PIÙ PASSANO I GIORNI E PIÙ SEMBRA IMPROBABILE CHE OBAMA E RENZI NON ABBIANO PARLATO DI LO PORTO A WASHINGTON. ANCHE SE FORSE OBAMA NON HA DATO CERTEZZE AL NOSTRO PREMIER – LA NOSTRA INTELLIGENCE HA SAPUTO GIÀ A MARZO DELLA POSSIBILE UCCISIONE DI LO PORTO IN PAKISTAN. HA CHIESTO INFORMAZIONI AGLI AMERICANI CHE HANNO DETTO: STIAMO VERIFICANDO, VI FAREMO SAPERE

1.USA, DUE INDAGINI SULLA MORTE DEGLI OSTAGGI

Giuseppe Sarcina e Fiorenza Sarzanini per “Il Corriere della Sera

 

GIOVANNI LO PORTO   GIOVANNI LO PORTO

A metà marzo un informatore dei servizi segreti italiani chiama dal Pakistan. Attenti, avvisa, i droni americani hanno attaccato un edificio al confine con l’Afghanistan: sono morti alcuni affiliati ad Al Qaeda, ma tra le vittime ci sono anche degli ostaggi stranieri. La stessa fonte nel novembre 2014 aveva assicurato che Giovanni Lo Porto, il cooperante rapito, fosse ancora vivo.

 

A poco a poco emergono particolari, supposizioni o schegge di verità su quello che è accaduto da gennaio, quando il raid ha distrutto la base dei terroristi, a venerdì 23 aprile, giorno in cui Barack Obama si è scusato «per il tragico errore e per la morte di Warren Weinstein e Giovanni Lo Porto». L’Ispettorato generale della Cia e la Commissione Intelligence del Senato hanno aperto indagini indipendenti. Il presidente americano si è impegnato «a rivedere con rigore» la dinamica dei fatti, ma è possibile che attenda i primi risultati delle inchieste di Cia e Senato per assumere un’iniziativa concreta.

 

Ci sono ancora diverse zone oscure. Il Wall Street Journal sostiene che fosse in corso una trattativa per liberare Weinstein. Anzi un intermediario non ancora identificato avrebbe versato 250 mila dollari al gruppo dei sequestratori, con la sponda di alcuni agenti dell’Fbi. Un particolare che, se provato, avrebbe pesanti conseguenze politiche, visto che l’amministrazione Obama è drasticamente contraria a negoziare con i fuorilegge di qualsiasi natura.

 

GIOVANNI LO PORTO  GIOVANNI LO PORTO

Da Roma fonti dei servizi segreti aggiungono altri elementi. Il governo italiano può contare su una buona rete di informazioni riservate nell’area dell’attacco, grazie alla presenza del contingente militare in Afghanistan, a Herat e a Kabul. In parallelo il rapimento di Lo Porto era seguito dall’unità di crisi del ministero degli Esteri. A novembre, dunque, c’è la ragionevole convinzione che il cooperante sia ancora vivo.

 

A metà marzo il tremendo sospetto che sia stato ucciso. L’intelligence italiana contatta la Cia e la National security agency, ma ottiene una risposta interlocutoria: stiamo ancora verificando, vi faremo sapere. Da qui in poi si entra in un cono d’ombra. Gli americani hanno analizzato il Dna dei due cadaveri per accertarne l’identità. Prima domanda ancora senza risposta: chi ha fornito agli esperti statunitensi un reperto per confrontarlo con il corredo genetico recuperato dal corpo? Basta un indumento usato, un capello, un rasoio. I servizi italiani fanno sapere che non sono stati loro.

 

Allora gli stessi americani, o altri per conto loro, avrebbe setacciato la casa di Multan, sul confine tra Pakistan e Afghanistan, dove Lo Porto venne catturato il 19 gennaio 2012 da quattro uomini armati. Resta, però, da capire se questa operazione di recupero sia stata condivisa con Roma per acquisire ulteriori elementi di prova.

 

GIOVANNI LO PORTO GIOVANNI LO PORTO

Secondo interrogativo: quando gli agenti Usa si sono resi conto che uno dei due ostaggi uccisi fosse italiano? Sembra che Obama sia stato messo al corrente verso la metà di aprile. Non è ancora chiaro se avesse già la sicurezza assoluta su Lo Porto. Ma in ogni caso, il 17 aprile alla Casa Bianca ne parla con Matteo Renzi come di un’ipotesi ancora da verificare. Il 22 aprile il presidente americano telefona a Renzi e gli conferma la morte del cooperante, aggiungendo che avrebbe rilasciato una dichiarazione all’indomani. In Italia è già sera. Il giorno dopo, il 23 aprile, il premier riferisce la notizia a qualche ministro, poi chiama la famiglia di Giovanni. Pochi minuti dopo, Obama compare nella Briefing room della Casa Bianca.

 

2. “OBAMA E RENZI RIDEVANO COME FRATELLINI. RISPETTO PER MIO FIGLIO”

di Tommaso Rodano per “Il Fatto Quotidiano”

 

RENZI  OBAMA E GLI ERRORI NELLA DEDICA SUL LIBRO OSPITI DELLA CASA BIANCA RENZI OBAMA E GLI ERRORI NELLA DEDICA SUL LIBRO OSPITI DELLA CASA BIANCA

Mio figlio era un tesoro. Non lo dico da padre: può chiedere a chiunque. Le risponderanno tutti allo stesso modo. Viveva per gli altri. Non si meritava uno spettacolo del genere”. Lo “spettacolo” è il Parlamento italiano deserto, venerdì, mentre il governo lo informa sulla morte di Giovanni Lo Porto. Le parole sono di suo padre Vito. Sono passate 24 ore da quando ha visto la Camera vuota, non riesce ancora a crederci. “È come se quei signori avessero detto: ‘A noi non ce ne frega niente. È morto? Pazienza. Ne muoiono tanti’. Mi hanno fatto vergognare di essere italiano”.

 

Secondo il New York Times, Barack Obama sapeva già della morte di suo figlio, ma non ne avrebbe parlato con Matteo Renzi. Altri invece ipotizzano che l’avrebbero fatto. Lei ha avuto contatti con il presidente del Consiglio?

 

RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

Io con Renzi non c’ho mai parlato. Forse ha telefonato alla mia famiglia (Lo Porto e la moglie sono separati, ndr), ma non lo so. E a questo punto non mi interessa nemmeno. Non credo che Renzi avrà mai la sensibilità di chiamarmi, o venirmi a trovare a Pistoia. Però mi sembra impossibile che lui e Obama non sapessero che mio figlio fosse morto. Sono convinto che ne fossero a conoscenza entrambi e che abbiano deciso di fingere di non sapere, con un tacito accordo. Probabilmente hanno voluto prendere tempo.

 

Le cronache e le fotografie del loro incontro a Washington riportano ampi sorrisi e pacche sulle spalle. Crede davvero che potessero nascondere un’informazione del genere?

 

OBAMA E RENZIOBAMA E RENZI

I politici sono anche attori, sanno fare la loro parte. Sorridevano come due fratellini. È una mancanza di rispetto, ma non sono sorpreso. Renzi mi dà l’idea di un fanciullo, un bimbo un po’ viziato, che ama giocare. Spero davvero che non lo sapesse, non voglio credere che non riesca a rispettare una tragedia familiare. Ma ripeto: non ho mai avuto il piacere di parlare col signor Renzi. A questo punto non è importante. Quel che è fatto, è fatto: mio figlio non tornerà indietro. Spero solo che riportino a casa il suo corpo.

 

Giovanni è stato ucciso da un drone. I Servizi si sarebbero accorti del tragico errore solo quando hanno visto che venivano seppellite sei persone, mentre i terroristi dovevano essere quattro. Qualcuno le ha spiegato la dinamica dell’operazione che è costata la vita a suo figlio?

 

RENZI E OBAMA  RENZI E OBAMA

No. Siamo stati in contatto continuo con la Farnesina in questi anni. Sono sempre stati corretti. A dicembre ci hanno detto di stare tranquilli, che qualcosa si stava muovendo. Poi più nulla. Ora ci dicono che sarebbe morto a gennaio. Noi l’abbiamo saputo solo giovedì. Tutto qui. Non so nient’altro su quello che è successo. Solo che mi sembra impossibile che l’uomo più potente del mondo non ne fosse a conoscenza. E che non ne abbia parlato con il nostro presidente del Consiglio.

 

Sul corpo di Giovanni invece le hanno fatto sapere qualcosa?

 

Nulla. Pare che l’abbiano riconosciuto attraverso il dna. Quindi dovranno pur avere qualcosa di suo. Per il resto, ripeto, io non so niente. Ho solo domande. Come hanno ottenuto questo dna? Cosa rimane di mio figlio? Hanno il suo corpo? Il presidente degli Stati Uniti si è impegnato solennemente a far tornare la sua salma in Italia. Io gli chiedo solo questo, non voglio altro. Abbiamo ascoltato le sue scuse, le accettiamo. Ora ci restituiscano il suo corpo. Non vogliamo soldi, risarcimenti o altro. Facciano tornare Giancarlo. In ogni modo, anche a pezzi. Voglio solo piangere su quello che rimane di mio figlio.

 

RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

3. IL NYT ATTACCA: “DUBBIA LEGALITÀ”

da “Il Fatto Quotidiano”

 

IL NEW YORK TIMES attacca la Casa Bianca e chiede un resoconto dettagliato sul numero di civili uccisi con la campagna anti-terrorismo condotta con i droni. E lo fa con un editoriale che ripercorre la storia delle attività militari che impegnano i velivoli senza pilota sollevando significativi dubbi sulla loro legalità: “Per anni, l’amministrazione Obama ha mantenuto le informazioni sugli attacchi dei droni avvolte in un gran segreto sapendo che quelli che sono stati descritti come attacchi di precisione contro obiettivi terroristici hanno anche ucciso civili innocenti – si legge nell’esortazione firmata dal board editoriale –.

 

RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

Le morti di Warren Weinstein e del cooperante italiano Giovanni Lo Porto sono un inquietante promemoria delle involontarie conseguenze di un programma di esecuzione di dubbia legalità”. Il giornale invita quindi l'amministrazione Obama a chiarire nei dettagli l’in cidente che ha causato la morte dei due ostaggi, per “creare un dibattito informato sui meriti del programma droni e su come è condotto”. In molti, infatti, suggeriscono l’istituzione di una corte speciale, incaricata di vigilare sullle attività dei droni, composta da giudici federali e giudici della Corte d’Appello: a loro dovrebbe andare il compito di verificare che ci siano i presupposti sufficienti per autorizzare un attacco. Per evitare la morte di vittime innocenti.