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Lucia Sgueglia per “La Stampa”
vladimir putin premia silvia burini
Nel Giorno dell’Unità Nazionale, ripristinato da Putin nel 2005 sostituendolo all’anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, e divenuto dopo i fatti di Crimea un manifesto del neonazionalismo russo, il presidente russo premia la sua amica italiana Silvia Burini - licenziata per colpa di Mosca - in una cerimonia solenne al Cremlino, consegnandole personalmente la medaglia di Pushkin, riconoscimento riservato ai promotori della cultura di Mosca nel mondo.
Nella sontuosa sala di San Giorgio, la «donna-scandalo» di Ca’ Foscari, direttore del Centro Studi sulle Arti della Russia, è seduta accanto al ministro della Cultura Medinsky: a maggio, in piena crisi Ucraina, fu costretta a dimettersi da prorettrice dell’ateneo veneziano per aver consegnato proprio a lui, nazionalista, omofobo, sostenitore di una «politica culturale di Stato» e convinto che «la Russia non è Europa», una prestigiosa onorificenza, tra polemiche e proteste di accademici e studenti.
putin nel giorno dell unita della russia con tutti i leader religiosi
«Grazie per dire la verità sulla vita della Russia moderna», dice il capo del Cremlino a Burini e altri sei suoi colleghi. A margine la studiosa si schermisce: «Si è trattato di una vicenda pretestuosa, legata a una situazione interna di Ca’ Foscari, non era nemmeno un premio, ma un riconoscimento alle istituzioni nell’anno del Turismo italo-russo, da parte di una piccola università».
Fuori, il centro di Mosca è invaso da giovani «lealisti», funzionari di partito e minoranze etniche, in un tappeto di bandiere russe e striscioni inneggianti a «Novorossia! Siamo con te», «Russia e Crimea insieme per sempre», «Non ci piegheremo! Viva Putin!», il concerto del cantante sovietico Kobzon appena tornato da Donetsk. E più in periferia, la Marcia Russa delle destre estreme, tra saluti nazi, stendardi zaristi, bandiere separatiste al grido di «Russia ai russi».
putin giorno dell unita della russia
La scenografia sembra perfetta. Ma Putin non fa l’annuncio che tutti aspettano. «Quest’anno abbiamo dovuto affrontare sfide difficili e la Russia ha dimostrato che è in grado di difendere i propri interessi nazionali. Nessuna minaccia ci costringerà ad abbandonare i nostri valori e ideali», dice aprendo il gran ricevimento in onore della festa, in un trionfo di oro e stucchi. E ancora, e prima di sedersi accanto al Patriarca di Mosca Kirill e dare il via al banchetto: «La sovranità della Russia ha lo stesso valore fondamentale della libertà e della democrazia».
Un riconoscimento del voto separatista nel Donbass? «Non è necessario. Il Ministero degli Esteri ha già detto tutto ciò che si poteva dire, e noi non abbiamo questo compito», dichiara Dmitri Peskov, portavoce del leader russo. «Sono elezioni svolte in quelle che si autodefiniscono repubbliche - nota in tono quasi dismissorio - e la Russia non è parte in questo conflitto».
nazionalisti russi nel giorno dell unita
Ma di fronte alla minaccia di un inasprimento delle sanzioni Ue e Usa contro Mosca, Peskov ribadisce che «è illogico incolpare la Russia di destabilizzare l’Ucraina». Mosca è interessata ad avere confini stabili, e per la pace «ha fatto e farà tutto il possibile». Peskov insiste per «promuovere il dialogo tra Kiev e i rappresentanti di questi territori». L’Italia con Mogherini alla Ue ha deluso Mosca sposando la linea dura su Ucraina, Russia e sanzioni? «Ormai lei non ha più rapporti con l’Italia».
la festa dell unita nazionale russa
Cautela, dunque. Dopo aver espresso «rispetto» per il voto, la Russia frena nel riconoscere le regioni orientali ucraine come Stati indipendenti. I ribelli da Donetsk si allineano proponendo a Kiev «dialogo» e lasciando così al governo ucraino la parte del «cattivo». Forse effetto delle telefonate dissuasorie di Merkel e altri leader europei. O dello scarso sostegno che un’eventuale annessione del Donbass, dopo quella della Crimea, sembra avere tra i russi. Per Mosca l’ipotesi di un conflitto congelato, basta e avanza a destabilizzare Kiev in eterno.
Sotto enormi lampadari in cristallo, a tavola c’è tutta la Russia che conta nella cultura e nell’arte, leader religiosi e «nuovi patrioti»: il filosofo Dughin, ritenuto l’ideologo della Novorossia e del neoimperialismo, chiacchiera con A. Prokhanov, direttore di un quotidiano nazionalista e consigliere di alcuni comandanti ribelli, e si fa 20 volte il segno della croce prima di accomodarsi.
cortei per la festa dell unita russa
Nel menù, che ha stampata su l’effigie di Kuzma Minin e Dmitry Pozharsky, eroi della liberazione di Mosca dagli invasori polacchi nel 1612 e simbolo della ricorrenza, ci sono granchio, orata, sorbetto al pompelmo, vitello con patate e funghi, gelato al cioccolato e vaniglia.
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