e a Salvini di stilare insieme le regole per fare le primarie in tutte le principali città italiane».
Anche se gli interessati non parevano particolarmente bendisposti nei suoi confronti. Tanto che tra Salvini e gli alleati non c'è stata neppure una telefonata. Il caso era nato su Rita Dalla Chiesa, della quale la leader di FdI aveva raccolto la disponibilità. Salvini l'aveva presa male: «Possibile che debba saperlo dal telegiornale?». Inoltre, nell' intervista al Tg1 - che Salvini ritiene sollecitata al direttore Mario Orfeo dalla stessa Meloni - Dalla Chiesa non lo aveva neppure menzionato, citando soltanto Berlusconi e Meloni.
«E comunque - spiega un collaboratore di Salvini - Meloni ha fatto il nome della giornalista soltanto perché era stata criticata per aver bocciato Marchini». L' imprenditore che ai padani non dispiace affatto e che Salvini definisce un nome «spendibile». Poi ci sarebbe l'ipotesi Irene Pivetti, che conferma: «Sì, me lo hanno chiesto». Maurizio Gasparri la boccia con un tweet: «Mo' basta scherzi». Che fa il paio con l' altro: «Mercoledì delle ceneri. Carnevale è finito».
Gasparri, insieme allo stato maggiore di Forza Italia a Roma (Antonio Tajani, Francesco Giro, Davide Bordini, Claudio Fazzone) è andato a palazzo Grazioli da Silvio Berlusconi, spingendo sulla candidatura di Marchini («se vince, fa il sindaco dieci anni: divisi si perde», dice Gasparri). Dall' ex premier anche il leader de «La Destra» Francesco Storace, che è pronto a correre comunque. Berlusconi, invece, spera ancora di convincere Guido Bertolaso, che aveva ritirato la sua disponibilità, causa la nipotina malata. E ora?
La replica dell' ex capo della Protezione civile, da Londra, è secca: «Ho vicende ben più importanti da seguire dei teatrini romani». Le hanno chiesto di ripensarci? «Sì, ma tutto dipenderebbe da un consulto medico a fine settimana, non credo compatibile coi tempi della politica». Non è detto, visto che si registra una pausa di riflessione nel centrodestra. Lo stesso Berlusconi è pronto ad aspettare: «Non c' è fretta. Potremmo anche vedere come vanno le primarie Pd il 6 marzo: l' attesa li innervosisce». Vale anche per il centrodestra, però.
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