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MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN
Francesco Bonazzi per Dagospia
Pagheremo caro, pagheremo tutto. Lo scandalo dei debiti della Pubblica amministrazione con i suoi fornitori costa all’Italia una procedura d’infrazione europea e adesso Roma ha due mesi per rispondere ai rilievi della Commissione. In ballo ci sono 75 miliardi di debiti con le imprese, secondo l’ultimo censimento di Bankitalia (per il Tesoro sono 60), e un danno d’immagine internazionale assai rilevante.
La procedura è stata aperta con urgenza perché Bruxelles ritiene che l’Italia non stia applicando in modo corretto una direttiva Ue sui pagamenti del 16 marzo 2013 e perché sono arrivate parecchie denunce, in base alle quali “in Italia le autorità pubbliche impiegano in media 170 giorni per pagare servizi o merci fornite e 210 giorni per i lavori pubblici”.
Grandi polemiche per il fatto che la procedura sia firmata da un forzista come il commissario uscente Antonio Tajani, che però l’aveva annunciata in tutti i modi. Per il ministro Pier Carlo Padoan si tratta in ogni caso di una mossa “incomprensibile”.
Intanto, con 322 voti a favore e 149 contro, il decreto Irpef viene convertito in legge a cinque giorni dalla sua scadenza. Ci sono stati ben 150 assenti e diversi deputati di Sel, Vendola compreso, hanno votato “sì”. Una decisione motivata anche dall’esigenza di arginare l’emorragia di deputati vendoliani verso il Pd.
La notizia del giorno a Montecitorio, però, è stato il ritorno del condannato Silvio Berlusconi. Alla vigilia del processo d’appello per Ruby e dell’appuntamento settimanale con gli anziani di Cesano Boscone, l’ex Cavaliere ha organizzato una conferenza stampa per lanciare il progetto di presidenzialismo di Forza Italia.
Il Banana ne ha approfittato per attaccare Re Giorgio, accusato di forzare il dettato costituzionale sui suoi poteri in modo “patologico”, e per ripetere a Renzie e Calderoli che con Grillo non si possono certo fare le riforme. Il 3 luglio, il Senato esaminerà il ddl Riforme e oggi la sensazione è che, nonostante le aperture grilline, un grande patto Renzie-Alfano-Calderoli-Berlusconi sia questione di giorni.
Intanto i Cinque Stelle hanno presentato una mozione di sfiducia individuale contro Beatrice Lorenzin. L’alfaniana ministra della Salute è accusata di essere inadeguata per un ruolo tanto delicato, alla vigilia, tra l’altro, di nuove decisioni impopolari sui ticket. Si tratta di una mossa insidiosa perché Lorenzin non è certo amata dalle parti di Lega e Forza Italia.
napolitano berlusconiBERLUSCONI BERTINOTTI MARINI NAPOLITANO Antonio Tajani e Gloria Porcella
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