VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Flavia Amabile per "La Stampa"
Sarà un inverno molto «duro», mette in guardia l'Organizzazione mondiale della sanità. Perché anche nei Paesi virtuosi in cui la copertura è buona l'immunità completa è una chimera, e con i contagi che aumentano in tutta Europa la strada da seguire resta sempre la stessa, accelerare con i vaccini.
La pandemia, insomma, è tutt'altro che finita. In Italia, dove per le somministrazioni sono avanti, i contagi tornano a superare quota 100mila, mentre l'Europa tutta si prepara a far fronte alla quarta ondata dell'epidemia con nuove restrizioni.
In Gran Bretagna è stato introdotto l'obbligo di vaccino per il personale sanitario in prima linea mentre in Francia il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha annunciato una campagna di vaccinazioni con terze dosi per la fascia di età dai 50 ai 64 anni a partire dagli inizi di dicembre e il pass sanitario a chi ha oltre 65 anni solo con la terza dose.
C'è poi il dibattito sul lockdown per i no vax imposto dall'Austria e sul super Green Pass. Il governatore altoatesino Arno Kompatscher rilancia, e invita il governo a far sua in particolare l'ipotesi del super Green Pass per guariti e vaccinati, come in altri Paesi europei: «Abbiamo chiesto a Roma di prevedere dei vantaggi per i vaccinati, come già avviene altrove».
Ieri - 100.205 positivi - è stato per il nostro Paese un giorno quasi da record. Era dal 27 settembre che la soglia 100mila non veniva scavalcata. I casi delle ultime ventiquattr'ore sono 6.032, i morti 68 (19 dei quali recuperi di giorni precedenti), il tasso di positività è dello 0,9% e la pressione sui reparti ospedalieri sta lentamente aumentando anche se è ancora gestibile.
Secondo l'ultimo aggiornamento di Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, c'è attenzione soprattutto in Friuli e Marche, che hanno superato la soglia di allarme del 10% del tasso di occupazione delle terapie intensive.
Il centro della pandemia in Italia è Trieste, teatro principale nei giorni scorsi delle manifestazioni contro il Green Pass. Il focolaio legato alle proteste ha superato i 200 positivi mentre appare sempre più difficile realizzare il tracciamento dei casi fra i partecipanti, la stragrande maggioranza dei quali non è vaccinata.
«Non è possibile che un'intera città venga rovinata da quattro deficienti», si sfoga il sindaco Roberto Dipiazza. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha puntato l'indice contro manifestazioni non del tutto autorizzate che hanno messo a rischio la sicurezza di tutti.
E il Viminale si è mosso verso una stretta alle proteste con lo stop ai cortei e il via libera solamente alle manifestazioni statiche e in sicurezza. «Dobbiamo mantenere i piedi per terra - ha ribadito il ministro della Salute Roberto Speranza -. Guai a pensare che la battaglia sia vinta». Anche perché, aggiunge il ministro del Lavoro Orlando, «i numeri economici confermano la fondatezza del Green Pass».
Italia a parte, la situazione è particolarmente grave nell'Europa dell'est, dove le somministrazioni procedono a rilento. Soprattutto in Romania, una regione in cui, un po' per la tradizionale sfiducia della popolazione nei confronti dell'autorità e un po' per credenze arcaiche, appena il 40% della popolazione ha concluso il ciclo e i primi 4 pazienti stanno arrivando in Italia per l'impossibilità degli ospedali locali di curare altri pazienti.
Anche in Bulgaria, Serbia e Croazia, preoccupano contagi e ricoveri. E all'ovest Paesi come Regno Unito, Germania, Olanda e Danimarca, nonostante una media di 7 vaccinati su 10, le restrizioni sono di nuovo all'ordine del giorno.
In Francia il presidente Emmanuel Macron si è rivolto alla nazione per annunciare che dagli inizi di dicembre la terza dose sarà effettuata anche a chi ha oltre 50 anni e che nelle scuole sarà mantenuto l'obbligo di mascherine. Anche la Danimarca ha reintrodotto il Green Pass.
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