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BREXIT, COMINCIAMO BENE - CAMERON: ''IL REFERENDUM SI FARÀ IL 23 GIUGNO'', MA SEI MEMBRI DEL SUO GOVERNO VOTERANNO CONTRO L'UNIONE EUROPEA, COMPRESO IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA: ''L'ACCORDO RAGGIUNTO NON BASTA, IL REGNO UNITO SARÀ PIÙ RICCO FUORI DALL'UE''

david camerondavid cameron

1.BREXIT: CAMERON, REFERENDUM GB IL 23 GIUGNO

 (ANSA) - Gli elettori britannici saranno chiamati a votare il 23 giugno per il referendum sulla permanenza o meno del Regno Unito nell'Ue. Lo ha annunciato il primo ministro conservatore, David Cameron, a margine di una riunione straordinaria del governo svoltasi oggi dopo l'accordo di Bruxelles della scorsa notte su quello che Downing Street definisce "il nuovo status speciale della Gran Bretagna" all'interno del Club dei 28.

 

2.BREXIT:BBC,6 RIBELLI IN GOVERNO GB VOTERANNO CONTRO UE

 (ANSA) - Sono almeno sei i componenti del governo Tory britannico - 5 ministri e un sottosegretario - che intendono votare a favore della Brexit e in dissenso dal premier David Cameron al referendum del 23 giugno sulla permanenza o meno di Londra nell'Ue. Lo riferisce la Bbc. Il personaggio di maggior spicco e' Michael Gove, titolare della Giustizia. Ma pesano anche i nomi di Iain Duncan Smith (Lavoro), di John Whittingdale (Cultura) e di Chris Grayling, capofila storico degli euroscettici nel gabinetto.

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Sulla linea di Cameron, oltre a figure scontate come il cancelliere dello Scacchiere e alter ego del premier, George Osborne, si conferma invece la titolare dell'Interno, Theresa May, in passato in fama di euroscettica dura. Sicuro il sì all'Ue anche dell'emergente ministro della Attività Produttive, Sajid Javid, mentre non si è espresso - ma è ritenuto sul carro del premier salvo sorprese - il collega degli Esteri, Philip Hammond, altro euroscettico storico. Gove, da parte sua, ha detto che il suo no a Cameron, del quale è stato un fedelissimo ed è un amico di lunga data, è stato "doloroso".

 

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"E' una delle decisioni più difficili della mia vita", ha aggiunto il ministro della Giustizia, affermando tuttavia - quasi a riecheggiare in modo uguale e contrario le parole del premier - d'essere convinto che l'accordo di Bruxelles non sia sufficiente e che la Gran Bretagna possa essere "più libera, più giusta e più prospera fuori dall'Ue". Ora tutte le attese sono concentrate sul popolare sindaco conservatore di Londra, Boris Johnson, che non ha ancora sciolto la sua riserva sul referendum: potrebbe farlo domani.

 

3.BREXIT: CAMERON, RISPETTERÒ ESITO REFERENDUM QUALUNQUE SIA

 (ANSA) - Spetterà al popolo britannico decidere il futuro del Regno Unito nell'Ue e "qualunque cosa" esso deciderà "faro' del mio meglio per adempiervi". Così il premier David Cameron di fronte al numero 10 di Downing Street, nel discorso in cui ha annunciato per il 23 giugno la data del referendum sulla Brexit dopo la riunione straordinaria del governo convocata per illustrare nel dettaglio l'accordo raggiunto ieri a Bruxelles.

Michael GoveMichael Gove

 

"Io amo la Gran Bretagna, non Bruxelles", ha esordito Cameron, sottolineando tuttavia che la scelta referendaria non verte sull'amore per l'Ue, ma sulla valutazione se sia più conveniente per il regno restare all'interno o uscirne. "La scelta - ha concluso - è nelle vostre mani, ma la mia raccomandazione è chiara: io credo che la Gran Bretagna sia più sicura, più forte e più prospera in un'Europa riformata".

 

4.CAMERON, LASCIARE UE DANNEGGEREBBE SICUREZZA ED ECONOMIA GB

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 (ANSA) - La Gran Bretagna sarà "più sicura, più forte e più prospera in un'Europa riformata" di quanto lo sarebbe uscendo dall'Ue. Lo ha affermato oggi il premier David Cameron dopo una riunione straordinaria del governo dedicata alla discussione dell'accordo raggiunto ieri sera sulle relazioni fra Londra e Bruxelles con gli altri leader del Club dei 28. Cameron ha poi ammonito che chi è a favore della Brexit rischia di danneggiare sia l'economia, sia la sicurezza del Regno Unito di fronte a criminalità e terrorismo.

 

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Ha quindi sottolineato di aver mantenuto "la promessa fatta tre anni fa", quando annunciò di voler negoziare una revisione dei rapporti con l'Ue e convocare poi un referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell'Unione, sottolineando che il voto - fissato oggi per il 23 giugno prossimo - sarà un momento "storico". E ha infine confermato che i ministri del governo conservatore - in parte contrari all'accordo da lui raggiunto - avranno "libertà di voto".(