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Rodolfo Sala per "La Repubblica"
Ci risiamo, senatore Calderoli...
«Ho solo detto che le sembianze della Kyenge mi ricordano quelle di un orango».
E le pare poco? Siamo alle offese di stampo razzista.
«Nulla di razzista. Non volevo neppure essere offensivo».
Questo lo dice lei.
«La mia è stata una battuta infelice, lo ammetto. E chiedo scusa alla ministra. Ma fa parte del mio modo di essere. Sono abituato ad accostare le persone agli animali».
Dare della scimmia a un ministro di origine congolese è solo una battuta infelice?
«Mi viene spontaneo fare questi accostamenti. Quando vedo Enrico Letta, con quelle gambe lunghe, penso a un airone. Alfano mi ricorda una rana, la Cancellieri un cane San Bernardo, Saccomanni un papero, nel senso di Paperon de' Paperoni. Le dirò di più...».
Sentiamo.
«A Napolitano ho regalato una bottiglia di Amarone, scrivendogli che lui è come questo vino, migliora con gli anni. Il presidente non si è offeso, mica ha pensato che volessi dargli dell'ubriacone, anzi mi ha ringraziato con una bellissima lettera».
Il paragone non regge, senatore...
«Senta, un conto è rilasciare un'intervista e dare giudizi che possono essere ritenuti offensivi. Altro è tenere un comizio di 45 minuti davanti a 1.500 persone per parlare di immigrazione a Bergamo. C'è stata una battuta infelice in un discorso di quasi un'ora. Ma quella battuta è stata decontestualizzata e amplificata ad arte. Se avessi detto che Alfano mi sembra un gorilla, nessuno avrebbe gridato al razzismo».
Lei è vicepresidente del Senato. A sinistra le chiedono di dimettersi, che cosa farà ?
«Non me ne vado. Io sono un senatore eletto dal popolo, e un vicepresidente eletto. La Kyenge è stata eletta?».
Sì, in Emilia Romagna, nelle liste del Pd.
«E allora mi chiedo se chi l'ha scelta come ministro doveva prendere una persona che parla l'italiano con difficoltà . à stata messa lì proprio per questo, sarebbe come pensare a Obama come ministro degli Esteri nel governo italiano».
Suvvia, senatore...
«Ma io ho capito che cos'hanno hanno in mente, quelli che strillano».
E cioè?
«Tutto torna. Questa è una manovra, hanno sollevato un gran polverone per nascondere
ciò che succederà a breve, quando si parlerà di possibili dimissioni di ministri».
A che cosa allude?
«Qualcuno dovrà pur spiegare perché mai una cittadina straniera che aveva tutto il diritto di restare in Italia è stata rispedita impacchettata nel suo Paese d'origine ».
Il caso Shalabayeva...
«Appunto. Un caso difficile, che rischia di spaccare la maggioranza di governo. E allora è meglio di parlare di Calderoli e dell'orango».
Insomma, una congiura ai suoi danni. Ma il polverone l'ha sollevato lei. E anche nella Lega si coglie un certo imbarazzo.
«A vedere quel che scrivono i leghisti su Facebook non direi. Per quel che può valere, mi sembra l'esatto contrario».
Che fa, adesso rivendica quel che ha detto l'altra sera a Bergamo?
«Ma no. Ho già detto che mi dispiace e mi scuso. Quelle cose non le ridirei, ho sbagliato. Anche se il mio non è un giudizio razzista: solo estetico».
Ha sentito il ministro Kyenge?
«L'ho cercata al telefono, ma non era raggiungibile. Poi ha richiamato".
Che cosa vi siete detti?
«Mi sono scusato. Lei ha capito che il mio è stato uno scivolone, che non c'è nulla di personale. Mi ha ringraziato: per la telefonata e per le scuse».
Maroni non l'ha presa bene. Le ha fatto una lavata di capo?
«No. Abbiamo concordato di invitare la Kyenge alla Berghemfest della Lega, a settembre, con lei vogliamo fare un dibattito franco e civile sull'immigrazione. Ci sarà anche lui, il segretario. Rispettiamo la ministra, ma le contestiamo tutto quel che pensa e dice sugli immigrati».
La Kyenge verrà a Bergamo?
«Non ha dato una risposta immediata, io spero di sì. Sarà come mettere insieme il diavolo e l'acquasanta».
Senatore, lei non è nuovo a uscite che scatenano il finimondo. Nel 2006 si presentò in tv con una maglietta anti-Islam, e in Libia successe quel che successe...
«Allora mi dimisi da ministro, ma con i disordini e i morti quella maglietta non c'entrava niente, come è stato appurato in seguito».
Sempre in tv ha dato dell' "abbronzata" a una giornalista di origine araba...
«A me hanno dato diecimila volte del maiale per via del Porcellum... Comunque Rula Jebreal è diventata un'ottima amica. In senso giornalistico, ovvio».
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