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Lorenzo Salvia per “il Corriere della Sera”
Un altro metro scavato nella trincea che separa governo e sindacati, un altro passo verso lo sciopero generale, almeno per la Cgil. Senza Matteo Renzi, lontano dalla Sala Verde di Palazzo Chigi e in una stanza del ministero del Lavoro, l’esecutivo ha incontrato ieri i sindacati e le associazioni degli imprenditori per parlare del disegno di legge di Stabilità.
Con i sindacati è stata un’ora di gelo. «Abbiamo trovato surreale — dice il segretario della Cgil Susanna Camusso — che non ci fosse nessuno in grado di rispondere alle nostre proposte. L’atteggiamento era questo: “mandateci una mail”».
Per il momento, però, lo sciopero generale resta in sospeso. «Ci hanno annunciato — dice ancora Camusso — una fase meditativa. Se mediteranno bene siamo pronti a cambiare idea, senza risposte andremo avanti». Una linea che ieri è stata bocciata dal quotidiano americano Wall Street Journal , che ha paragonato i manifestanti Cgil di sabato a «un movimento per il suicidio economico dell’Italia».
Meno duri della Cgil (ma non troppo) i commenti delle altre sigle sull’incontro di ieri col governo. Per la Uil il segretario aggiunto Carmelo Barbagallo dice che «loro non erano in condizioni di dirci nulla», mentre secondo Anna Maria Furlan (Cisl) il «governo si è riservato di valutare, spero che le risposte saranno positive».
Le richieste dei sindacati sono diverse: più soldi per gli ammortizzatori sociali, almeno un segnale per i pensionati, modifiche all’anticipo in busta paga del Tfr, il trattamento di fine rapporto, no ai tagli per i patronati. Probabilmente ci sarà un incontro bis fra qualche giorno.
Ma il clima non è esattamente disteso: «Non c’è stato nulla di surreale — dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti — proprio nulla. Abbiamo illustrato la manovra e le parti hanno espresso le loro opinioni. Non era una trattativa ma un confronto». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, fa un passo in più: il «dialogo lo facciamo su cose concrete ed elementi fattivi».
Guerra dei nervi, quindi, quasi il secondo tempo della partita Leopolda contro piazza.
Clima ben diverso, invece, nell’incontro con gli imprenditori, seguito a quello con i sindacati. «Il governo si è dichiarato disponibile a migliorare una manovra che noi apprezziamo perché dà fiducia», dice il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci.
Giudizi positivi, ma anche qualche perplessità dalle sigle che rappresentano i più piccoli, come Rete imprese Italia e Alleanza delle cooperative. Chiedono, ad esempio, di modificare le regole sull’anticipo del Tfr.
Ieri sui sindacati sono piovute pure queste parole del numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi: «Chi difende i lavoratori dovrebbe ammettere che spesso si sono difese situazioni indifendibili» come ad esempio «l’assenteismo, che va contrastato con più determinazione».
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