
DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
CARO AMICO TI PRESCRIVO - MENTRE PERDURA LO STALLO ALLA MESSICANA SULLA PRESCRIZIONE, M5S E PD SI SPARANO (ANCHE ALLE SPALLE) SULLE INTERCETTAZIONI. LA RIFORMA DELL' EX MINISTRO PD ORLANDO, RINVIATA DAL SUCCESSORE GRILLINO BONAFEDE QUANDO ERA AL GOVERNO CON LA LEGA, DOVREBBE ENTRARE IN VIGORE IL 1° GENNAIO - MA IERI IL PD HA SCOPERTO DALLE AGENZIE DI STAMPA CHE BONAFEDE, SENZA INFORMARE GLI ALLEATI, VUOLE INSERIRE NEL DECRETO MILLEPROROGHE UN NUOVO RINVIO DI SEI MESI
Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”
Mentre perdura lo stallo alla messicana sulla prescrizione, M5S e Pd si sparano (anche alle spalle) sulle intercettazioni. La riforma dell' ex ministro Pd Orlando, rinviata dal successore grillino Bonafede quando era al governo con la Lega, dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio.
alfonso bonafede lorenzo fioramonti
Ma ieri il Pd ha scoperto dalle agenzie di stampa che Bonafede, senza informare gli alleati, ha inoltrato a Palazzo Chigi la richiesta di inserire nel decreto milleproroghe un nuovo rinvio di sei mesi.
La norma era già bella e scritta: «Alcune necessità organizzative e di realizzazione complessiva delle sale di ascolto di alcuni uffici, connessa a una valutazione più generale, portano a individuare nel 30 giugno 2020 la data più opportuna per la piena funzionalità delle strutture e degli uffici».
Mentre Forza Italia parlava di «suk delle leggi sulla giustizia», la reazione del Pd era di sconcerto e irritazione. Sia per il metodo unilaterale, sia per la pretesa di trattare le due riforme parallele (prescrizione e intercettazioni) in modo diverso: la prima implacabilmente in vigore allo scoccare del Capodanno in quanto targata M5S; la seconda chissà, tanto è figlia di un alleato minore.
giuseppe conte alfonso bonafede
La contraerea Pd si è attivata ai più alti livelli, coinvolgendo lo stesso Orlando e soprattutto il capodelegazione Franceschini, deputato a risolvere le questioni politiche con intervento diretto su Palazzo Chigi. In serata, il Pd riteneva di aver bloccato «l' imboscata» di Bonafede. Il quale derubricava la norma incriminata a mera «formula cautelativa» e faceva trapelare «l' ampia disponibilità a trovare un accordo, eventualmente anche con un decreto legge», corroborata dall' esistenza di «margini di convergenza in base alle interlocuzioni già in atto».
Dunque le intercettazioni rientrano nel mazzo della trattativa sulla giustizia, insieme alla prescrizione e alle riforme processuali, mentre il decreto milleproroghe dovrebbe essere scorporato dalla legge di bilancio. Ma mentre Bonafede sventola ramoscelli d' ulivo, il Pd l' ha presa male. «Una volta passi, ma se questo è il suo metodo la pazienza a un certo punto finisce», spiegano al Nazareno.
Non è infatti la prima circostanza nella quale Bonafede si muove su dossier importanti bypassando il principale alleato. Dallo scudo penale sull' Ilva (il Pd si trovò il cerino in mano mentre lo staff del ministro lasciava fare ai grillini in commissione giustizia) alla riforma delle carceri. Che Bonafede aveva fatto passare nel primo consiglio dei ministri, togliendo potere ai direttori in favore della polizia penitenziaria e allarmando anche i giudici di sorveglianza.
Il clima, dunque, è tutt' altro che pacificato. Il Pd sarebbe anche favorevole a un «disarmo bilanciato», con rinvio di entrambe le riforme: prescrizione e intercettazioni. Ma Bonafede sul rinvio della sua riforma non sente ragioni. Sostiene che non ce n' è bisogno: applicandosi ai nuovi reati, produrrà effetti non prima di quattro anni.
In subordine, il Pd ha messo sul piatto due ipotesi, per salvare l' onore del ministro ma anche il proprio. La prima è l' introduzione della «prescrizione processuale», con limiti alla durata di ciascuna fase. La seconda è un' ampia sospensione (36 mesi al posto degli attuali 18) del decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, al posto del blocco assoluto voluto da Bonafede. Respinte entrambe le proposte (il ministro l' ha spiegato sabato nell' intervista a La Stampa), è stallo. Ora si attende la convocazione del premier Conte. Quando era nato il governo, nel primo vertice sulla giustizia aveva chiesto a M5S e Pd di lavorare per trovare un accordo da soli. Finora non ci sono riusciti.
DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA…
FLASH! - INVIATI DEI MEDIA DI TUTTO IL MONDO (OGGI ANCHE I CINESI) SONO A ROMA PER SEGUIRE LA…
DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO…
DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN…
DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA…