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DA CALAIS INIZIA LA SCALATA DELLA LE PEN ALL’ELISEO - NELLA “JUNGLE” DEI RIFUGIATI IL FRONT NATIONAL TRASFORMA LA PAURA IN VOTI - IN CITTÀ GLI STRANIERI NON SI VEDONO MA SONO DIVENTATA L'ARMA PROPAGANDISTICA PIÙ FORTE DELL’ESTREMA DESTRA

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CALAIS MIGRANTICALAIS MIGRANTI

Francesca Paci per “la Stampa”

 

Tarda mattinata, Calais, la città che una settimana fa si è consegnata al Fronte Nazionale e ora si chiede se quel 50% di consensi locali all' estrema destra sia stato solo un avvertimento agli altri partiti o la rivelazione di quanto la Francia non voleva vedere. Due giovanissimi passeggiano nel centro commerciale Coeur de Vie, a dieci minuti di auto dalla «jungle», il campo sulle dune dove seimila migranti aspettano tra le tende piantate nel fango un passaggio clandestino per il Regno Unito.

negozio nella junglenegozio nella jungle

 

Una domanda sulle elezioni? Lei, 19 anni, piercing sul mento, capelli viola: «Non m' interessa la politica». Votate? Lui non può, è minorenne, ma non vede l' ora di dare la sua preferenza a Marine Le Pen. La ragazza l' ha già fatto domenica scorsa: «La Le Pen è l' unica ad ascoltare la nostra paura di essere aggrediti per un telefonino. Oggi? Deciderò all' ultimo minuto».
 

Calais non parla d' altro che degli «stranieri» anche se in realtà non se ne vedono per le strade spazzate dal vento freddo della Manica. Si notano di più le sagome delle fabbriche abbandonate che cingono il centro e i negozi chiusi sulle cui saracinesche spiccano i manifesti del FN. Ma sebbene tutti ammettano che il 18% di disoccupazione, 5 punti sopra la media nazionale, non dipende dagli «stranieri», il tema sono loro.
 

marine le penmarine le pen

«Non mi piace la politica ma voto Fronte Nazionale perché voglio sentirmi sicura» dice la commessa 25enne del Fournil de le Tour, davanti alla statua branzea di De Gaulle. Tra i banchi del mercato massaie e pensionati paiono più restii a dichiarare le proprie preferenze rispetto ai giovani che non mostrano imbarazzo a tifare Marine Le Pen.

 

«La città è morta, capisco chi voglia provare il Fronte Nazionale» ammette una nonna che un tempo ricamava merletti, l' antico orgoglio cittadino a cui oggi è dedicato un museo.
 

Secondo il demografo Hervé Le Bras l' estrema destra si diffonde tra i precari nel lavoro e nella vita soprattutto qui, nel dipartimento Nord Pas de Calais, antica roccaforte della sinistra, dove la manifattura è morta e sono rimasti i figli degli operai che si diplomano tre volte di più di trent' anni fa ma non hanno le competenze per inserirsi nella società dei servizi.
 

la jungle a giungo 2015la jungle a giungo 2015

Le luminarie di Natale lungo boulevard Jacquard non nascondono l' umore cupo di Calais. A ottobre Marine Le Pen la definì «città martire» assediata dai migranti, cavalcando l' emergenza con toni che forse, al netto del 50% di astensionismo, le sono valsi il raddoppio del risultato del 2010 e il distacco dallo sfidante repubblicano Xavier Bertrand, in forte recupero negli ultimi giorni.

migranti cercano di attraversare la manicamigranti cercano di attraversare la manica

 

La sua collega di partito e sindaco Natacha Bouchart ha invocato l' unità nazionale contro la minaccia dell' estrema destra antieuropeista e il deputato socialista Yann Capet ha chiesto ai suoi elettori di «fare muro» con lei, un sacrificio che qui ricorda quello dei «Bourgeois di Calais», i borghesi immortalati da Rodin che nel 1347 si offrirono agli inglesi in cambio della vita dei concittadini. Si combatte, ma per la sopravvivenza.
 

«I sindacati dei portuali e dell' Eurotunnel sono esausti, se da bastioni operaisti come loro senti la tentazione di votare Fn vuol dire che comunque vadano queste elezioni la rabbia popolare non diminuirà» osserva Bertrand Pericaud, 61 anni, storico segretario del partito comunista di Calais.
 

INCENDIO A CALAISINCENDIO A CALAIS

Seppure, come suggeriscono i sondaggi, finisse per uscire ridimensionato, il Fn ha lavorato a fondo sul territorio. Uno studio del quotidiano La Voix du Nord rivela che Marine Le Pen, l' unica a concedere autografi in strada, perde in competenza contro Bertrand ma stravince sulla vicinanza alla gente, il dinamismo e l' innovazione.
 

La disoccupazione

«Il problema vero è la disoccupazione ma il Fronte Nazionale ha fatto campagna sulla percezione della paura degli stranieri che gli ha reso il 75% dei suoi nuovi elettori» ragiona Philippe Henon direttore del Nord Littoral, quotidiano locale che come la Voix du Nord ha rotto la tradizionale neutralità per schierarsi contro il Fronte Nazionale al prezzo di essere escluso dalle conferenze stampa di Madame.
 

BANKSY CALAIS 1BANKSY CALAIS 1

I migranti, dice, sono concentrati nella «jungle» da dove escono la sera, specie il mercoledì quando i tir sono più numerosi, e tentano la sorte.
 

La «jungle» cresce alle spalle del porto da cui partono i ferry per Dover, 15 milioni di persone l' anno che transitano ma non si fermano più come prima. Le autorità hanno concesso il terreno e si sono ritirate: da settembre chi riesce a attraversare l' Europa si ritaglia uno spazio qui, tra latta e plastica, a ridosso di route de Gravelines, dove un pensionato piange la villetta svalutatasi in pochi mesi di 60 mila euro.

 

«Molti hanno lasciato le impronte in Italia e se vengono presi devono tornare indietro, per questo escono poco dal campo» racconta la volontaria dell' Auberge du Migrantes, Alexandra. Le associazioni forniscono tende e cibo ma non c' è un piano, un manager, nulla che assomigli, per dire, ai campi profughi siriani della Giordania. È l' altra Calais, lo spettro che si aggira per l' Europa.

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