1. ORA LA CANCELLIERI È CHIAMATA A SCEGLIERE SE DIMETTERSI PRIMA DI MARTEDÌ, QUANDO È PREVISTO IL VOTO SULLA MOZIONE DI SFIDUCIA. OPPURE A METTERE LA SUA TESTOLONA COTONATA SUL TAGLIERE DI MONTECITORIO E SPERARE CHE LA LOTTA FRATRICIDA NEL PD LA RISPARMI, MAGARI GRAZIE ALLA FAMOSA (IM)MORAL SUASION DEL COLLE 2. ALLO SCOOP DELLA “REPUBBLICA” DI RENZI, RISPONDE IL ‘’CORRIERE’’ DI NAPO-LETTA, CHE DIRAMA LE VELINE DI NONNA PINA: “SE SONO D’INTRALCIO TRARRÒ LE CONSEGUENZE” 3. MA INVECE DI STRAPARLARE DI IPOTETICHE VIOLAZIONI DEL SEGRETO, PERCHÉ NON SI AFFRONTA IL VERO TEMA DELLA NON COMPETENZA DI TORINO? COME HA SEGNALATO PER PRIMO QUESTO DISGRAZIATISSIMO SITO, SE SONO STATI COMMESSI REATI SULLA LIBERAZIONE DI GIULIA LIGRESTI, AD APRIRE UN FASCICOLO PER CONCUSSIONE DOVREBBE ESSERE LA PROCURA DI ROMA. CON TANTI SALUTI ALLE ZELANTI NOTE DELLA PROCURA DI TORINO

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a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - NONNA PINA, LA MINISTRA UMANITARIA
Sarà che in fondo ha più di settant'anni. Sarà il trasporto affettivo per quella cara e indigente famigliola di immigrati siciliani colpita da una sì grande ingiustizia ("Non è giusto, non è giusto...", si disperava al cellulare il giorno dell'arresto dei Ligrestos). Sarà che magari le hanno dato troppi telefoni in dotazione e le partono le chiamate per sbaglio. Sarà che tra ministro di Polizia e ministro di Giustizia non vede poi gran differenza.

Ma insomma, alla fine il risultato è che Nonna Pina Cancellieri, prefettessa prestata alla Corona, con i pm di Torino si è confusa parecchio quando ha dovuto chiarire il senso di tutte quelle telefonate con il clan di Paternò. Ora è chiamata a scegliere se dimettersi autonomamente prima di martedì, quando è previsto il voto sulla mozione di sfiducia individuale presentata dai grilloidi. Oppure a mettere la sua testolona cotonata sul tagliere di Montecitorio e sperare che la lotta fratricida nel Piddimenoelle in qualche modo la risparmi, magari grazie alla famosa (im)moral suasion del Colle.

Certo che anche oggi la prima pagina della Repubblica di Tessera Quick Renzie Numero Uno è un vero pugno nello stomaco: "Le bugie della Cancellieri". "Il Guardasigilli smentito dai tabulati. Fu lei a chiamare lo zio di Giulia Ligresti. Dal marito sei telefonate nei giorni decisivi per la scarcerazione. Ai pm la Cancellieri raccontò di essere stata chiamata da Antonino Ligresti, suo amico da anni. Il ministro datò solo al 19 agosto la sua conoscenza dei timori per la salute della detenuta".

Scrivono Ottavia Giustetti e Paolo Griseri: "Quello che è chiaro è che la tesi della telefonata di solidarietà umana verso una famiglia di vecchi amici caduta in disgrazia non regge più. La solidarietà si dà una volta, non nove in un mese, due alla settimana. E per continuare a sorreggerla è stato necessario ricorrere a mezze verità (che sono inevitabilmente anche mezze falsità), ora destinate ad essere smentite dai fatti" (p. 3).

Invece il Pompiere della Sera, severo tutore della Stabilità e delle Larghe intese, dirama le veline di Via Arenula: "Non accetto sospetti su di me. Nino è un amico e il mio medico'. Il Guardasigilli: ma se sono d'intralcio trarrò le conseguenze" (p. 8). L'architrave della difesa di Nonna Pina sembra essere che lei non sapeva su quale argomento la volessero interrogare i pm torinesi, e quindi - anche volendo - mai avrebbe potuto "preparare" l'interrogatorio accordandosi alla vigilia con i Ligrestos.

Non solo, ma seguite la prosa tortuosa e vagamente minatoria che filtra da Via Arenula: "Cancellieri, ai collaboratori che stigmatizzano le fughe di notizie in violazione del segreto investigativo e fanno notare ipotetiche anomalie di accertamenti sui contatti della Guardasigilli che non spetterebbero alla magistratura ordinaria bensì al tribunale dei ministri, ribadisce che proprio il verbale sottoscritto davanti al procuratore aggiunto Vittorio Nessi dimostrerebbe la sua buona fede: ‘Sono stata io a rivelare la telefonata in cui Nino Ligresti mi parlò allarmato della situazione di Giulia" (p. 8).

Ma invece di straparlare di ipotetiche violazioni del segreto o di competenze farlocche, perché non si affronta il vero tema della NON competenza di Torino? Come ha segnalato per primo questo disgraziatissimo sito, se sono stati commessi reati sulla liberazione di Giulia Ligresti, ad aprire un fascicolo per concussione dovrebbe essere la Procura di Roma. Con tanti saluti alle zelanti note della Procura di Torino.

2 - E ORA RENZIE FACCE RIDE!
L'occasione per il sindachino ci sarebbe tutta, per mostrare un po' i muscoli e dare una mazzata al governino di Lettanipote. Per la Stampa, "Cancellieri, democratici spaccati. Civati al sindaco: sfiduciamola. Pippo cerca l'asse col rottamatore: ‘Voti per mandarla via". Intanto, in zona congresso, "Guerra di potere nel gruppo Pd. Letta batte Renzi. La conta sul membro Agcom diventa un referendum. Per i governativi un test utile per i rapporti di forza in vista del voto sul Guardasigilli" (p. 10). Impietoso il Cetriolo Quotidiano: "Sfiducia alla Cancellieri. Che fare? Il Pd non lo sa. Il partito non ha ancora una posizione ufficiale. Il guardasigilli starebbe invece pensando alle dimissioni: ‘Mi hanno preso di mira'" (p. 2).

3 - FREE MARCHETT TUTTA PANNA
Davvero commovente questo pezzullo di Repubblica in onore del Rottam'attore: "E Matteo inaugura la via ‘soft' alle privatizzazioni. Il sindaco di Firenze porta in Borsa la Centrale Mukki, fondata da La Pira: ‘Non vogliamo svendite né colonizzazioni, non finirà come Parmalat" (p. 10). Con l'occasione si apprende che la Spa fiorentina è la Centrale dei produttori toscani: "80 produttori con 500 addetti che proprio nella Mukki, grazie a un patto che riconosce loro un prezzo del latte leggermente superiore della media di mercato, trovano la garanzia per la propria sopravvivenza e per la qualità del loro lavoro". Gli gnomi di Borsa apprezzeranno di sicuro.

4 - VOGLIAMO IL PAPA RE (LA BAVA SEPARATA DALLE OPINIONI)
"Lo dice con un tono quasi riluttante, dunque con un mezzo sospiro e la voce arrochita dalla fatica. Ma l'importante per lui è dirlo, alzando il velo sul proprio assillo. ‘Vede, Santità, noi che in Italia esercitiamo funzioni di rappresentanza e guida delle istituzioni politiche, siamo immersi in una faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del Paese e stravolta da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante" (Corriere, p. 2). La tragedia di Re Giorgio è che ormai parla come scrive. Anche quando ha l'occasione di riversare le proprie fobie su un uomo semplice e attento come Bergoglio.

Per il resto, tolta la melassa, la notizia del giorno è la Ford Focus blu a bordo della quale si è presentato il papone. Alla Stampa dei Lingotti in fuga hanno chiaramente un problema con le macchine. Nella foto di prima pagina si parla di una misteriosa "utilitaria". Ma il capolavoro è nella didascalia a pagina 7: "In utilitaria. Papa Francesco è arrivato al Quirinale su una normale berlina".

Sarà un caso, ma in un giorno tanto benedetto arriva anche la bella notizia che il Corriere della Sera, in versione Illustrato Fiat, propina a pagina 25: l'Aci ha inserito la Duna tra le auto storiche. Perché non provare a regalarne una a Bergoglio? Papa Francesco che gira per Roma su una Duna sarebbe definitivo. Ma non si può escludere che la rimanderebbe indietro, imbarazzato da cotanta bellezza.

5 - NON SONO STATO, IO
Perché facciamo schifo come nazione è ben riassunto da questi pochi, semplici, dati: "Nell'Italia dell'evasione lavoratori dipendenti più ricchi degli imprenditori. Sopra i 300 mila euro annui solo 31.752 contribuenti, in maggior parte dipendenti e pensionati. E i redditi più bassi sono tra negozianti e ristoratori. L'80 per cento degli italiani dichiara guadagni lordi sotto i 35 mila euro l'anno. La dichiarazione media dei professionisti va oltre 54 mila euro mentre il mondo dei medici è a quota 69 mila" (Repubblica, p. 12).

6 - NANO DECADENCE
Cominciamo dalle ultime battute dell'intervistina di Repubblica ad Alessandra Del Castello, 22 anni, che l'anno scorso arrivò settima alla finale di Miss Italia e martedì si è presentata alla riunione dei falchetti con il Sire di Hardcore in quanto ammiratrice della Santadechè. "Conoscere Silvio Berlusconi è stato bellissimo. E' stato ironico e poi ci ha spiegato come ha fatto ad avere successo come imprenditore. Anch'io voglio farlo...I miei genitori gestiscono gli impianti sciistici di Roccaraso. E' stato tutto molto interessante".

"Avete parlato anche di politica?", chiede Giuseppe Caporale. "Beh, ci ha raccontato di quante volte è stato tradito, come adesso con Alfano...". Lei che pensa di Alfano? "Che ha ragione Berlusconi, è un traditore, gli sta voltando le spalle" (p. 8). Come dicevano gli Antichi, "In mona veritas".

Struggente anche questo titolo del Corriere: "Il Cavaliere: se avessi il passaporto me ne andrei ad Antigua. L'ex premier costretto a fare il mediatore tra pranzi, cene e notti con i ‘rivali'" (p. 6). E su Repubblica, Liana Milella spiega i termini dell'ennesima presa per i fondelli parlamentare: "Legge di stabilità e manovre Pdl. Ecco come il voto potrebbe slittare. Basterebbe una mezza giornata per far decadere il Cavaliere" (p. 6). Preoccupazione vivissima sul Messaggero, ormai schierato con i governativi: "Berlusconi rinnega il patto. Alfano vicino alla scissione" (p. 7).

7 - SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
Certo, uno sfoglia il Corriere e legge di Nonna Pina, Mastrapasqua, falchi, pappagalli, Antigua e roba simile, poi arriva a pagina 17 e trova questo colonnino: "Germania. Accetto' regalo da 700 euro: parte il processo all'ex presidente". E allora si capisce che il problema dell'Italia rispetto alla Germania forse non e' l'eccesso di export dei crucchi.

8 - TELECOM-MEDIA
Per le notizie di giornata, la Stampa: "Telecom vende l'Argentina. Ma S&P declassa il rating. Il giudizio a livello ‘spazzatura'. Il gruppo: decisione scontata. Da Fintech 713 milioni. Patuano: raccolte metà delle risorse del piano" (p. 23). Per le mazzate, Giorgio Meletti sul Cetriolo Quotidiano: "Telecom Argentina svenduta: il nuovo colpo dei soliti noti. Polemiche sulla cessione della controllata. Nessuna riduzione del debito" (p. 5).

9 - ALI-TAGLIA E I CAPITANI SENZA SOLDI
Il capoccione di Air France sceglie Repubblica per tirare calci ai capitani coraggiosi di AirOne Passera e del ragionier Colaninno: "Delusi da Alitalia, il debito è un macigno'. De Juniac (Air France): ignorati dai manager, dovevamo respingere l'aumento di capitale. Alitalia deve ridurre anche il medio e il corto raggio. Letta si è comportato in modo esemplare" (p. 26).

E certo, Aspenio non è mica fesso. Contro le grandi correnti internazionali non ci si mette davvero. Sul Messaggero, che segue la partita con comprensibile passione, "Alitalia, si ritira Air France, avanza Etihad. Parigi riduce la quota. Lupi: adesso è possibile trovare un nuovo socio. Lunedì 18 un emissario volerà negli Emirati. Vertice Letta-Colaninno" (p. 19).

10 - ROMA BATTE MONETA!
Altro che perdita della sovranità monetaria. Altro che vincolo alla creazione di massa circolante. Economisti di tutto il mondo unitevi e venite a Roma, nel fortino di via Sondrio, a contemplare la sola entità autonoma europea che ha trovato il modo di battere moneta alla faccia della Bce: l'Atac!

Oggi, sempre su Repubblica, altra puntata dell'avvincente viaggio nei meandri della società che gestisce il trasporto pubblico della Capitale: "Atac: ‘Denunciate tutto alla Procura'. Ma i manager insabbiarono la relazione. Le prove sui fondi neri in un report del 2011 mai consegnato ai pm. Una commissione interna rilevò le anomalie invitando l'azienda a riferirle ai magistrati" (p. 17). Nel corso degli anni, sarebbro stati stampati biglietti non contabilizzati per 70 milioni di euro l'anno, destinati al finanziamento della politica.

11 - MA FACCE RIDE!
Dal Corriere: "Marino: Chi si ama si sposi. Sì a nozze gay e adozioni" (p. 20). In effetti, solo com'è, non poteva certo dire "Chi mi ama mi segua".

12 - FREE MARCHETT ALLA MENEGHINA
"Arriva la casa low cost tutta legno e carton gesso e ad affitto dimezzato. A Milano il mini-quartiere che sfida la crisi. Domani l'inaugurazione del più grande esempio di housing sociale d'Europa". Repubblica in festa per questo lodevole progetto di Fondazione Cariplo, Intesa, Bpm, Generali, Cassa italiana geometri e Cdp (p. 23) attraverso Polaris Real Estate. Tutto bello bellissimo.

Come il loro sito internet dal quale si apprende che "Polaris Investment S.A., società di diritto lussemburghese, nasce nel Febbraio 2004 su iniziativa di alcune congregazioni religiose cattoliche con l'obiettivo di assicurare una gestione delle risorse finanziarie compatibile con i principi di moralità cattolica mediante l'istituzione di Polaris Ethical Global Balanced". Devono essere davvero molto dediti alla moralità cattolica, nel Granducato di Lussemburgo.

colinward@autistici.org

 

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