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“BIBI”, ORA HAI ROTTO IL CAZZO – L’AMMINISTRAZIONE TRUMP È PREOCCUPATA DAGLI ATTACCHI ISRAELIANI IN SIRIA: “NETANYAHU VEDE FANTASMI OVUNQUE. IL SUO APPROCCIO È SPARARE PRIMA E FARSI DOMANDE POI” – I FUNZIONARI DELLA CASA BIANCA STANNO CERCANDO DI CONVINCERE IL PREMIER A FERMARSI: “SE CONTINUA RISCHIA DI AUTODISTRUGGERSI” – TRUMP HA INVITATO DI NUOVO NETANYAHU A WASHINGTON (VUOLE CAZZIARLO DAL VIVO) – L’ESERCITO ISRAELIANO STA INTENSIFICANDO LA PRESSIONE SU HEZBOLLAH DAL CONFINE SIRIANO, PER COSTRUIRE UN FRONTE UNICO…

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TRUMP TEME ATTACCHI DI ISRAELE IN SIRIA, POSSONO DESTABILIZZARE

(ANSA) - L'amministrazione Trump teme che i ripetuti attacchi di Israele in Siria possano destabilizzare e spegnere le speranze di un accordo per la sicurezza fra i due paesi.

 

Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali l'amministrazione starebbe cercando di dire al premier israeliano di fermarsi "poiché se continua rischia di autodistruggersi".      Alcuni funzionari dell'amministrazione Trump esprimono da mesi timori per l'apporccio di Netanyahu con la Siria basato sull'idea di "sparare prima e farsi domande poi". Damasco - affermano - "non vuole problemi con Israele, ma Bibi vede fantasmi ovunque".

 

TRUMP SENTE NETANYAHU E LO INVITA ALLA CASA BIANCA

ATTACCO ISRAELIANO IN SIRIA

(ITALPRESS) – L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump lo ha invitato durante la loro telefonata a un incontro alla Casa Bianca “nel prossimo futuro”.

 

Secondo la dichiarazione, “entrambi i leader hanno sottolineato l’importanza e l’impegno per il disarmo di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, e hanno discusso l’ampliamento degli accordi di pace”.

 

Si tratta del primo colloquio tra i due dopo la richiesta di grazia di Netanyahu al presidente Isaac Herzog, precedentemente sollecitata da Trump. Dall’inizio del mandato di Trump, Netanyahu si è recato già due volte alla Casa Bianca.

ATTACCO ISRAELIANO IN SIRIA

 

ISRAELE TENTA L'AFFONDO SU HEZBOLLAH DALLA SIRIA

Lorenzo Trombetta per l’ANSA

 

Israele intensifica la pressione sugli Hezbollah libanesi dal versante siriano, cercando di costruire un fronte unico che colleghi il sud della Siria al Libano meridionale. È quanto emerge dalle manovre militari israeliane sui due teatri, siriano e libanese, sempre più collegati in un unico arco offensivo che dalla costa mediterranea corre verso la Bekaa, passando per il Golan e l'Antilibano.

 

L'epicentro di queste manovre è una località siriana, Beit Jinn, solo in apparenza sperduta ma strategicamente rilevante nel rafforzare l'occupazione israeliana del sud-ovest siriano, ad appena venti chilometri in linea d'aria dalla capitale Damasco.

 

donald trump chiede a Isaac Herzog la grazia per benjamin netanyahu

Proprio da Damasco alcuni ambasciatori arabi accreditati in Siria si sono recati a Beit Jinn, accompagnati da un delegato del ministero degli Esteri siriano, per porgere le condoglianze ai familiari dei tredici civili uccisi, secondo i media ufficiali, da bombardamenti israeliani sulla zona. I raid si erano verificati venerdì scorso dopo che una pattuglia di militari con le insegne dello Stato ebraico era entrata nella zona in pieno territorio siriano.

 

Per la seconda volta dall'allargamento, un anno fa, dell'occupazione israeliana nelle Alture del Golan, uomini armati non meglio precisati hanno aperto il fuoco contro i soldati, ferendone sei, dei quali tre in condizioni gravi, secondo media israeliani.

 

ATTACCO ISRAELIANO IN SIRIA

La ritorsione è stata immediata: droni e jet israeliani hanno colpito Beit Jinn, causando "panico e morte", secondo i media siriani. A terra, senza vita, sono rimasti tredici civili, riferiscono fonti mediche di Damasco. Israele aveva accusato il gruppo sunnita Jamaa Islamiya di essere dietro l'attacco ai militari. Ma la Jamaa Islamiya, che in passato è stata associata agli Hezbollah sciiti e che domina la scena locale a Beit Jinn, ha smentito ogni coinvolgimento.

   

L'operazione di Beit Jinn arriva in una fase delicata: dopo il raid israeliano su Beirut in cui, la settimana scorsa, è stato ucciso un alto responsabile di Hezbollah, si avvicina la scadenza dell'ultimatum fissato da Stati Uniti e Israele perché il Libano presenti passi concreti sul ritiro delle armi del partito sciita. In questo senso, l'offensiva israeliana potrebbe mirare a usare il territorio siriano, di fatto aperto a ogni scorribanda israeliana, per accerchiare Hezbollah, arroccato nella valle della Bekaa, raggiungibile proprio da Beit Jinn.

 

donald trump tira le orecchie e a benjamin netanyahu - immagine creata con l AI

Il Libano continua intanto a subire pressioni politiche crescenti: gli Stati Uniti legano ogni futuro sostegno finanziario e militare al ritiro delle armi di Hezbollah. Una riunione a Parigi tra l'emissaria americana Morgan Ortagus, la consigliera del presidente francese Emmanuel Macron, Anne-Claire Legendre, e l'inviato saudita Yazid ben Farhane precederà la visita di Ortagus a Beirut la prossima settimana, durante la quale si discuterà proprio del piano di disarmo dell'esercito libanese

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