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Francesco Bonazzi per Dagospia
Avrà perso Pavia apposta per essere poi più libero di candidarsi alla guida di Forza Italia, ma certo che la sconfitta del trentaquattrenne Alessandro Cattaneo sulle rive del Ticino è tutto meno che un colpo di scena “locale”. E il fatto che arrivi nello stesso giorno in cui i moderati trovano un “nuovo” campione in Ciriaco De Mita, 80 anni tondi tondi, ex segretario Dc eletto trionfalmente sindaco di Nusco contro il Pd, fa riflettere sul “renzismo” senza Renzi.
Che non è solo un problema del Pd – il premier si è eclissato dai ballottaggi – ma anche di Berlusconi, che vorrebbe tanto una svolta giovane nel suo partito e tanto apprezza l’ex sindaco fiorentino.
Cattaneo sembrava perfetto. Un mandato da sindaco senza infamie e senza maneggi, anche se il Comune è sotto inchiesta. Bella parlantina, faccia pulita, le comparsate “giuste” nei talk show con l’autorizzazione del Capo. Le cronache lo davano, e lo danno, futuro reclutatore di giovani talenti azzurri. Ma il Cavaliere lo considera(va) “il mio piccolo Renzi” e aveva progetti ben più gloriosi per questo ragazzone che a 29 anni era già sindaco.
Progetti ambiziosi, che comprendevano il perdono per essersi fatto promotore di una corrente, i cosiddetti “formattatori”, che poi in realtà ha abbaiato solo a cani già mollati dal Padrone. Ma Cattaneo ci si è fatto una qualche fama giornalistica. Un rottamatore “octroyé”, però.
Formigoni tra Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia, e Gianfranco Abelli
Ieri ha perso per una manciata di voti contro un professore di liceo del Pd, Massimo Depaoli, vent’anni più vecchio di lui. Depaoli non ha avuti al suo fianco Renzi, ma si è arrangiato lo stesso. E alla fine ha battuto l’astro nascente Brambilla, che si è subito complimentato via Twitter da vero giovane.
Non si saranno messi a piangere né i Verdini, né i Fitto. Ma chissà se l’ex Cavaliere, che invecchiando è sempre meno spietato, lo punirà davvero per la figuraccia pavese, oppure farà finta di niente e si terrà in palma di mano il suo “Renzino”.
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