DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
Maurizio Giannattasio per il Corriere della Sera
Postilla: nessuno dei destinatari dell'email «ha condiviso o concordato preventivamente» questa lettera. Avvertenza d'obbligo, perché il messaggio di Enrico Valdani, capo in uscita del dipartimento di Marketing della Bocconi, ai colleghi, è di quelli che scottano. A dispetto della riservatezza, si è trasformato rapidamente in una comunicazione virale che ha percorso i corridoi dell'ateneo di via Sarfatti in lungo e in largo. E anche se non condiviso dalla maggioranza dei professori sta provocando mal di pancia e malumori diffusi tra il corpo docente del tempio dell'economia.
Il casus belli è il ritorno di Mario Monti alla presidenza della Bocconi dopo il «congelamento» dovuto alla sua nomina a presidente del Consiglio. Scelta concordata e dichiarata dallo stesso Monti all'inizio del suo mandato da premier. In mezzo, però c'è stata una novità . Monti è «salito» in politica. Con la sua formazione: Scelta civica. Con tutto quello che ha comportato.
Un risultato non brillante dal punto di vista elettorale (ma questo è nelle cose), le polemiche con l'Udc, la minaccia di uscire dal governissimo se Pd e Pdl non avessero deposto le armi. Valdani la prende larga. Ma dopo una paginetta dedicata alle difficoltà della governance della Bocconi, arriva al punto. Riconosce il coraggio del Monti istituzionale. «Ho sempre espresso direttamente alla persona grande stima e riconoscenza per l'operato di Mario, prima in Commissione poi quale premier. Ha sempre avuto il coraggio di assumere decisioni difficili e impopolari».
Espediente retorico che serve per affondare il colpo: «Invece la sua scelta di entrare in politica è una decisione personale che ritengo non abbia giovato e fatto bene né a Mario né alla Bocconi». Ricorda le polemiche e le «contese tra i partiti che Mario rappresenta».
E si pone tre domande: «Monti può giocare questo ruolo duale senza coinvolgere l'Università sia direttamente che indirettamente? Un presidente coinvolto politicamente può guidare il processo di fund raising, strategico per il nostro futuro? Presentandosi da uno stakeholder potrà indurre imbarazzo e timore di conflitti di interesse e di supporto a una parte politica rispetto a un'altra? All'apertura dell'anno accademico e in occasioni pubbliche della Bocconi gli ospiti si sentiranno invitati dal presidente della Bocconi o dal presidente di un partito politico?».
Domande impressionanti, soprattutto se riguardano un personaggio come Monti che ha sempre incarnato la figura del servitore dello Stato super partes. Ma la «salita» in campo ha cambiato le carte in tavola. Almeno secondo Valdani: «La domanda che mi pongo è quindi molto semplice e diretta: un'Università come la Bocconi, indipendente, laica, equidistante da tutto perché luogo di dibattito democratico può avere nei suoi organi di governo politici militanti e attivi?».
L'email di Valdani si è diffusa in un lampo nell'ateneo superando in un sol balzo i 16 destinatari originali. Chi si muove nei corridoi dell'Università conferma che la polemica è viva. «La scelta di Monti di tornare alla Bocconi ha creato disagio - conferma un docente -. Quella di Valdani è una posizione personale che però è condivisa da altri professori. Monti ci ha invitato sempre a essere super partes, ma quello di oggi è un Monti molto diverso da quello che conoscevamo anni fa. Il suo ruolo di governance è sempre stato molto alto, mentre adesso si deve occupare di politica "bassa"».
Resta il fatto che come assicurano gli stessi professori, la posizione di Valdani riguarda una minoranza e che all'interno della Bocconi non esiste una posizione unitaria. Ma il sasso è stato lanciato. Vedremo le conseguenze.
IL TRIO BOCCONI PROVASOLI MONTI E TABELLINILILLI GRUBER E MARIO MONTI mario montiNAPOLITANO MONTI E INGROIA RUOTOLO BY VINCINO SUL FOGLIO MONTI E MOGLIE
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