1. IL CAPOSTAZIONE DEL QUIRINALE E’ PRONTO A FERMARE IL TRENO IMPAZZITO DELLA “GRANDE RIFORMA” CHE AL PRIMO SCAMBIO (ISTITUZIONALE) HA PERSO IL VAGONE DI LUSSO CON A BORDO L’ABOLIZIONE DEL SENATO ATTRAVERSO I SUOI LUNGHI PASSAGGI COSTITUZIONALI 2. SU “IL FOGLIO” L’EX MINISTRO SOCIALISTA RINO FORMICA, BUON AMICO DI RE GIORGIO, SI CHIEDE, TRA L’ALTRO, SE E’ MAI POSSIBILE MODIFICARE LA MAGNA CHARTA (SOPPRESSIONE DELLA CAMERA ALTA) ATTRAVERSO IL VOTO DI UN PARLAMENTO “ELETTO CON UNA LEGGE ELETTORALE INCOSTITUZIONALE (IL PORCELLUM) O NON SI TRATTA INVECE DI UN “GOLPE” BIANCO CON TANTO DI IMPRIMATUR DEL CAPO DELLO STATO? 3. SUL COLLE GIÀ STUDIANO COME METTERE UNO STOP LUNGO LA TRATTA LEOPOLDA-ROMA

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DAGOREPORT

Il treno della Grande Riforma annunciato via Twitter (sic) da Superbone Renzi al primo scambio (istituzionale) perde il vagone di lusso con a bordo l'abolizione dell'attuale Senato attraverso i suoi lunghi passaggi costituzionali.

Sulle rotaie parlamentari che collegano la Leopolda con Roma-Montecitorio viaggia così, sia pure a scartamento ridotto, soltanto l'Italicum.

Vale dire la nuova legge elettorale che se non è un Porcellum rivisitato gli assomiglia da vicino con il placet a denti stretti di Berlusconi.

Un doppio binario che, a differenza di quanto scrive il Corrierone, il Quirinale giudica a dir poco azzardato.

E a conferma degli umori neri di Re Giorgio è arrivata da "il Foglio" con una letterina dell'ex ministro socialista, Rino Formica, che del Capo dello Stato è buon amico e spesso anche ascoltato consigliere insieme ad Emanuele Macaluso.

Una missiva-appello in cui Formica si chiede (e domanda a Napolitano) se si può modificare il nostro modello costituzionale di stato repubblicano" attraverso l'art.138 della nostra Magna charta come hanno intenzione di fare i "rottamatori" appena arrivati a palazzo Chigi.

La sua risposta ovviamente è "no".
A giudizio di Formica si tratterebbe addirittura di un vero e proprio "golpe".
E pone la questione (delle questioni): "è possibile modificare l'architettura istituzionale della Carta costituzionale con leggi costituzionali approvate da un Parlamento eletto con legge elettorale incostituzionale?" (il Porcellum, ndr).

Mentre i costituzionalisti à la carte ancora una volta si dividono, non in nome dei principi sanciti dalla Carta, ma soltanto per non smentire se stessi per aver appoggiato la rivoluzione viola del Renzi Riformattore (il professor D'Alimonte in testa) al Quirinale già studiano come mettere qualche semaforo rosso lungo la tratta Leopolda-Roma (solo andata).

 

 

 

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