DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL…
Monica Rubino per la Repubblica
Doveva essere il partito delle quote rosa. Ma all’assemblea Pd di domenica le donne che hanno chiesto la parola sono state poche. Non che qualcuno abbia impedito loro di parlare. Sembra quasi che l’eclisse sia stata volontaria, anche da parte di chi riveste ruoli istituzionali di peso.
Come la sottosegretaria a Palazzo Chigi Maria Elena Boschi, seduta in prima fila ma silente. O colei che ha preso il suo posto alle Riforme, Anna Finocchiaro, una vita a sinistra dal Pci al Pd, ma che non ha aperto bocca. O ancora Rosy Bindi, tra le fondatrici dei dem, che all’hotel Parco dei Principi non è nemmeno andata.
Allora qual è il problema? Assenza di protagonismo o rinuncia consapevole a partecipare a un dibattito forse percepito come distante, sterile, vuoto? A nulla è servita la petizione lanciata dalle donne democratiche su Change.org sabato, alla vigilia dell’assemblea, per invocare l’unità del partito, firmata fra le altre anche dalla deputata dem Sandra Zampa:
«Ha avuto il sopravvento il bullismo della politica - si rammarica l’ex portavoce di Romano Prodi - quell’istinto irrazionale a picchiare senza pensare alle conseguenze. E noi donne ci siamo tenute in parte distanti per non farci male. Dobbiamo attrezzarci meglio alla competizione ». Per Zampa errori politici e mancanza di stile sono comuni a entrambi i contendenti: «Massimo D’Alema è lo specchio di Renzi, fanno a gara a chi tiene più duro anche se dietro di loro viene giù tutto. Dimenticano che va in macerie un bene comune».
Invita invece a superare ogni distinzione fra uomini e donne, così come fra vecchi e giovani, Cristiana Alicata, scrittrice, ingegnere nel cda di Anas, nipote del dirigente del Pci Mario. Da renziana militante del Pd nel mezzo dell’assemblea ha fatto notare la scarsità di voci femminili con un tweet rivolto a Renzi e a Matteo Orfini: «Ragazzi ve lo scrivo anche in pubblico: le donne???». A posteriori commenta: «Il mio voleva essere un rimbrotto affettuoso. Il discorso di Teresa Bellanova ha compensato l’assenza di interventi delle donne del Pd, almeno nella prima parte della riunione ».
L’ex bracciante Bellanova, ora viceministro allo Sviluppo economico, ha infatti difeso i risultati del governo meritandosi l’ovazione della sala. «Non è vero che le donne non siano presenti al dibattito in questa fase delicata della vita del Pd», puntualizza Alicata, nota anche per l’impegno in favore dei diritti lgbt: «Stanno partecipando più attivamente alla fase della ricucitura, forse per attitudine».
E si augura: «Spero che all’apertura del congresso al Lingotto venga dato spazio al futuro. Nel 2017 è ora di superare gli schemi convenzionali. Basta con i giardinetti delle donne e dei giovani, facciamo il giardino comune. E per favore: non chiamiamoci più compagni e amici. Diciamo semplicemente “cari democratici”».
Ultimi Dagoreport
"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL…
DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI…