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CALDEROLI NON SI ARRENDE: IL MINISTRO LEGHISTA PROVA A RIPROPORRE L'AUTONOMIA REGIONALE, NONOSTANTE LA CONSULTA L'ABBIA SMONTATA - PER FARLO, VUOLE USARE LA RIFORMA DELLA PROTEZIONE CIVILE COME CAVALLO DI TROIA - PALAZZO CHIGI STOPPA IL BLITZ: “SERVE UN APPROFONDIMENTO PRIMA DI PROCEDERE” – DIETRO LA FORZATURA C’E’ “L’INQUIETUDINE” DELLA LEGA CHE TEME DI VEDER STRACCIATA LA SUA RIFORMA-BANDIERA...
Alessandro De Angelis per La Stampa - Estratti
ROBERTO CALDEROLI GIORGIA MELONI
È rimasto l'ultimo dei mohicani: Roberto Calderoli, eternamente uguale a stesso sin da quando, negli anni Novanta, predicava secessione, Parlamento del Nord, preghiere al Dio Po. Negli anni Duemila praticò la devolution, poi azzoppata nelle urne. Eccolo ora, con astuzia luciferina, riproporre indomito l'Autonomia con altri mezzi, dopo che la Corte l'ha smontata con annesso referendum. E poi è si è inabissata in Parlamento, con scarso dispiacere degli alleati.
La storia è quella del classico blitz, tentato dal ministro delle Riforme e stoppato anche da Palazzo Chigi proprio ieri, con la consueta modalità del «serve un approfondimento prima di procedere».
Il cavallo di Troia per risuscitare l'Autonomia è la riforma della Protezione civile.
giorgia meloni roberto calderoli.
(…) Essendo la protezione civile una materia "no-Lep", e cioè non vincolata alla ridefinizione dei livelli essenziali di prestazione, Calderoli ha ritenuto di trovare un appiglio per accelerare, nell'ambito di una partita tutta politica su due terreni: nel governo e nella Lega.
La storia del blitz è la storia di un conflitto, a nome del Nord, la cui inquietudine, per la perdita di una bandiera storica (l'Autonomia appunto) si è amplificata sulla vicenda del "terzo mandato". L'obiettivo era di chiudere la partita nella riunione convocata ieri al ministero per poi portare il decreto al prossimo Cdm. È nel corso di questa riunione, seguita con attenzione da Palazzo Chigi, che si sono registrate delle perplessità che, in questi casi, sono sinonimo di "freno".
matteo salvini e roberto calderoli a pontida
Nell'ordine: dei rappresentanti del ministero dell'Ambiente (Forza Italia); dell'Interno su ambiti che coinvolgono i Vigili del Fuoco; del ministero della Protezione civile (Musumeci); del ministero (udite, udite) di Salvini; del capo dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano, nominato Commissario di Caivano, molto stimato da Alfredo Mantovano. Diversi dei presenti hanno una certa consuetudine con Palazzo Chigi e comunque sono avvezzi ad "informare" in queste situazioni prima di porre delle obiezioni.
Il punto è squisitamente politico. Si scrive "Protezione civile", si chiama Autonomia, nel senso di rapporto Stato-Regioni. Il terreno su cui si gioca sono le norme. La questione più delicata è quale sia il rapporto del provvedimento blitz col contenuto della riforma sopravvissuto alla mannaia della Corte.
matteo salvini roberto calderoli
La Consulta ha parlato di «un oggetto sostanzialmente indecifrabile», in cui «rimane unicamente la possibilità di trasferire specifiche funzioni concernenti alcune materie no-lep a condizione che non incidano su un diritto civile o sociale e che l'iniziativa regionale sia giustificata alla luce del principio di sussidiarietà». Il problema è che è complicato sostenere che, in situazioni emergenziali e calamitose, un provvedimento di Protezione civile possa non incidere su diritti civili e sociali. Poi c'è il problema politico dell'esclusione delle rimanenti regioni, su uno stravolgimento non banale. Morale della favola: quindici giorni per approfondire. E blitz sventato, per ora.
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