DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO -…
IL PROCURATORE AGGIUNTO DI MILANO ALFREDO ROBLEDO
Francesco Bonazzi per Dagospia
Tre a uno per Alfredo Robledo e tutti negli spogliatoi. Il primo tempo della partitaccia tra le toghe milanesi va benissimo per il procuratore aggiunto che ha osato sfidare il suo capo, e gran papavero rosso di Magistratura democratica, Edmondo Bruti Liberati. Silvio Berlusconi, da casa, per una sera andrà a letto felice.
EDMONDO BRUTI LIBERATI E FRANCESCO GRECO
Succede che la settima commissione del Csm, il sinedrio dei magistrati, decide a maggioranza di proporre al “plenum” un bel cappottino disciplinare per Bruti. Il magistrato avrebbe sbagliato nel non coinvolgere formalmente il suo aggiunto nella gestione del Ruby bis e del Ruby ter. Un due a zero secco per Robledo, al quale però va aggiunta la faccenda dei provvedimenti disciplinari di competenza del ministero (su proposta del Pg della Cassazione). Il Csm li prospetta per entrambi e quindi ecco spiegato il 3-1, chiedendo scusa per la metafora pallonara. Il Banana potrà un po’ approfittarne facendo credere che quindi la storia di Ruby andrebbe tutta riscritta, Ruby Uno compreso.
Sul fronte della politica e degli affaroni, mentre dal Mose emergono mazzette e fango vari, oggi tocca all’Expo. Renzie lo difende sempre a spada tratta, ma è il leghista Maroni che va in cantiere e ammonisce: “Le opere sono in ritardo e il governo deve darsi una mossa”. Come si dice qui in Italia, il presidente della Lombardia si è fatto bello con poco: i suoi poteri in materia sono vicini alla zero. In compenso oggi gli hanno messo sulla zucca un caschetto da operaio di colore verde. Padania o non Padania.
Ci riporta al bello e al necessario il nostro Re Giorgio, che alla presentazione dei candidati ai David di Donatello spiega alla nazione: “Non potevo mancare qui, visto il temporaneo prolungamento del mio mandato”. Domani, sui giornali, festa grande col totonomi! Ma Bella Napoli tesse anche il consueto elogio delle riforme costituzionali (ancora da fare). Sarà un caso, ma in commissione Affari costituzionali oggi hanno fatto fuori il ciellino ex montiano Mario Mauro, che sulle riforme ha idee personali. Lui comunque l’ha presa cristianamente: “Renzi è il boia, Casini l’inquisitore”.
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