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KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP…
1. USA 2016: CARSON SCAVALCA TRUMP, È NUOVO FRONTRUNNER
(ANSA) - Svolta sul fronte dei candidati repubblicani alla Casa Bianca: per la prima volta da quando è iniziata la campagna elettorale in vista delle primarie l'ex chirurgo Ben Carson ha superato Donald Trump nei sondaggi a livello nazionale. Secondo l'ultimo sondaggio Nyt/Cbs Carson raccoglie il 26% delle preferenze, Trump il 22%. Bush e' fermo al 7%.
Il sorpasso era nell'aria, dopo che molti sondaggi davano gia' in testa Carson in stati clou come l'Iowa, li' dove partiranno le primarie il prossimo primo febbraio. Dietro la coppia Carson-Trump staccati tutti gli altri candidati. Al terzo posto figura il senatore della Florida, Marco Rubio, con l'8% delle preferenze, un po' meglio di Jeb Bush e dell'ex amministratore delegato di Hp, Carly Fiorina, entrambe al 7%. Appena il 4% delle preferenze, infine, per il sentatore del Kentucky Rand Paul, per l'esponente dei Tea Party Ted Cruz e per le'x governatore dell'Arkansas Mike Huckabee.
2. USA 2016, CARSON CONTRO L'ABORTO: POSSIBILE SOLO SE LA MADRE È A RISCHIO
L'ex neurochirurgo Ben Carson, tra i principali candidati alla nomination repubblicana per le prossime elezioni presidenziali statunitensi, vorrebbe rendere l'aborto nuovamente illegale in tutti gli Stati Uniti, con un'unica eccezione.
"Sono una persona ragionevole e se qualcuno viene da me con una spiegazione ragionevole del motivo per cui vorrebbe uccidere un bambino, lo ascolto" ha detto Carson, intervistato durante il programma 'Meet the Press' sulla Nbc. Il candidato repubblicano ha detto di essere contrario all'aborto anche in caso di stupro o incesto e di essere possibilista solo nel caso in cui fosse in pericolo la vita della madre. "Si tratta di una situazione straordinariamente rara, ma se dovesse succedere se ne potrebbe discutere" ha detto. L'aborto è legale negli Stati Uniti dalla sentenza della Corte Suprema sul caso 'Roe contro Wade' del 1973.
Pur essendo un candidato conosciuto per i suoi toni pacati, soprattutto rispetto ad alcuni avversari, diverse sue affermazioni hanno creato polemica negli ultimi mesi. Per esempio, ha detto che essere omosessuali è una scelta, perché le persone "vanno in prigione da eterosessuali e quando escono sono gay"; nello stesso programma della Nbc, aveva in passato dichiarato di non essere favorevole a un presidente musulmano; dopo la sparatoria in un college dell'Oregon e la morte di nove studenti (oltre all'assassino), ha attaccato le norme per il controllo delle armi, affermando che, se armati, gli ebrei avrebbero potuto fermare Adolf Hitler.
La sua candidatura alla Casa Bianca è comunque sempre più apprezzata dagli elettori repubblicani: l'ultimo sondaggio di Des Moines Register/Bloomberg, pubblicato venerdì, mostra che Carson è in testa in Iowa, il primo Stato a votare tra tre mesi, con nove punti di vantaggio su Donald Trump; giovedì, da un sondaggio della Quinnipiac University emergeva un vantaggio invece di otto punti percentuali.
3. BUSH IN DIFFICOLTÀ, CARSON SUPERA TRUMP IN IOWA: GOP NEL CAOS A TRE MESI DALLE PRIMARIE
Patrizio Cairoli per www.america24.com
Jeb Bush, in difficoltà, ha ridotto le spese per la campagna elettorale. Donald Trump ha perso il comando nei sondaggi in Iowa, il primo Stato a votare. Ben Carson sale nel gradimento di donne e conservatori sociali. Mentre Hillary Clinton emerge ormai come candidata senza rivali per la nomination democratica in vista delle prossime elezioni presidenziali statunitensi, il partito repubblicano è alla ricerca di un centro di gravità politico.
A sottolinearlo è il New York Times, a conclusione di una settimana significativa in vista delle prossime presidenziali, sia per la rinuncia di Joe Biden alla candidatura e l'abbandono di Jim Webb e Lincoln Chafee tra i democratici, sia per la convincente deposizione di Clinton davanti alla commissione della Camera sugli attentati di Bengasi, che a molti appare ormai come un chiaro strumento politico dei repubblicani contro l'avversaria per la Casa Bianca.
Jeb Bush era entrato prepotentemente in campagna elettorale, ma ben presto i suoi toni moderati e da politico di lunga data si sono scontrati con l'anima populista e anti-establishment dell'elettorato, cavalcata da Trump e Carson, due personalità estranee alla politica che vogliono entrare alla Casa Bianca; questa spinta non è però presente solo tra la gente, visto che la corrente ultraconservatrice alla Camera ha costretto lo speaker John Boehner alle dimissioni e ha bocciato l'elezione di Kevin McCarthy al suo posto.
La realtà, fatta di sondaggi tutt'altro che brillanti e pochi finanziamenti raccolti, ha convinto l'ex governatore della Florida a tagliare drasticamente i costi e a concentrarsi sui primi Stati che voteranno alle primarie repubblicane. I dati, in questo senso, sono impietosi: nell'ultimo trimestre, il suo comitato ha raccolto solo 13,4 milioni di dollari, mentre Ben Carson, primo tra i repubblicani, ne ha raccolti 20,8 milioni e Hillary Clinton, prima in assoluto, 29,5 milioni.
Nella media dei sondaggi di Real Clear Politics, Bush è quinto tra i repubblicani con il 7,2% delle intenzioni di voto, dietro a Donald Trump (27,2%), Ben Carson (21,4%), Marco Rubio (9,2%) e Ted Cruz (7,8%); negli ultimi due sondaggi per i caucus dell'Iowa, è quinto con il 5% delle intenzioni di voto, che premiano Carson (28%).
Proprio Carson è il candidato repubblicano del momento, capace di superare Trump, in testa per mesi, nei sondaggi in Iowa, a tre mesi dal voto. L'impressione, a questo punto della campagna, è che si stia delineando una battaglia Stato per Stato per la nomination repubblicana, che potrebbe alla lunga indebolire il partito, opposto invece a un fronte democratico piuttosto compatto.
marco rubio con jeb bush e mitt romney
In Iowa, dove i caucus del 2012 e 2008 hanno premiato due cristiani conservatori come Rick Santorum e Mike Huckabee, la competizione sarà tra Trump, Carson e il senatore Ted Cruz, molto apprezzato dagli evangelici. Il vincitore si posizionerà subito come candidato favorito negli altri Stati dello stesso blocco conservatore.
Mentre Bush annunciava il taglio dello staff e degli stipendi, Trump prendeva di mira i super Pac, i comitati di azione politica che possono raccogliere fondi illimitati a sostegno indiretto di un candidato, che finora hanno premiato soprattutto l'ex governatore della Florida.
"Mi autofinanzio la campagna e perciò non voglio essere controllato dai donatori, da interessi particolari e dai lobbisti che hanno corrotto la nostra politica e i nostri politici per troppo tempo" ha detto il miliardario, che ha invitato i super Pac che lo sostengono a restituire i soldi ricevuti. La mossa è stata compiuta in seguito a un'inchiesta del Washington Post che ha svelato collegamenti molto diretti tra il manager della campagna elettorale di Trump, Corey Lewandowski, e un super Pac con sede in Colorado, 'Make America Great Again'.
Si avvicina, intanto, il terzo dei dodici dibattiti presidenziali in programma, incentrato sull'economia. Mercoledì, sarà la Cnbc a trasmetterlo, dall'Università di Colorado Boulder: dieci candidati parteciperanno all'evento principale, in programma in prima serata, mentre in quattro animeranno quello pomeridiano.
All'evento minore parteciperanno Rick Santorum, Bobby Jindal, George Pataki e Lindsey Graham, che hanno tutti ottenuto meno del 2,5% delle intenzioni di voto nella media dei sondaggi nazionali nelle ultime cinque settimane; si tratta di candidati che finora hanno sempre partecipato al dibattito pomeridiano.
bernie sanders hillary clinton
All'evento principale, come per l'ultimo dibattito in California, il 16 settembre, parteciperanno Donald Trump, Ben Carson, Marco Rubio, Jeb Bush, Carly Fiorina - l'unica 'promossa' dopo il primo dibattito tra i candidati minori - Ted Cruz, Mike Huckabee, Chris Christie, John Kasich e Rand Paul; mancherà, rispetto a quel dibattito, Scott Walker, che ha ritirato la candidatura. Escluso da entrambi i dibattiti, come l'ultima volta, Jim Gilmore, che non ha mai raggiunto l'1% delle intenzioni di voto nei sondaggi presi in considerazione.
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