DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE…
Giovanna Casadio e Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
renzi all assemblea degli industriali a brescia
Calo di fiducia nel premier e nel Pd, il centrodestra che lievita alle spalle soffiando sulle paure e sulla crisi. Al Nazareno il campanello d’allarme è già suonato, stanno in guardia ma senza panico. È anche il messaggio che Renzi recapita dall’Australia, del resto. «Il premier sceso nella popolarità? Ma è sempre oltre il 50 per cento, tenuto conto che Hollande ha il 18... « tagliano corto dalla segreteria.
Alla rilevazione Demos, i Democratici contrappongono altri numeri, ma sanno che il momento è critico. Il vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini, prova allora a ragionare: «La linea politica di un governo non può essere condizionata dai sondaggi del giorno, ma deve muoversi nell’orizzonte e nell’interesse del paese e le scelte possono anche avere qualche elemento di impopolarità ma nel medio termine i cittadini prendono coraggio e saranno contenti delle decisioni».
Un governo e il partito di maggioranza devono sapere anche «sfidare l’impopolarità». Perché, ragiona sempre Guerini, «il governo sta lavorando su partite delicate con scelte che hanno determinato resistenze. Su alcune di queste scelte ci possono essere valutazioni differenti da parte degli elettori».
la visita al campo rom di matteo salvini 13
Per la sinistra dem la minimizzazione è del tutto fuoriluogo. Pippo Civati dice che «i sondaggi cominciano a dire che c’è qualcosa che non va, ma si vedeva, il Palazzo si è staccato dalla politica e se il Pd diventa il Partito della Nazione farò altro». L’ex segretario Bersani bacchetta: «Nella società c’è un sacco di disagio e la politica finisce con l’essere comunicazione».
A destra, quello stesso sondaggio galvanizza gli animi, rianima i sostenitori del dialogo Fi-Ncd. Due partiti che, con la Lega di Salvini e i Fratelli d’Italia,raggiungerebbero percentuali non lontane dal Pd (finora) “tritatutto” di Renzi. Berlusconi ha già avviato le manovre di abbordaggio.
Alfano frena, non vuol dare l’impressione che il «ritorno a casa » sia cosa fatta e semplice, non tutti i suoi lo vogliono, per altro. Intervistato da Maria Latella a Sky prende tempo: «Non sarà un percorso breve, sempre che ci siano le condizioni per rimettere insieme i cocci nel nome del Ppe. Ma Salvini e le sue brillanti idee si collocano in una destra estrema e non hanno nulla a che fare con il centrodestra. Lui è un problema per il centrodestra del futuro, perché lavora per una Lega forte ed un centrodestra perdente. Spero vada a sbattere».
silvio berlusconi occhiali da sole
Una dichiarazione di guerra alla quale l’eurodeputato risponde a modo suo: «Ma chi è Alfano?». Messa così, la riunificazione ha poche chance, sebbene Roberto Maroni provi a spronare Berlusconi: «Nei sondaggi Salvini sta tallonando Renzi, il futuro passa dalla Lega». Il leader leghista ha chiaro che dall’abbraccio Berlusconi-Alfano lui e la sua potenziale leadership di coalizione resterebbero stritolati. Ma il dialogo tra Arcore e i vertici Ncd è ripreso.
L’ex premier ha sentito Lupi e la De Girolamo sia prima che dopo l’incontro con Renzi sull’Italicum. Come pure si è riaperto un canale tra Alfano, Ghedini e Toti. In settimana Quagliariello tornerà a vedere l’ambasciatore forzista per le Regionali 2015, Altero Matteoli. E il viceministro Ncd alla Giustizia, Enrico Costa — il quale ha riaperto il capitolo della modifica della legge Severino sulla retroattività tanto cara a Berlusconi — ammette che «c’è molto da lavorare, ma un processo di distensione è in atto». «Che aspettiamo? Siamo a meno di due punti dal Pd», rilancia Paolo Romani. Ma unire tutti, al momento, resta una chimera.
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