DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”
I tagli alle pensioni? «I problemi di sostenibilità della spesa pensionistica sono altrove». Alberto Brambilla, già sottosegretario al welfare di Roberto Maroni, è uno dei maggiori esperti di previdenza. Racconta di aver tentato di consigliare Giancarlo Giorgetti su come impostare la legge di Bilancio, «ma non mi ha dato retta».
Su cosa, Brambilla?
«[…] il governo sta ponendo le premesse per un nuovo buco nei conti dell'Inps per sedici miliardi».
Si riferisce alla conferma della decontribuzione per i redditi più bassi, immagino.
«Non solo. Nel 2024 avranno un forte sconto contributivo i redditi fino a 35mila euro, poi ci sono gli sgravi per le assunzioni al Sud, le donne, le madri». […] «[…] La conseguenza di questa scelta è che nel 2024 l'Inps avrà 16 miliardi di entrate in meno su circa 190, nell'ipotesi più prudente. Così si va verso il disastro».
Il governo dovrà restituirli all'Inps. Non è accaduto anche in passato?
«L'anno scorso per 24 miliardi. […] questo Paese deve fare già i conti con trenta miliardi di evasione contributiva l'anno. Sarebbe meglio - penso alla decontribuzione per le madri - costruire più asili nido».
Veniamo alla stretta sulle uscite dal lavoro. Che giudizio ne dà?
«È rimasta quota 103, si allungano le finestre di pensionamento e si impongono i ricalcoli contributivi. Di fatto l'età media minima di uscita salirà a 63 anni, con assegni più bassi. […] ».
Nella direzione della legge Fornero, è così?
«La riforma Fornero aveva ed ha dei punti deboli, perché è troppo rigida. Di qui la necessità di ben nove "salvaguardie": sommando fra loro anticipi pensionistici, lavoratori precoci, fragili e "Quota 100" nei dieci anni compresi fra il 2012 e il 2022 sono andate a riposo con regole diverse un milione di persone. La maggioranza voleva distruggere la legge Fornero, invece l'ha resa più dura. Mi chiedo come farà Salvini a spiegarlo ai suoi elettori».
Il ricalcolo dei contributi dei lavoratori statali che hanno iniziato a pagare i contributi prima del 1995 secondo lei è giusto?
«È giusto perché elimina un privilegio, ma ha effetti retroattivi, per cui a mio avviso è incostituzionale. Se il governo non cambia ci saranno valanghe di ricorsi».
Come si fa secondo lei a rendere il sistema previdenziale più sostenibile?
«Semplice: ci vogliono più lavoratori che pagano i contributi, non meno. In Italia abbiamo 38 milioni di persone in età da lavoro, ma sono occupati solo 23,4. […] Servono più o meno quattro milioni in più di persone al lavoro». […] «[…] Il sistema non ha alcun incentivo all'occupazione. Le imprese, parlo di quelle più grandi, pagano il 24 per cento di Ires, il 5 per cento fra Irap e imposte sostitutive, più il 26 per cento al momento della distribuzione degli utili. Con una tassazione così come si fa a immaginare che le aziende abbiano voglia di assumere e crescere? […]».
Da dove partirebbe?
«Dal rafforzamento delle scuole professionali. L'industria, la metalmeccanica al Nord hanno bisogno di specialisti. […]».
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