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1- SI Ã DIMESSO IL SINDACO CAMMARATA: "L'HO FATTO PER AMORE DELLA CITTÃ"
Sara Scarafia per "Repubblica.it"
Diego Cammarata si è dimesso dalla carica di sindaco di Palermo. Lo ha annunciato lo stesso primo cittadino nel corso di una conferenza stampa a Villa Niscemi. Si chiude così, dopo dieci anni, l'avventura dell'esponente del Pdl a Palazzo delle Aquile: "Mi dimetto per amore della città - ha detto il sindaco - mi sarei dimesso il 2 gennaio ma non ho potuto per ragioni tecniche, volevo essere sicuro che il Comune non avesse sforato il patto di stabilità . Ho avuto tanti momenti di paura per l'Amia, per la Gesip".
Adesso si profila l'arrivo di un commissario nominato dal presidente della Regione che amministrerà la città fino alle elezioni di primavera. Intanto Cammarata è andato all'attacco proprio del presidente della Regione: "Mi sono dimesso perché siamo in campagna elettorale e Lombardo che non ha mai rispettato gli accordi con il Comune potrebbe essere ancora più ostile". Poi ha aggiunto: "Con la nomina del commissario Lombardo dovrà assumersi la responsabilità di Palermo: io passo la mano lasciando i conti in ordine".
2- ORLANDO DENUNCIÃ BROGLI ELETTORALI DOPO LA SUA RIELEZIONE NEL 2007. NEL 2009 L'INCHIESTA AMIA E NEL 2010 LA DISCARICA BELLOLAMPO
TMNews - Il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, si è dimesso. Eletto primo cittadino la prima volta il 25 novembre 2001, l'esponente dell'allora Forza Italia in quella occasione riuscì ad imporsi sugli avversari ottenendo il 56,1% di voti. Un risultato che riuscì a ripetere, seppur perdendo qualche consenso, nelle consultazioni del 2007, quando con il 53,5% dei voti confermò la sua poltrona a Palazzo delle Aquile, battendo Leoluca Orlando, il quale non esitò a denunciare forti brogli elettorali.
In effetti, appena un anno dopo la seconda elezione di Cammarata a sindaco, due presidenti di seggio furono arrestati perché sospettati di aver falsificato 580 schede, favorendo una lista che appoggiava il primo cittadino uscente. Stessa sorte, nell'ottobre 2008, toccò a tre persone appartenenti a una lista che sosteneva Cammarata; anche in questo caso col sospetto d'aver falsificato 450 schede elettorali.
Eletto presidente dell'Anci nel 2008, il percorso della seconda amministrazione Cammarata è stato quantomai travagliato. Nel 2008, il tar siciliano bocciò il piano sulle Ztl di Palermo, facendo scattare un'indagine da parte dell'Authority di vigilanza sui contatti pubblici, nonché l'interessamento della Corte dei conti, per accertare i danni all'erario e gli eventuali reati.
Un anno dopo, nel 2009, in comune scoppiò la vicenda Amia, l'azienda ex municipalizzata per la raccolta dei rifiuti, il cui bilancio passò da attivo ad un buco di centinaia di milioni di euro; e quella, relativa ad una barca di proprietà del sindaco, affittata, in nero, da un dipendente assenteista della Gesip, un'altra ex società comunale. Su entrambe le vicende la magistratura di Palermo ha avviato altrettante inchieste.
Nel 2010, Cammarata è stato indagato, per la terza volta, nell'ambito di un'inchiesta sulla discarica palermitana di Bellolampo. Per lui le accuse sono di truffa, abuso d'ufficio, disastro colposo, inquinamento delle acque e del sottosuolo, gestione abusiva di discarica, gestione non autorizzata di rifiuti speciali e traffico di rifiuti.
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