IL MONTI PARA-GURU - E’ BELLO SAPERE CHE SUDARIO MONTI DA PRESIDENTE DELLA BOCCONI, L’UNIVERSITÀ DEI SAPIENTONI, NON PAGAVA L’ICI AL COMUNE DI MILANO – RIGOR MONTI SE NE FOTTEVA DEGLI ‘AVVISI DI ACCERTAMENTO’ E ORA PISAPIA PRESENTA IL CONTO (600 MILA €) PER UNA RESIDENZA UNIVERSITARIA – ORA DA CAPO DEL GOVERNO HA ELETTO L’ICI-IMU A STRUMENTO SALVIFICO DELLE PUBBLICHE FINANZE…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Thomas Mackinson per "Il Fatto quotidiano"

Guerra di carte bollate (e di carta moneta) tra Giuliano Pisapia e Mario Monti. Il sindaco di Milano e il premier fanno la luna di miele sui giornali ma litigano di santa ragione per una storia di tributi non versati al Comune, gli stessi che Monti chiede agli italiani per risollevare le finanze pubbliche ma che - da presidente della Bocconi - si è ben guardato dal versare. La contesa riguarda le residenze universitarie in via Spadolini, un complesso per studenti fuori sede con 333 camere.

L'università dal 2005 in poi non ha mai pagato la quota Ici di sua competenza, dando così avvio a un contenzioso partito nel 2008 con un "avviso di accertamento" da 104 mila euro. Da allora la lite non è mai finita e il Comune ha continuato a notificare cartelle esattoriali, portando il contenzioso a sfiorare i 600 mila euro. L'ascesa al governo di Monti non ha seppellito la questione e il sindaco di Milano non ha fatto sconti: il 22 dicembre scorso ha firmato l'incarico all'avvocatura comunale di andare fino in fondo, opponendosi alle pronunce delle commissioni tributarie che finora si sono piegate alle ragioni della Bocconi.

Nel merito, l'università vuol far valere un'esenzione rispetto alla legge 504 del 1999. L'articolo 7 comma 1 esonera gli immobili adibiti a sede con finalità istituzionali, assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Ma di questo beneficio la Bocconi già gode per la sede di via Sarfatti, obiettano in Comune, mentre la pretesa rispetto al pensionato studentesco sarebbe una forzatura, essendo l'affitto in cambio di dazione (con rette salate, da 3.100 a 8.500 euro l'anno) assimilabile a un'attività a scopo di lucro. La vicenda ora pende in Cassazione e lì resterebbe confinata se, nel frattempo, il Monti che da privato pretendeva di non pagare l'Ici da capo del governo non l'avesse poi eletta a strumento salvifico delle pubbliche finanze.

 

bocconiMario Monti Il dubbio