DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Bonazzi per Dagospia
“Il gufo è Renzie” dice Beppe Grillo con in mano i dati dell’Istat che certificano la nuova recessione italiana, ma nel giorno della doccia fredda il premier chiede ai parlamentari della maggioranza “coraggio per far ripartire la speranza”, che tradotto in pratica vuol dire accelerare su tutte le riforme in cantiere, a cominciare da quella del lavoro. Non ci saranno nuove manovre, dicono in coro Renzie e Padoan, ma grande attenzione alle spese. Intanto l’incontro con Berlusconi sull’Italicum va meno bene del previsto, con le resistenze del Cavaliere sul tema delle preferenze.
Dunque l’Istat dice che nel secondo trimestre del 2014 l’economia è arretrata dello 0,2%, dopo il meno 0,1% del primo trimestre. Tecnicamente siano quindi in recessione e la Borsa ha subito reagito male, chiudendo in calo del 2,7%, mentre lo spread è tornato a salire a quota 170 punti. In una lettera sui prossimi “mille giorni” ai parlamentari della maggioranza, Renzie è tornato a chiedere il massimo impegno sulle riforme perché la sua linea resta sempre questa: se l’Italia fa in fretta le riforme, l’economia riparte e comunque l’Europa ci può anche concedere qualcosa. Se stiamo fermi, invece, siamo condannati.
GRILLO SCONFITTO DALLA PESTE ROSSA RENZI
Visto che mancano diversi miliardi all’appello – la cifra più gettonata è intorno alla ventina – tornano le voci su una manovra correttiva, ma Renzi e Padoan dicono che “non è dietro l’angolo”. Il governo, sembra di capire, punta molto sui tagli di spesa e sul disboscamento delle detrazioni fiscali.
Sul fronte della politica pià politichese, stamani c’è stato l’atteso faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzie per fare il tagliando al Patto del Nazareno. L’incontro è durato tre ore, tutti gli interessati dicono che è andato bene e che l’accordo regge. E’ vero, ma mentre il capo di Forza Italia ha aperto la porta sull’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza e sull’abbassamento degli sbarramenti per i partitini, si è invece registrata una chiusura abbastanza netta sul tema delle preferenze. In ogni caso, ci sarà un nuovo incontro a settembre.
In Senato, intanto, va spedita la riforma Boschi, che potrebbe essere approvata domani sera. Oggi sono cambiate alcune regole per l’elezione del presidente della Repubblica: non ci saranno più i delegati regionali e l’elezione si svolgerà a scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea, Dopo il quarto scrutinio, però, sarà sufficiente la maggioranza dei tre quinti e dopo l'ottavo scrutinio sarà sufficiente la maggioranza assoluta. Sono regole che potrebbero servire prima del previsto, perché Giorgio Napolitano aspetta che siano approvate un po’ di riforme per porre il problema della sua permanenza al Quirinale
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