FLASH! VERSO LE 13 AVVISTATO ALLA CAMERA L’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI GIAMPAOLO ROSSI, CHE…
1 - I PASSACARTE...
Filippo Facci per "Libero"
Che noia. Giulia Bongiorno fa sempre un sacco di scene ed è interessata solo a «riforme condivise» e «non afflittive o umilianti» che si traducano regolarmente nel compromesso e nell'annacquamento e poi nel nulla, così i suoi amici magistrati sono contenti. Ora si è dimessa dalla Commissione Giustizia (detto tra noi: chissenefrega) perché il governo si è inventato questa «udienza filtro» che ben prima di un processo riunisca pm e giudici e avvocati per decidere quali intercettazioni possano essere pubblicate e quali invece debbano sparire.
Il criterio è quello ultra-discrezionale della «rilevanza», chimera soggettiva che aleggia su una norma che a parere di chi scrive serve soltanto a essere elusa: esattamente come capita adesso, anzi peggio, perché ufficializza la perfetta discrezionalità delle parti che a questa udienza partecipano. Immaginate il mercato che potrebbe nascerne in un paese come il nostro: pm e avvocati che trattano sui verbali (io ti faccio pubblicare quello, tu questo) con una parte che però rimane regolarmente esclusa in fondo alla filiera: i giornalisti, che in questo modo diverrebbero solo i fruitori finali di pacchetti di carte e intercettazioni preconfezionate, velinone ufficiali e comunque premature. Non hanno ancora capito, dalle parti del Governo, che in tema di intercettazioni puoi fare soltanto due cose: vietarle o non vietarle.
2 - «IO SEPPI DIRE NO AD ANDREOTTI. MA ALFANO E GHEDINI CON IL PREMIER SI ZITTISCONO»...
Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"
«Io ho saputo dire di no a un potente come Andreotti e quando non sono d'accordo con Fini, glielo dico...». Giulia Bongiorno detesta l'accondiscendenza. Odia gli inchini, i baciamano, i signorsì. E la cosa che più l'ha delusa è che Angelino Alfano abbia «obbedito allo schiocco delle dita» di Berlusconi.
«Sono rimasta sorpresa - si sfoga l'onorevole dopo le dimissioni polemiche da relatore della legge "bavaglio" -. Forse mi illudo, ma quando c'è un accordo io mi aspetto che si vada dal proprio leader e si dica che quel patto va rispettato». Ed è questo, per la finiana dai nervi d'acciaio, il «punto dolente» della vicenda: «Se avessi trattato con dei peones l'avrei messo nel conto, invece ho trattato con persone che veramente stimo». Alfano? «Angelino è intelligente, ha spessore e cultura, ma queste caratteristiche devono tradursi nella possibilità di dire no anche a Berlusconi».
E Niccolò Ghedini? «Si lavora alla pari, anche quando si ha davanti il premier. Invece lui dice una cosa e tutti si zittiscono». Fine di un'amicizia? «No, quel che è successo non ha nulla a che fare con l'amicizia. Ma non comprendo le giravolte improvvise. Berlusconi non è un tecnico della materia, bisognava dirgli che, dopo due anni e mezzo a discutere con la Bongiorno, non si poteva tradire l'accordo e rompere col terzo polo».
Invece è andata così e la cosa, ragiona l'avvocato, «non sarà indolore per il futuro». Dal Pdl Sandro Bondi e Osvaldo Napoli chiedono che lasci la presidenza della commissione Giustizia, ma lei, battagliera com'è, non ci pensa proprio: «Oltre a zittire i giornalisti vogliono zittire chi osa prendere le distanze dal testo? Si ricordino che sono stata eletta anche con i voti dell'opposizione». Salvo colpi di scena la legge passerà e molti sperano che Napolitano non la firmi. Ma Giulia odia le scorciatoie: «Il capo dello Stato mostra ogni giorno la sua saggezza e nessuno deve anticipare il suo giudizio».
Straordinaria comunicatrice, nata a Palermo 45 anni fa, è stata la prima donna del Pdl che ha osato ribellarsi a Berlusconi. Il quale, comprensibilmente, la detesta. Il 14 dicembre, per una gravidanza a rischio, gli ha votato la sfiducia dalla sedia a rotelle. A febbraio è scesa in piazza con le donne di «Se non ora quando», per gridare «basta alle carriere politiche nate nei festini». Nel suo partito è stimata, temuta e anche avversata. Dicono di lei alcuni colleghi (uomini), sotto anonimato: «Non si regge. Gioca una partita personale».
Tutta invidia? Un'ora di consulenza legale costa 800 euro e la sua giornata di mamma, avvocato e deputato, è lunga «un numero infinito di ore». Ne sa qualcosa il piccolo Jan, otto mesi: «Mio figlio vive come un avvocato. Capita che gli faccia il bagnetto alle 5 del mattino». Per Internet l'esponente di Fli è l'eroina che ha salvato i blog dalla stretta del governo. Su Twitter parlano di lei come di «un fenomeno», una «macchina da guerra». «Il più grande avvocato degli ultimi trent'anni».
Ha fatto assolvere Andreotti e divorziare Fini, ha difeso Totti e la Hunziker, Moggi e Cragnotti. L'eco planetaria del processo di Perugia ha scandito un altro momento di gloria. «Per una congiuntura astrale si sono concentrate queste cose su cui lavoro da anni - racconta nei panni di legale di Raffaele Sollecito -. Ho ricevuto centinaia di lettere. E mi sono convinta ancor di più che bisogna difendersi nei processi e non dai processi. Piccola allusione a Berlusconi...». Pensava che le sentenze non potessero più emozionarla. E invece, confessa, «lunedì con quel ragazzo di 25 anni che tremava al mio fianco, non sono rimasta indifferente».
FILIPPO FACCI
GIULIA BONGIORNO
ANDREOTTI BONGIORNO
MICHELLE HUNZIKER
RAFFAELE SOLLECITO
GHEDINI
ANGELINO ALFANO
FLASH! VERSO LE 13 AVVISTATO ALLA CAMERA L’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI GIAMPAOLO ROSSI, CHE…
DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO…
DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL…
FLASH! - OGGI È UNA GIORNATA MEMORABILE PER DAVID PARENZO: IN STUDIO A "LA7", DURANTE "L'ARIA CHE…
FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE D…
DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: S…