DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
valdis dombrovskis paolo gentiloni
L’Italia ha fatto qualcosa, ma sul percorso di riforme molto resta ancora da fare. Il Paese «ha compiuto alcuni progressi» rispetto alla richieste di interventi contenute nelle raccomandazioni specifiche dell’Europa, rileva la Commissione UE nel rapporto che monitora proprio l’avanzamento delle correzioni delle criticità nazionali. Nell’ultimo anno i governi giallo-verde e giallo-rosso hanno fatto «benino». Progressi sostanziali nella lotta all’evasione, qualche passo avanti in politiche a sostegno dei giovani e gruppi vulnerabili, e poi nulla più. A conti fatti sono più le note negative che quelle positive per l’Italia, che resta dunque un sorvegliato speciale.
Gli Stati come quello italiano, sottolinea il vicepresidente esecutivo per l’Economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis, «devono continuare le riforme per permettere alla nostra economia di rispondere alle sfide del futuro, devono ridurre il debito, aumentare la produttività e fare i giusti investimenti».
Bene le politiche fiscali
giuseppe conte roberto gualtieri mes
L’esecutivo comunitario rileva «progressi sostanziali» nel contrasto all’evasione fiscale. Si plaude in particolare alle misure messe in atto contro la mancata fatturazione. Si sta perdendo la cattiva abitudine a non fare gli scontri «anche rafforzando l'uso obbligatorio dei pagamenti elettronici». Si accoglie anche con favore l’aver stabilito soglie legali più basse per i pagamenti in contanti. Tutte misure che hanno aiutato a migliorare la situazione.
Male le pensioni, «quota cento» non funziona
Ma l’Italia va male sulle pensioni. Qui non si rilevano progressi in alcun senso, e si contesta all’Italia di «non aver attuato in pieno le passate riforme» pensionistiche. Una sottolineatura che mette in risalto l’inefficacia della nuova riforma, quella nota come «quota cento» voluta fortemente dalla Lega. Le scelte ritenute non idonee a Bruxelles hanno fatto sì che non si sia creato spazio a favore della crescita sociale e della crescita in generale.
Servono più liberalizzazioni
Ancora, il mercato italiano resta ancora troppo chiuso. Servono liberalizzazioni, perché in Italia permangono ostacoli. «Nessun progresso» è stato fatto nell’ultimo anno per affrontare le restrizioni alla concorrenza, in particolare nel settore del commercio al dettaglio e nei servizi alle imprese. Un risultato, questo, frutto dell’assenza di azioni legislative per migliorare le cose.
Ancora troppo debito
Non è una novità. Il debito tricolore in rapporto al Pil è il secondo più alto d’Europa, sia che la si intenda Unione europea sia che la si intenda Eurozona. Ci sono ancora tre Paesi con squilibri eccessivi, e uno di questo è proprio l’Italia. A Bruxelles non nascondono che «restano preoccupazioni, in particolare per quei Paesi con elevato debito», perché questa situazione crea «situazioni di criticità». Più ancora si contesta il fatto che in Italia il rapporto debito/Pil «è ancora in aumento» nonostante le regole impongano di ridurre. Si guarda comunque con favore ai piani del governo, che si ritiene «stiano diventando più compatibili con la riduzione del debito».
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