FLASH! – MARIA ROSARIA BOCCIA CONTRO TUTTI: L’EX AMANTE DI GENNY-DELON QUERELA SANGIULIANO (GIÀ…
Mattia Feltri per la Stampa
La terribile storia romana, dei quattro ragazzi che per compiere una sfida da postare su YouTube hanno travolto una Smart e ucciso un bambino di cinque anni, ha scosso tutti, anche Carlo Calenda, che si è prodotto in una proposta suggestiva ma temo irrealizzabile: stabilire la responsabilità dei social per quanto pubblicano.
Ci ha già pensato l'Unione europea con la Legge sui servizi digitali – entrerà in vigore a gennaio – ma s'è dovuta limitare a riconoscere la responsabilità per i contenuti illegali o pericolosi non rimossi nonostante l'amministratore del social sapesse della loro esistenza. Praticamente una resa.
incidente mortale casal palocco 4
E questo perché ogni giorno su Instagram vengono pubblicati 95 milioni di post, su Facebook 1,7 milioni al minuto, su Twitter venti milioni all'ora. Chi può seriamente controllare una quantità simile di roba? YouTube poi è spaventoso: ogni minuto vengono caricate 500 ore di video, trentamila ogni ora; per guardare i video caricati in un solo giorno (720mila ore), a un controllore servirebbero ottantadue anni. Pretendere da YouTube la responsabilità di tutto quanto viene pubblicato, significa chiuderlo.
E chiudere i social significa chiudere Internet. Impossibile. Il problema è che continuiamo a considerare i social una proprietà privata, come un giornale, un ristorante o un cinema. E mi è chiaro che qualcuno ne è proprietario, ma poi vengono usati in autonomia da miliardi di persone. Disciplinarli con la vecchia regola del pubblico e del privato non funziona. Internet è un mondo nuovo (non più nuovissimo) e richiede idee nuove per leggi nuove. E purtroppo ancora non ce ne sono.
MATTIA FELTRI elena uccello la madre del bimbo morto nell incidente a casal palocco
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