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Giuseppe Sarcina per il “Corriere della sera”
Il «caso Ucraina» accende uno scontro durissimo tra Donald Trump e Joe Biden, al momento il suo rivale più accreditato per le elezioni del 2020. La nuova polemica ruota sulla «promessa» fatta da Trump al neo presidente dell' Ucraina, Volodymyr Zelensky. In una telefonata del 25 luglio scorso il leader americano avrebbe chiesto addirittura otto volte all' interlocutore di riaprire un' inchiesta giudiziaria per corruzione già chiusa su Hunter Biden, consigliere di amministrazione della Burisma, un'azienda di gas e, soprattutto, figlio dell' ex vice numero due di Barack Obama. In cambio Trump avrebbe assicurato lo sblocco delle forniture militari per 250 milioni attese dall' Ucraina per fronteggiare l' invasione dei russi nel Donbass.
In realtà, secondo informazioni raccolte dal Corriere, il vero artefice di tutte queste manovre e dell' ennesimo pasticcio è Rudy Giuliani, avvocato personale di Trump. Ma un passo alla volta, perché il caso è complicato. In quegli stessi giorni di luglio la Casa Bianca diffuse il solito comunicato generico sulle telefonate del presidente con i leader stranieri. Kiev, invece, pubblicò una nota con qualche dettaglio in più: «Trump è convinto che il nuovo governo ucraino sarà in grado di completare le inchieste sui casi di corruzione che ostacolano l'interazione tra Ucraina e Usa». Qual è il riferimento?
vladimir zelensky giura da presidente dell'ucraina 1
Probabilmente lo stesso che il 12 agosto spinge un agente dei servizi segreti a informare il suo superiore a Washington, Michael Atkinson, Ispettore generale della Comunità di Intelligence. Atkinson, a sua volta, trasmette il rapporto, definito «urgente» e «allarmante» a Joseph Maguire, direttore ad interim della Nsa (National Security Agency), l'agenzia che coordina i servizi segreti americani. Maguire, che è stato scelto da Trump nell'agosto scorso per sostituire lo scomodo Dan Coats, insabbia tutto.
Ma nei giorni scorsi il Washington Post rivela la storia. Si mette in movimento il Congresso. Adam Schiff, democratico, presidente della Commissione Intelligence della Camera, chiede di acquisire sia il rapporto dell'informatore (il whistleblower) sia il resoconto completo della telefonata Trump-Zelensky.
l'occhio iniettato di sangue di joe biden 2
Ieri Trump ha lanciato la controffensiva, investendo Biden con un tweet: «Joe Biden ha chiesto al governo ucraino di licenziare un procuratore che stava indagando su suo figlio, minacciando di bloccare un ingente ammontare di soldi americani destinati all' Ucraina».
Biden ha replicato definendo «ripugnanti» le parole di Trump e chiedendo anche lui che siano resi noti i contenuti della chiacchierata con Zelensky. Ed Elizabeth Warren, altra candidata alle primarie, ha rilanciato la richiesta di «impeachment» per il presidente.
Ma la figura chiave è Giuliani. Attenzione alle date. Zelensky viene eletto presidente il 20 maggio 2019.
Pochi giorni dopo l'ex sindaco di New York chiede un appuntamento: vuole convincere Zelensky a confermare il Procuratore generale dell'Ucraina Yuriy Lutsenko, già condannato per appropriazione indebita nel 2010 e poi graziato dall' allora presidente filo russo Viktor Yanukovich. In quei mesi Lutsenko aveva fatto sapere a Giuliani di aver raccolto «indizi» sufficienti per riaprire le indagini sulla Burisma e quindi su Hunter Biden.
Zelensky, però, ha vinto le elezioni promettendo pulizia nel governo e rifiuta di vedere Giuliani per parlare di Lutsenko. Non solo. Il 29 agosto il presidente ucraino manda via il Procuratore amico di Giuliani e lo sostituisce con uno suo stretto collaboratore, Ruslan Riaboshapka. La manovra dell'avvocato di Trump per incastrare Biden si dissolve. Il 12 settembre l' Amministrazione di Washington invia gli aiuti militari promessi a Kiev.
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