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Gaia Cesare per "il Giornale"
Da aspirante premier approdato a Downing Street anche grazie alla corazzata dei giornali dell'impero Murdoch a ex premier finito a proporsi come consulente- ombra della corazzata Murdoch in piena bufera giudiziaria. Difficile capire chi ne esca peggio tra l'ex star della politica britannica Tony Blair e la sempreverde star dell'editoria Rupert Murdoch dopo le rivelazioni emerse ieri al processo a Londra sulle intercettazioni illegali del tabloid News of The World . Quel che è certo e che -se ce ne fosse ancora bisogno- l'udienza ha offerto l'ultima inequivocabile prova degli intrecci fra media e politica, tra lo Squalo e il leader di maggior successo della storia del Labour.
«Sii forte», «prendi delle pillole per il sonno», «non sperare in soluzioni di breve periodo che finiscono solo per darti mal di testa più lunghi» e «sappi che sono disponibile come consulente non ufficiale per te, Rupert e James Murdoch» «su base strettamente confidenziale».
Così parlò Tony Blair in una conversazione lunga un'ora con la«pupilla» di Murdoch, Rebekah Brooks, ex direttrice di News of The World e poi amministratore delegato di News International, oggi alla sbarra anche per corruzione e per aver ostacolato il corso della giustizia.
Lo racconta lei stessa in una e-mail inviata a James Murodch l'11 luglio 2011 -il giorno dopo la chiusura del tabloid e sei giorni prima del suo arresto- e letta ieri di fronte alla giuria del Tribunale penale di Old Bailey. Rebekah «la rossa» riferisce della lunga chiacchierata al figlio del capo James, allora numero due dell'imperodi carta e tv e spiega nel dettaglio quali consigli sono arrivatidall'ex primo ministro, che per parlarle ha interrotto un vertice internazionale sul Medio Oriente.
Non solo dritte da «amico» ma anche suggerimenti politici e tecnici, come l'idea di affidarsi e sottoporsi a un'indagine interna indipendente, per poi pubblicare un report nello stile di quello nato dopo l'inchiesta di Lord Hutton sulla morte dello scienziato David Kelly, l'esperto che aveva accusato Blair di aver forzato e reso più preoccupanti le informazioni di intelligence sulle armi di distruzione di massa in Irak per giustificare l'attacco a Baghdad. Blair indica modalità e tempi: «Pubblica la prima parte del rapporto nello stesso momento in cui la polizia chiude l'inchiesta (...) e la seconda quando qualsiasi processo è finito». Poi l'incoraggiamento: «Passerà . Fatti forte».
Il premier parla per esperienza. L'inchiesta del 2003 ha formalmente assolto il Labour e il suo leader per la condotta sul caso Irak. Ma l'ex premier dimentica che da allora l'opinione pubblica britannica gli ha voltato le spalle. Rebekah Brooks è già avviata verso lo stesso destino e sembra il male minore visto il rischio concreto che lei e il marito finiscano in carcere. Perciò l'ex regina dei tabloid ha ascoltato almeno uno dei consigli di Blair:una delle borse sequestrate dopo l'arresto conteneva diverse ricette mediche per l'acquisto di sonniferi.
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