
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Da http://www.huffingtonpost.it
Il magistrato integerrimo alla fine si schiera con l'ex capo di polizia. Gianni De Gennaro guidava le forze dell'ordine all'epoca del G8 di Genova, occupava insomma il vertice della piramide quando accaddero gli infamanti episodi della Diaz e di Bolzaneto.
Per la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo gli agenti - mai identificati - torturarono i manifestanti nella scuola genovese, ma nessuno ha pagato e per questo il presidente del Pd, Matteo Orfini, mercoledì ha definito "vergognoso" il fatto che De Gennaro ora sia presidente di Finmeccanica.
"Ma De Gennaro è stato indagato e assolto. L’assoluzione conta pure qualcosa, quindi non può pagare le responsabilità complessive di una macchina intera”, spiega nello studio di Agorà Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Per il magistrato, dunque, vale il principio della colpa: e la colpa non è stata appurata dai tribunali, perciò è giusto che De Gennaro sieda sulla poltrona più importante dell'azienda che rappresenta l'Italia all'estero.
“Non mi piace l’idea che si possa utilizzare questa vicenda bruttissima, drammatica, una delle peggiori immagini dell’Italia all’estero, per ‘tirare’ sulla polizia, che spesso è la parte più popolare del Paese”, ha poi detto.
Cantone ha parlato anche della riforma del codice degli appalti, più difficile nella parte che non riguarda i reati: “Sugli appalti bisogna molto semplificare perché il codice del 2006 è stato scritto in modo perfetto ma non ha impedito la corruzione, con un eccesso di regole e moltiplicando la burocrazia”.
“Il codice degli appalti è la sfida più complicata che c’è, perché è più difficile che inserire norme penali – ha proseguito Cantone –. La legge anticorruzione è ben fatta ma rappresenta solo l’aspetto penale”.
Infine le intercettazioni: “Le intercettazioni non vanno assolutamente riviste, vanno semmai rivisti i meccanismi della loro pubblicazione. Ma non si può fare a meno di uno strumento investigativo come questo”. Ma sull'intercettazione che coinvolge D'Alema, Cantone addossa la responsabilità al giudice: “E’ stata una valutazione del giudice. Una volta inserito il suo nome nell’ordinanza, i giornalisti potevano pure pubblicarlo”.
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