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BISI E RISI - I VAFFA DI GRILLO A CASALEGGIO JR: BEPPE HA DECISO DI ABBANDONARE LA PARTITA MA PRIMA VUOLE CAPIRE COME GIRANO I SOLDI E QUANTO VALE IL SIMBOLO DEL MOVIMENTO. DAVIDE NON GLI È MAI PIACIUTO E A RIMINI HANNO SCELTO ALBERGHI DIVERSI. FURIBONDO ANCHE PER LE CARENZE TECNOLOGICHE DELLA PIATTAFORMA ROUSSEAU, LA SPECTRE DEL MOVIMENTO BUCATA ORMAI DA CHIUNQUE - IPR: SENZA GRILLO E CON DI MAIO LEADER IL M5S RISCHIA DI PERDERE IL 5%

 

1. MILIONI DI VAFFA DI GRILLO A CASALEGGIO JUNIOR.

Luigi Bisignani per Il Tempo

 

BEPPE GRILLO E DAVIDE CASALEGGIOBEPPE GRILLO E DAVIDE CASALEGGIO

Non è la modestissima incoronazione ad aspirante Premier di Luigi Di Maio 'il detonatore per il futuro' del Movimento 5 stelle, come l'ha definito Grillo ma la frattura drammatica tra quest'ultimo e Davide Casaleggio, erede del guru Gianroberto. Una rottura che parte da lontano e si sta consumando in questi mesi nel silenzio delle stanze di alcuni professionisti di Genova e Milano, dove si cerca di capire cosa succede dentro le pieghe dei bilanci e di difendere la piattaforma Rousseau dalle sue stesse clamorose mancanze tecnologiche. Peraltro denunciate pubblicamente da un hacker etico.

 

Ma il vero Big Bang non è ancora stato ufficializzato perché, seguendo Machiavelli, il fine giustifica i mezzi e questo non può che essere la corsa per Palazzo Chigi. La distanza tra Beppe e Davide  è perfino ormai fisica, tanto che scelgono addirittura due alberghi diversi nella piccola Rimini e l'abbraccio nel retropalco della kermesse è solo di facciata. Grillo è convinto a mollare tutto, ad interrompere ogni tipo di rapporto con Davide Casaleggio e a quantificare forse anche  il valore del Simbolo.

GRILLO CASALEGGIOGRILLO CASALEGGIO

 

Quel ragazzo, figlio del suo fraterno amico Gianroberto, il suo vero Lucio Presta, non gli è mai piaciuto. Introverso, giovanissimo campione di scacchi, appassionato di sport estremi, figlio della linguista Elizabeth Clare Birks, ha stravolto l'Associazione M5S fondando a sorpresa l'Associazione Rousseau, a cui fa capo il portale che è diventato il cuore e l'anima del Movimento, una sorta di 'Spectre' che tutto vede e tutto controlla.

 

È da qui, non dalla base, che si costruisce in provetta il premier Di Maio e la legge elettorale, Lega permettendo. Grillo vuole davvero mettersi da parte. Non ne può più di querele, diffide e richieste di risarcimento. E da buon genovese vuole capire i reali interessi economici dietro la piattaforma Rousseau, perché comincia a pensare che del filosofo illuminista che preparò la rivoluzione francese c'è molto poco negli uffici della Casaleggio a Milano.

 

 

grillo e casaleggiogrillo e casaleggio

2. MA SENZA GRILLO IL M5S PERDE IL 5% UNO SU TRE POTREBBE CAMBIARE VOTO

Antonio Noto, Direttore IPR Marketing, per ''Il Giorno - La Nazione - Il Resto del Carlino''

 

Per gli elettori del M5S il vero tallone di Achille del futuro del Movimento non è la scelta a premier di Di Maio, ma il 'passo indietro' annunciato da Beppe Grillo.

Al di là del giudizio espresso sulle primarie web e sull' assenza di dibattito tra i vari candidati, e che vedremo di seguito, la maggioranza dei simpatizzanti pentastellati approva la scelta che è stata fatta dalla rete di individuare il vicepresidente della Camera come candidato alla presidenza del Consiglio.

GRILLO CASALEGGIO TORTAGRILLO CASALEGGIO TORTA

 

AL contempo, però, il 77% non apprezza l' ipotesi che Grillo non sia più a capo del Movimento e, tra questi, ben 1/3 dichiara di poter mettere in discussione il voto al M5S se davvero l' assenza di 'Beppe' si concretizzerà. Insomma, se da molti, anche nel suo stesso entourage, l' attore ha ricevuto nel tempo severe critiche per il fatto di essere il 'padre-padrone', dall' altra bisogna constatare che tra gli elettori la presenza attiva di Grillo è diventata un fattore importante di aggregazione di voto.

 

beppe grillo luigi di maiobeppe grillo luigi di maio

Pertanto c' è da chiedersi, in seguito ai dati di questo sondaggio effettuato da IPR, quale potrà essere il trend del consenso agli 'ex grillini' se davvero il fondatore dell' organizzazione politica rimarrà fuori dallo scenario politico.

 

Per fare un' analisi di previsione bisogna pensare che oggi il M5S, nelle intenzioni di voto, riceve il 28% dei consensi ed è il primo partito, ma a luglio era al 30% e a maggio al 32%. Quindi negli ultimi 4 mesi si è registrato un trend negativo con una flessione di 4 punti.

 

Le cause sono varie, si passa da giudizi non lusinghieri sul modo in cui i sindaci pentastellati gestiscono le amministrazioni comunali a valutazioni, invece, più legate al contenuto di programma politico, nel senso che il 40% degli 'ex votanti' lamenta l' assenza di un progetto convincente sui temi del lavoro e dell' economia, fattori questi indispensabili per poter rimettere in moto l' Italia. Nel sondaggio presentato oggi, però, circa 1/3 degli attuali possibili votanti del M5S dichiara che potrebbe fare valutazioni diverse se alla guida del Movimento non ci dovesse essere Grillo.

beppe  grillo luigi di maiobeppe grillo luigi di maio

 

Ovviamente non tutti si comporteranno nello stesso modo, cioè una parte di questi 'critici' continuerà a scegliere nell' urna 5Stelle, anche se con meno motivazione di prima, e un' altra quota, invece, potrebbe decidere di votare altre liste o astenersi. Nella nostra ipotesi riteniamo che circa la metà di questo target attratto principalmente da 'Beppe' confermerà il voto all' organizzazione gestita da Di Maio, l' altra metà si dividerà tra non partecipazione e scelte ad altri partiti. Pertanto da una nostra simulazione si stima che il passo indietro di Grillo potrebbe determinare una flessione del M5S di circa 4-5%.

 

Una quantità di voti non indifferente, visto che oggi il Pd è solo di qualche punto sotto e quindi il partito orfano del suo capo fondatore potrebbe essere superato da Renzi e ritornare su percentuali intorno al 23-24%, meno di quanto raccolse alle politiche del 2013 (25,6%).

 

roberto fico davide casaleggioroberto fico davide casaleggio

Ovviamente questa è una previsione a bocce ferme, una valutazione maggiormente oggettiva potrà essere fatta solo quando questo cambiamento al vertice verrà realizzato e percepito dagli elettori, in quanto potrebbe verificarsi che il neo-leader Di Maio sarà in grado di aggregare anche quella parte di elettorato (4-5%) che motiva il suo voto esclusivamente con la presenza di Grillo. D' altronde è anche questa la scommessa che deve fare un vero leader per farsi accettare.

 

Per quanto riguarda le primarie in Rete, il 61% degli elettori del Movimento avrebbe preferito una vera competizione, ma soprattutto un periodo lungo di dibattiti e confronti sulla linea politica da attuare, invece tutto questo è mancato.

 

beppe   grillo luigi di maiobeppe grillo luigi di maio

Infine, nel caso avessero partecipato alla votazione i big come Di Battista e Fico, il popolo grillino si sarebbe comunque schierato con Di Maio nel 51% dei casi, il 38% con Di Battista mentre Fico avrebbe raccolto un ulteriore 10%. Oggi quindi prende inizio la versione .2 del M5S, Di Maio sarà il capo, Grillo il padre nobile. Ai prossimi sondaggi per verificare se 'l' accoppiata' sarà vincente.