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C’ERA UNA VOLTA IL CENTRODESTRA - SCONFITTO IN TUTTE LE GRANDI CITTA', IL VOTO DI IERI DIMOSTRA CHE GLI ELETTORI DI FORZA ITALIA NON HANNO PROBLEMI A VOTARE IL M5S AI BALLOTTAGGI: SEMPRE MEGLIO CHE RENZI - SALVINI NON GOVERNA IL DOPO-BANANA. RIUSCIRA' PARISI A FARE IL MIRACOLO DI INCOLLARE I COCCI?

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SALA PARISISALA PARISI

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera

 

Il fatto che gli elettori di centrodestra abbiano votato al ballottaggio per i candidati cinquestelle rappresenta forse per Berlusconi la sconfitta più cocente, e non solo perché il Cavaliere ha sempre considerato il movimento grillino un «pericolo fascista», ma perché la sua linea si contrapponeva a quella di Salvini, sostenitore di un processo di osmosi nelle urne con il Movimento.

 

SALVINI MELONI BERLUSCONISALVINI MELONI BERLUSCONI

È la vittoria in prospettiva di un progetto populista in netta controtendenza rispetto al disegno moderato del fondatore di Forza Italia. È un vento nuovo che rischia di scardinare anche i precari equilibri di una coalizione profondamente lacerata e che a Milano non è stata «ricambiata» dai grillini nella partita di Parisi contro il democratico Sala.

 

Certo la sconfitta di Renzi a Roma e Torino è talmente eclatante da porre in ombra il tema della leadership berlusconiana ormai al tramonto. Nell' ultimo anno il centrodestra ha imboccato la stessa scorciatoia usata per vent' anni dal centrosinistra, che per nascondere l' assenza di identità collettiva e le divergenze di programma aveva adottato l' anti-berlusconismo come unica forma di collante.

 

BERLUSCONI E SALVINIBERLUSCONI E SALVINI

Così l' anti-renzismo non solo è stato lo strumento dietro il quale ciò che resta del centrodestra ha tentato di proteggersi, ma è diventato la scommessa su cui puntare tutto nella speranza di riscattarsi e di tornare a vincere: le Amministrative e il referendum costituzionale sono gli ultimi due giri di roulette, proiezione delle ambizioni di una coalizione fin qui divisa e rissosa, che ha perso il suo baricentro e il suo mattatore.

 

Su Milano si erano costruite le maggiori aspettative. Milano era l' oasi dove immaginare di ricostruire la coalizione per puntare di nuovo su Roma, ma poteva anche rivelarsi un miraggio che trasformava le illusioni in sabbia. Milano è comunque stato il laboratorio del centrodestra, come pure del centrosinistra.

 

Marine Le Pen Matteo Salvini Geert Wilders Harald Vilimsky foto Lapresse Marine Le Pen Matteo Salvini Geert Wilders Harald Vilimsky foto Lapresse

In un sistema politico ormai tripolare, infatti, hanno resistito due aggregati per quanto fragili: l' arcipelago all' estremo del Pd e l' area moderata, che pure con il Pd governa e che però è una costola del vecchio Pdl. Per conquistare la capitale lombarda, Sala - candidato renziano - aveva dovuto recuperare la sinistra, mentre Parisi - candidato berlusconiano - aveva dovuto recuperare Ncd.

 

Il gioco è stato questo: riportare tutti dentro l' antico perimetro del bipolarismo. E non c' è dubbio che se - nella sfida a tre - il centrodestra vuole tornare a vincere, ha un' unica formula a disposizione. Serve una federazione, prima ancora che un nuovo federatore. E servono anche (anzi soprattutto) una visione nuova e nuove parole d' ordine.

 

Brunetta Salvini foto Lapresse Brunetta Salvini foto Lapresse

Perché gli slogan usati per vent' anni dal Cavaliere sono stati depredati in due anni dal leader del Pd: dall' articolo 18 al Jobs act, dalle norme sulla responsabilità civile dei magistrati all' abolizione dell' Imu. E se è vero che Renzi non è comunque riuscito ad attrarre l' elettorato moderato al suo progetto, è altrettanto vero però che l' anti-renzismo non è servito al centrodestra per recuperare - a livello nazionale - l' elettorato moderato dall' astensionismo.

 

L' approccio di Parisi alla sfida di Milano in ogni caso ha innescato un processo virtuoso, come se si fosse d' incanto ritrovata la formula giusta: l' unità della coalizione, un programma credibile, un candidato sindaco moderato scelto e sostenuto dal fondatore dell' alleanza, cioè Berlusconi.

salvini (d), con silvio berlusconi e giorgia meloni sul palco allestito in piazza maggiore a bologna 77salvini (d), con silvio berlusconi e giorgia meloni sul palco allestito in piazza maggiore a bologna 77

 

Ma il risultato è ugualmente negativo, perché per la prima volta nella sua storia il centrodestra non governa nessuna delle grandi città italiane e poi perché c' è ancora il rischio che l' oasi si riveli alla fine un miraggio. Per vari motivi. Non solo i numeri dell' alleanza nel capoluogo lombardo sono nettamente sopra il par rispetto al resto del Paese.

 

In più a Milano - città dal profilo e dal tenore di vita nordeuropeo - non hanno fatte presa le istanze ribelliste dei cinquestelle. Milano però non è l' Italia, soprattutto non è il Sud d' Italia . E poi Milano non è la formula che Salvini intende proporre su scala nazionale. Quel «centrodestra unito» che, guarda caso, è da sempre lo slogan di Berlusconi ed è stato anche uno dei logo che ha depositato, per usarlo - se del caso - alle prossime elezioni politiche.

 

 salvini (d), con silvio berlusconi  d salvini (d), con silvio berlusconi d

Proprio il tramonto di Berlusconi all' alba del grillismo, ha fatto sì che nell' area un tempo dominata dal Cavaliere si alzassero gli steccati tra i partiti della vecchia alleanza. Per quanto si tenti di derubricare il problema anche dentro Forza Italia, il muro che la divide dalla Lega è simile al muro che divide i Popolari dai Lepenisti in Europa.

 

E sebbene il capo del Carroccio non sia riuscito nell' opera di sfondamento elettorale alle Amministrative, perdendo una roccaforte come Varese e fallendo lo sbarco nel Centro-Sud, non vuole cedere il primato della coalizione ai moderati. Mira piuttosto ad aggregarli sotto le sue insegne. Così il vento nuovo, quel fronte populista che si para all' orizzonte, potrebbe anche spazzare Renzi ma consegnerebbe l' Italia al grillismo, non al centrodestra. Che subirebbe una sconfitta nella sconfitta .