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E.P. per il Messaggero
E' arrivato dal pianeta Milan in punta di piedi ma ora Adriano Galliani potrebbe diventare molto di più che un semplice senatore di FI. Due settimane fa è stato promosso a vicepresidente del gruppo di palazzo Madama, con la delega sui rapporti istituzionali e le realtà produttive. Ogni lunedì partecipa ai vertici di famiglia a villa San Martino nel quale non discute più con Berlusconi solo delle aziende.
Sul tavolo c' è il futuro del partito. Con l' ex ad della società rossonera che potrebbe diventare di fatto ad di FI.
Alle riunioni, spiegano diversi big azzurri, ormai lui c' è sempre.
Al fianco di Nicolò Ghedini, da tempo il braccio esecutore del Cavaliere. In questa settimana ci sono stati diversi incontri, alla presenza anche di altri esponenti di primo piano del partito, per decidere come lanciare la fase del rinnovamento. Si partirà innanzitutto da nuovi coordinatori regionali. Poi dovrebbe arrivare la nomina del presidente del parlamento europeo Tajani, a vicepresidente. Il passo successivo è legato proprio a Galliani che potrebbe fungere da coordinatore di un comitato nel quale entreranno i capigruppo, i vice capigruppo, l' attuale vicepresidente della Camera, Mara Carfagna e i più stretti collaboratori di Berlusconi, Giacomoni e Valentini.
In realtà il timing non è stato deciso perché sotto traccia c' è malessere soprattutto su chi debba far parte del board che dovrebbe affiancare Berlusconi nelle decisioni da prendere. Malcontento soprattutto tra gli esponenti del sud che pur apprezzando la presenza di Carfagna nel nuovo organismo che si dovrebbe costituire giudicano poco rappresentata la delegazione meridionale ai vertici del partito. Ma il nodo resta la linea da portare avanti.
GRIDO D' ALLARME «Ormai - il grido d' allarme - in tutti i sondaggi siamo sotto il 10%. Non possiamo sostenere mezzo governo, abbiamo una posizione troppo ambigua». La strategia di Berlusconi di tenere fermo l' asse con Salvini produce sempre più mugugni. Non solo tra i peones. Diversi parlamentari guardano al leader della Lega, spingono per entrare nel Carroccio. Altri, invece, vorrebbero staccarsi dall' abbraccio con il partito di via Bellerio. Per ora tuttavia il Cavaliere non è intenzionato a strappare con il giovane Matteo. Di mezzo non ci sono solo le amministrative. Però l' esigenza di differenziarsi è sempre più forte: «Non è solo una questione di nomi, senza nuove idee scompariremo».
berlusconi salvini 1BERLUSCONI Berlusconi e Ghedini
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