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“SE TUTTO VA MALE CI VEDIAMO IN CARCERE”, E INFATTI LI HANNO ARRESTATI – A MILANO È STATA SCOPERTA UNA BANDA CRIMINALE INTERNAZIONALE CHE TRASFORMAVA I CONTANTI DEI NARCOS IN LINGOTTI D’ORO – LA LAVORAZIONE AVVENIVA NEGLI UFFICI DELLA “OROMNIA” E OGNI SETTIMANA ARRIVAVANO MILIONI DI EURO – IL TITOLARE DELL’ATTIVITÀ, MUSTAFA CAGDAS KILIC, 41 ANNI, COMMENTAVA COSÌ L’ARRESTO DI UN CORRIERE: “IDIOTA, PER TRE GIORNI È ATTERRATO CON LO STESSO AEREO NELLO STESSO POSTO…”
Estratto dell’articolo di Pierpaolo Lio per www.corriere.it
CONTANTI TRASFORMATI IN LINGOTTI D ORO
Di mezzo ci sono italiani, turchi, greci, tedeschi, iraniani. Il segnale in codice prima degli incontri era lo scambio in chat della foto di una banconota da 5 euro con un preciso numero seriale. «Se va tutto male, ci vediamo a Opera», scherzavano captati dagli investigatori.
Il sistema era complesso, con ramificazioni in tutt’Italia e in mezz’Europa. Il fulcro, a Milano, in centrissimo, a due passi dal Duomo. La Madonnina, da qua, non si vede, eppure svetta a neanche 300 metri in linea d’aria: via Mazzini, civico 20, uffici della «Oromnia», società di «produzione di metalli preziosi e semilavorati». Era questo lo snodo principale.
Il titolare, il turco Mustafa Cagdas Kilic, 41 anni, riceveva il contante rastrellato da corrieri stranieri un po’ ovunque (a Milano, come in Calabria e all’estero) «provento di attività delittuose in gran parte legate al narcotraffico», scrive nell’ordinanza il gip Anna Calabi. Qua arrivavano con cadenza settimanale uno o due milioni di euro a volta dentro a ingegnosi «imboschi» ricavati all’interno delle auto.
CONTANTI TRASFORMATI IN LINGOTTI D ORO
E poi, la «magia»: i pacchi plastificati di mazzette si «trasformavano» in oro. Lingotti, lamine, «sabbia», rigorosamente non «marchiati» — che gli investigatori sospettano ottenuti da preziosi «oggetto di furti e rapine» come indica anche il fatto che uno dei principali fornitori della materia prima è un italiano 60enne con precedenti per ricettazione — che poi gli spalloni trasportavano oltre confine, verso Germania e Turchia, via Svizzera. […]
È l’8 luglio 2020 e in centro Kilic e due uomini si scambiano i bagagli, poi si separano. I corrieri si dirigono al piccolo aeroporto di Bresso, da dove partono, borsa al seguito, con un aereo leggero. Copione identico il giorno dopo, quando però scatta il controllo: in un trolley si scoprono 16 chili d’oro. «Idiota, per tre giorni ha atterrato con lo stesso aereo allo stesso posto: il terzo giorno automaticamente li hanno presi», si lamenta Kilic.
Sempre lui, in un’altra occasione parla al cellulare da Cinisello Balsamo, dove è dovuto andare di persona dal «cliente» a recuperare il denaro: «Qua i soldi non sono pronti, stanno contando i mazzi». […]
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