giuli veneziani cardini

“HA RAGIONE MARCELLO VENEZIANI, LA CULTURA DI QUESTA DESTRA È DA ENCEFALOGRAMMA PIATTO” – IL MEDIEVISTA FRANCO CARDINI, UN PASSATO NELLA GIOVANILE DEL MSI, INTERVIENE NELLA POLEMICA CON GIULI: “VENEZIANI METTE SUL TAPPETO, CON ASPREZZA E MAGARI CON UN ECCESSO DI ACIDITÀ, UN FATTO EFFETTIVO. DOVE SONO I GIUSEPPE BERTO, I LUCIANO CIRRI DI OGGI? NON C’È NEMMENO UNA RIVISTA CULTURALE. QUANDO HANNO DEI SOPRASSALTI, FANNO LE MOSTRE SU D’ANNUNZIO O SU TOLKIEN. MA FRANCAMENTE È UN PO’ RIDICOLO” – "MELONI? IL MIO AMICO LUCIANO VIOLANTE ME NE PARLA SEMPRE CON GRANDE AMMIRAZIONE. MA DIETRO DI LEI C’È POCHINO”

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Francesco Bei per repubblica.it - Estratti

 

franco cardini

Franco Cardini è uno dei più importanti medievisti italiani, ha scritto centinaia di libri e, benché non si riconosca in questa destra, di quel mondo ha fatto parte. «Sono entrato tredicenne nelle giovanili del Msi nel 1953, pecora nera di una famiglia socialista fiorentina, e ne sono uscito nel 1965. Di quell’ambiente non ne ho un brutto ricordo».

 

(...)

 

Ha letto l’atto di accusa di Marcello Veneziani contro il governo Meloni?

«Qualcuno potrebbe replicare che è un po’ il disappunto di chi si sente un vecchio militante messo in disparte, non avendo ricevuto incarichi».

 

È un filosofo e il ministro Giuli lo ha trattato come un ingrato questuante…

«Filosofo mi sembra un pochino eccessivo per chi ha scritto qualcosa sui neoplatonici nel Sud d’Italia. Anche se sono professore emerito di Storia medievale, io non mi sono mai permesso di definirmi storico. Cantimori e Braudel erano degli storici. Ma certamente Veneziani è un uomo di cultura».

alessandro giuli atreju

 

L’accusa più bruciante è quella di non aver fatto nulla per la cultura. In questo il Msi era diverso?

«Molto, anche se è sempre rimasto un partitino che non è mai andato oltre il 5 per cento, aveva fior di riviste intellettuali, le sue scuole di partito, molte teste pensanti. FdI non ci ha nemmeno provato».

 

C’è Atreju, quest’anno ci sono andati tutti...

«Quella è la vetrina voluta da Giorgia Meloni, che ha una sua sensibilità in questo campo perché si è fatta le ossa nel Msi, ha studiato e fatto la gavetta. Il mio amico Luciano Violante me ne parla sempre con grande ammirazione. Ma dietro di lei c’è pochino».

Meloni è cambiata da quando sta a palazzo Chigi?

«È diventata un po’ meno brillante e ironica, mi sembra un po’ più tesa, sta sempre sulla difensiva».

 

franco cardini - foto lapresse

C’è delusione, come dice Veneziani, tra gli elettori che speravano in una Meloni più di destra?

«Io non mi sono mai sentito di destra nemmeno quando ero nel Msi. La mia destra attualmente è filopalestinese e putinista, quindi - visto che cosa si intende oggi per essere di destra - ringrazio Iddio che Meloni non sia andata ancora più a destra».

 

(...)

Meloni è coerente, dicono i suoi ammiratori...

«Non so se sia convinta di quello che dice oggi, ma è palesemente diverso da quello che diceva ieri».

 

Alessandro Giuli invece a quale destra fa riferimento?

«Dicono appartenga a una corrente molto precisa che è sempre stata al margine del Msi».

marcello veneziani

I seguaci del filosofo Julius Evola?

«No, non era una corrente evoliana. Faceva invece capo al gran maestro della massoneria degli anni Trenta, Arturo Reghini, mazziniano, fascista, diciamo il fratellastro laico di Evola. Reghini sognava un fascismo che buttasse alle ortiche definitivamente il cristianesimo, per questa ragione gli interessava l’esperimento nazista. Credo che Giuli abbia ereditato dall’ambiente reghiniano questa erudizione pagana, che guarda alla religiosità della Roma arcaica».

 

Mario Giordano, su la Verità, ha scritto che Giuli si è arrabbiato perché Veneziani «non gli ha leccato gli stivali». Perché Giuli se l’è presa così tanto?

franco cardini a l'aria che tira

«Perché quando le accuse di mancanza di cultura vengono dal mondo antifascista, le possono bollare come “culturame”».

 

Invece se la critica viene da destra non possono ignorarla?

«Esattamente. Veneziani mette sul tappeto, con asprezza e magari con un eccesso di acidità, un fatto effettivo. Dove sono i Giuseppe Berto, i Luciano Cirri di oggi?».

 

FdI invece sembra una caserma...

«Encefalogramma piatto, non c’è nemmeno una rivista culturale. Quando hanno dei soprassalti fanno le mostre su D’Annunzio o su Tolkien, che conoscono anche i maestri di Vigevano e le casalinghe di Voghera, per dimostrare che la cultura la fanno anche loro. Ma francamente è un po’ ridicolo».

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