
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"
Il primo hashtag #vinciamonoi , con il suo entusiasmo un po’ arrogante, non aveva portato fortuna. Il ripiego più cauto del #vinciamopoi, che poteva facilmente trasformarsi in un boomerang, ha invece ottenuto un primo successo, clamoroso: il Movimento 5 Stelle fa il colpo grosso a Livorno, disarcionando dopo quasi 70 anni la sinistra e sradicando il Pd locale dal suo passato glorioso.
Ma non si ferma qui la riscossa di Grillo, perché il Movimento vince anche a Civitavecchia, anche in questo caso contro un candidato del Pd. Niente da fare invece nell’altra roccaforte rossa, Modena, che resiste all’assalto dei 5 Stelle. Al primo turno il partito guidato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio era riuscito a sbaragliare gli avversari solo in un piccolo Comune, Montelabbate, nelle Marche.
Le Europee sembravano aver segnato una battuta d’arresto preoccupante per il Movimento, bloccando un’avanzata che sembrava inarrestabile. Nessun sorpasso, ma anzi un arretramento che aveva sconcertato lo stesso Grillo. Questa tornata delle Amministrative dà una boccata d’ossigeno al Movimento, confermando non solo la capacità di strutturarsi nel territorio, ma avvalorando anche le ultime mosse controverse del Capo.
Grillo, dopo il voto europeo, era sembrato sbandare, frastornato dallo stop delle urne. Dopo l’esaltazione di Enrico Berlinguer, era arrivato l’inaspettato avvicinamento a Nigel Farage, il discusso protagonista delle elezioni britanniche. Una mossa che sembrava minare il fragile equilibrio politico dei Cinque Stelle.
E se è vero che il Movimento, in queste elezioni, è rimasto fedele al suo credo isolazionista, evitando qualunque apparentamento formale, è anche vero che ha ottenuto appoggi trasversali, da sinistra a destra. Spesso ricambiandoli. E non è sfuggito agli osservatori il rinsaldarsi di un asse populista con la Lega Nord. Giocato in chiave antieuropea, ma anche in una prospettiva antisistema.
Gli arresti di questi giorni, le inchieste sul Mose, il coinvolgimento di importanti dirigenti di Pd e Forza Italia, sono sembrati un buon viatico a Grillo per rafforzare la sua tesi: i partiti sono tutti uguali. E il caso Orsoni è servito per affondare il colpo contro i democratici, visto che proprio sulla fine della storica «diversità» della sinistra Grillo scommette da sempre.
Forse neanche l’esito del voto in questa tornata potrà dare una risposta politica vera ai dubbi sulla tenuta del Movimento.
Quello che è certo è che la vittoria dell’ingegnere aerospaziale Filippo Nogarin a Livorno segna il riscatto perlomeno simbolico di Beppe Grillo e un’arma potente contro il Partito democratico. Senza dimenticare che nelle strane convergenze parallele di questo voto c’è anche il sostegno ai 5 Stelle di una lista di sinistra, «Buongiorno Livorno».
CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea
ballottaggi filippo nogarin livorno 3
ballottaggi filippo nogarin livorno 2
GIANROBERTO CASALEGGIO E ELENA SABINA DEL MONEGO
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