BERSANI COME SILVIO: NIENTE CONFRONTO TV CON RENZI - CULATELLO TEME LA VERVE DI MATTEUCCIO E RIFIUTA L’INVITO DI FABIOLO FAZIO - ANCHE D’ALEMA DICE NO AL DUELLO, POTREBBE TOCCARE A VELTRONI O A ROSPY BINDI AFFRONTARE MATTEUCCIO IN TV - SONDAGGI SINISTRATI: BERSANI ANCORA AVANTI MA IL SINDACO ROTTAMATORE INCALZA - E CULATELLO FA IL GIOVINCELLO: IN SQUADRA TRE UNDER 40…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"

Matteo Renzi lo aveva annunciato pubblicamente già il tre settembre scorso: «Chiederò un confronto televisivo a Pier Luigi Bersani». Ma il sindaco di Firenze non ha ricevuto nessuna risposta. Però il primo cittadino del capoluogo toscano non è tipo da demordere. E' convinto di vincere la sfida mediatica con il segretario del Partito democratico. Per questa ragione quando la campagna elettorale per le primarie entrerà nel vivo tornerà ad avanzare la sua richiesta. E con una certa insistenza, c'è da starne certi.

Ma per quanto Renzi sia un uomo tenace non gli sarà facile raggiungere questo obiettivo. Perché dall'altra parte rischia di trovare un muro di gomma. Infatti, almeno per il momento, Bersani non sembra affatto intenzionato a concedere al suo «avversario» il duello in tv. E lo ha dimostrato non più tardi di qualche giorno fa.

Fabio Fazio, che riprende le sue trasmissioni in Rai, aveva pensato di «accaparrarsi» la tenzone in casa democratica e di mandare in onda il confronto tra il segretario e il sindaco. Bersani, però, ha fatto sapere di non essere disponibile. La motivazione ufficiale? Ci sono diversi candidati e non ha senso un dibattito a due che escluda gli altri. Ma nei corridoi di largo del Nazareno i maligni sostengono che in realtà il segretario abbia timore di affrontare il sindaco in diretta tv.

Il segretario, però, non è l'unico a voler evitare il confronto diretto con Renzi. Dopo il suo «no» è arrivato anche quello di Massimo D'Alema. Pure il presidente del Copasir che non sembrerebbe uomo da tirarsi indietro ha preferito soprassedere. Ma sembra che lo abbia fatto non per timore dello scontro televisivo con il sindaco che lo vuole rottamare, bensì per una questione di riguardo nei confronti del segretario, che aveva rifiutato. Adesso non è escluso che possano essere contattati altri esponenti del Partito democratico. Walter Veltroni, per esempio, che ha già avuto uno scontro con Renzi sul palco della festa del Pd di Firenze.

Un duello in cui il primo cittadino del capoluogo toscano non ha risparmiato nessuna critica all'ex segretario. Un'altra possibile duellante potrebbe essere Rosy Bindi, una delle dirigenti dei «Democrat» che si è mostrata più dura nei confronti del sindaco di Firenze. Il quale, peraltro, qualche annetto fa mostrò la sua «verve» di rottamatore in televisione proprio con la presidente del Partito democratico, invitandola senza troppi complimenti o giri di parole, a farsi da parte.

Ma questo accadeva prima che Renzi decidesse di candidarsi alle primarie del Pd, o, meglio, prima che si sapesse che questa era la sua intenzione. All'epoca il sindaco non faceva paura a nessuno. Anzi veniva guardato quasi con una certa sufficienza. E su di lui i dirigenti del Partito democratico esprimevano giudizi sprezzanti.

Adesso, invece, ai piani alti di largo del Nazareno si è diffuso un certo timore, benché gli uomini del segretario sostengano che negli ultimi due sondaggi riservati Bersani mantenga «una distanza di sicurezza» dal sindaco di Firenze. Ma non possono negare che il sindaco di Firenze sia in forte ascesa. Una rilevazione lo dà a meno 5 dal leader. Un'altra a meno 3. E pensare che quando aveva cominciato la sua avventura il primo cittadino del capoluogo toscano era sotto di 29 punti.

Un altro dato che preoccupa il gruppo dirigente è l'effetto Renzi sulle feste del Pd. Quando c'è lui c'è sempre il pienone. E c'è un modo semplice per verificarlo: gli incassi delle feste in quelle giornate sono sempre alti. In qualche caso maggiori di quelli registrati nei giorni in cui l'ospite d'onore è stato Bersani.

Un ulteriore segno del fermento provocato dalla candidatura del sindaco di Firenze è la decisione del segretario di accelerare i tempi della sua campagna per le primarie. Fino a una settimana fa dallo staff del leader del Partito democratico assicuravano che Bersani sarebbe sceso in campo verso metà ottobre. E invece è di ieri la notizia che il segretario presenterà già oggi la squadra che guiderà il suo comitato per le primarie. Lo farà alla casa delle Donne, a Roma.

E lì Bersani intende lanciare questo messaggio: non è vero che Renzi è il rinnovamento e io sono il «vecchio». Perciò nella sua squadra ha inserito tre under 40: Roberto Speranza, 33 anni, segretario del Pd della Basilicata, Alessandra Moretti (39 anni), vice sindaco di Vicenza, e Tommaso Giuntella (28 anni), consigliere municipale di Roma.

 

BERSANI RENZI BERSANI RENZIRENZI-BERSANIRENZI-BERSANITOMMASO GIUNTELLA jpegALESSANDRA Moretti roberto speranza