LA CAVALCATA DELLE VALCHIRIE - LE FEMMINISTE TEDESCHE SBRANANO IL PRESIDENTE GAUCK PER AVER SDRAMMATIZZATO LE AVANCES DI UN POLITICO A UNA GIORNALISTA - IL CASO DEL LIBERALE BRUEDERLE CHE TACCHINA LA REPORTER AVEVA SOLLEVATO UN’ONDATA DI INDIGNAZIONE CHE ADESSO È TORNATA CON L’AFFERMAZIONE DI GAUCK: “GLI UOMINI TEDESCHI NON SONO MOSTRI” - MA IL GOVERNO DELLA MERKEL SI BATTE CONTRO LE QUOTE ROSA...

Paolo Lepri per il "Corriere della Sera"

Le streghe son tornate, come diceva uno slogan storico del movimento femminista. Sì, le promotrici dell'iniziativa contro il sessismo in Germania, di quella imprevedibile ondata di protesta che poche settimane fa aveva fatto discutere un intero Paese, hanno alzato nuovamente la voce. E questa volta puntano molto in alto, perché il loro obiettivo è addirittura il presidente federale.

Rispondendo ad una domanda sulla rivolta dilagata nei social media dopo che una giornalista di Stern aveva accusato il capogruppo liberale Rainer Brüderle di averle rivolto frasi inappropriate e avances insistenti, Gauck ha parlato in un colloquio con Der Spiegel di «furia della virtù». In Germania, è stato il suo ragionamento, gli uomini non sono quei mostri che vengono descritti.

«Siamo stupite e scosse», gli hanno scritto in una lettera aperta le ideatrici della rivolta su Internet che prese le mosse dalla vicenda Brüderle, Nicole von Horst e Anne Wizorek. Insieme a loro altre cinque esponenti del nuovo femminismo tedesco. In un secondo tempo si sono aggiunte centinaia di firme, tra cui quelle di dirigenti della Spd (tra cui Elke Ferner, vice capogruppo in Parlamento), dei Verdi, del Partito dei Pirati. «Nelle sue parole, signor presidente, manca la sensibilità e il rispetto per le donne che sono state vittime del sessismo», continua la lettera.

Nel giro di poche ore su Twitter ha rifatto la sua comparsa l'hashtag «Aufschrei» (Grido), affiancato da un secondo creato appositamente per dire la propria opinione sulle parole di Gauck. Ma c'è anche chi prende le difese del presidente.

Nicole, Anne e le altre hanno sostenuto che il linguaggio scelto dall'ex leader dei diritti umani nella Ddr «ridicolizza la rabbia delle donne» che hanno subito esperienze traumatizzanti e poi trovato il coraggio di renderle pubbliche. Con un riferimento alla tragedia di Gotthold Ephraim Lessing Emilia Galotti, rappresentata per la prima volta nel 1772 (in cui la protagonista si fa uccidere dal padre per essere salvata dai desideri del tiranno), nella lettera si sottolinea inoltre che la parola «virtù» appartiene ad un'epoca lontana. E «furia» si ricollega al solito luogo comune dell'isteria femminile.

Ma non si è trattato di una polemica accademica. Tutt'altro. Infatti è stato costretto ad intervenire anche il portavoce dello Schloss Bellevue, il Quirinale tedesco: «Il presidente si riferiva soltanto ad un aspetto del dibattito mediatico ed è cosciente del problema del sessismo nella società».

Che il problema esista, lo sa bene anche il ministro della Famiglia, la «post-femminista» Kristina Schröder. Tanto è vero che la pupilla della cancelliera ha annunciato proprio ieri la creazione di un numero telefonico di emergenza a cui possono rivolgersi le donne che abbiano la necessità di chiedere aiuto o di denunciare maltrattamenti, minacce, comportamenti violenti di parte degli uomini. Molto vicina ad Angela Merkel, Kristina Schröder è invece una delle avversarie delle «quote rosa» obbligatorie, che sono un altro dei nodi da sciogliere nel dibattito in Germania sul ruolo femminile nella società e nel mondo del lavoro.

Dopo aver chiesto alle ditte tedesche di applicarle in modo «volontario», il governo si sta adesso muovendo per bloccare il progetto della commissaria europea Viviane Reding di imporre nelle aziende quotate in borsa dei Paesi dell'Ue la presenza di un quaranta per cento di manager donne.

«La Germania non solo non accetterà la direttiva, ma lavorerà attivamente contro di essa», ha dichiarato il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, liberale. Più chiari di così non si può. E infatti al ministro del Lavoro Ursula von der Leyen, cristiano-democratica come la cancelliera e la Schröder, è stato chiesto di tacere. A lei e all'opposizione le quote invece piacciono.

 

JOACHIM GAUCK CON LA FIDANZATA DANIELA SCHADT JOACHIM GAUCK CON LA FIDANZATA DANIELA SCHADT JOACHIM GAUCK Rainer Bruederle Rainer Bruederle e la reporter di Stern Laura Himmelreich r rainer bruederle angela merkel