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BREXIT, E ORA CHE SUCCEDE? DOPO L’ENNESIMA BOCCIATURA ALL’ACCORDO DI DIVORZIO DELLA GRAN BRETAGNA DALL’UE, L’EUROPA VEDE SOLO DUE STRADE: RINVIO LUNGO O “NO-DEAL” - DA BRUXELLES IN UNA NOTA LA COMMISSIONE EUROPEA FA SAPERE CHE UNO SCENARIO DI “USCITA SENZA INTESA DALL’UE” A PARTIRE DALLA MEZZANOTTE DEL 12 APRILE "È QUELLO PIÙ PROBABILE" – E 'IL PARLAMENTO DI SCIMMIE' DI BANKSY TORNA IN MOSTRA A BRISTOL: “IL RITRATTO DI UNA NAZIONE”
Deluso dall'ennesimo voto contrario da parte di Westminster all'accordo di divorzio della Gran Bretagna dall'Unione europea, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha convocato un nuovo summit comunitario per il 10 aprile. Entro questa data, il governo britannico dovrà decidere se chiedere un rinvio lungo di Brexit, partecipando alle prossime elezioni europee del 23-26 maggio. Oppure annunciare la sua uscita d'emblée.
In un comunicato, la Commissione europea ha spiegato qui a Bruxelles che ormai una hard Brexit, ossia una uscita del regno Unito dall'Unione senza accordo, «è probabile». In realtà, il governo britannico ha due possibilità, come detto. La prima è certamente hard Brexit. L'altra è di chiedere un nuovo rinvio dell'uscita, prevista in origine per oggi 29 marzo, poi spostata al 12 aprile nel caso di una bocciatura dell'accordo di recesso, altrimenti al 22 maggio, prima del voto europeo.
Una presa di posizione inglese deve giungere a ridosso del vertice del 10 aprile, «in tempo perché i Ventisette possano valutare per bene il da farsi», ricorda un negoziatore comunitario. Addirittura quest'ultimo spiegava di prevedere che una lettera venga inviata al presidente Tusk entro la fine della settimana prossima. Ai brexiteers non piacciono le due ipotesi: né il rinvio lungo, né la partecipazione della Gran Bretagna alle elezioni europee.
In questo contesto, si può immaginare che la premier Theresa May, se ancora al potere nei prossimi giorni, possa voler utilizzare la missiva per fare nuova pressione sui brexiteers perché accettino l'intesa, tentando ancora una volta di fare passare l'accordo in Parlamento, magari cambiandole la veste giuridica perché sia accettabile allo Speaker, che ha rifiutato ulteriori scrutini sull'accordo di divorzio. «Un quarto voto è possibile», spiegava stamani un diplomatico europeo.
Accordi settoriali e parziali «non sono un'opzione praticabile», ha ricordato oggi la Commissione europea nel suo comunicato. «I benefici dell'accordo di recesso raggiunto lo scorso novembre, compreso il periodo transitorio – ha poi aggiunto l'esecutivo comunitario - non potranno applicarsi in alcun caso» se l'uscita del Regno Unito dall'Unione avverrà in uno scenario di Brexit senza accordo. «L'Unione resterà unita ed è pienamente preparata» a una hard Brexit.
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THERESA MAY ALLA CAMERA DEI COMUNI
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