volodymyr zelensky donald trump

CI SI PUÒ FIDARE DI QUELLA PAZZARIELLA DI TRUMP? - PER CONVINCERE ZELENSKY A CEDERE IL DONBASS, IL PRESIDENTE AMERICANO È PRONTO A IMPEGNARSI AD ASSICURARE LA DIFESA DELL’UCRAINA CON UN DISPOSITIVO SIMILE A QUELLO PREVISTO DALL’ARTICOLO 5 DELLA NATO: TUTTI GLI ALLEATI CORRONO IN AIUTO DI UN PARTNER AGGREDITO. MA LA PROMESSA È FUMOSA: KIEV CHIEDE MECCANISMI STRINGENTI DI INTERVENTO, ELIMINANDO INCERTEZZE E AMBIGUITÀ: LA CONTROFFENSIVA DEVE SCATTARE IMMEDIATAMENTE NEL CASO DI UN NUOVO ATTACCO RUSSO - PER QUESTO TRUMP SAREBBE PRONTO A FORMALIZZARE LE GARANZIE CON UN PROVVEDIMENTO VOTATO DAL CONGRESSO (E QUINDI LEGALMENTE VINCOLANTE)

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Estratto dell'articolo di Giuseppe Sarcina per www.corriere.it

 

VOLODYMYR ZELENSKY INCONTRA DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA - 17 OTTOBRE 2025 - FOTO LAPRESSE

Si riparte dalle garanzie di sicurezza, con la promessa della Casa Bianca di sottoscrivere un impegno legalmente vincolante per difendere l’Ucraina, in caso di aggressione. Il governo di Washington ha deciso di accogliere, sia pure in modo parziale, l’invito formulato nei giorni scorsi dal cancelliere tedesco Friedrich Merz.

 

Lunedì a Berlino non arriveranno Donald Trump e neanche il segretario di Stato, Marco Rubio. Il presidente americano invierà, invece, i due negoziatori di fiducia, il genero Jared Kushner e l’immobiliarista Steve Witkoff. 

 

Potrebbe essere il segnale che la trattativa sia vicina alla stretta finale. Ma l’esperienza degli ultimi mesi consiglia prudenza: ci sono ancora molti passaggi cruciali da definire. Inoltre, Mosca tiene alta la tensione. Da una parte con i massicci bombardamenti su Odessa, dall’altra con la dichiarazione di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo: «Il congelamento dei beni russi (deciso l’altro giorno dalla Ue, ndr) è un vero e proprio banale latrocinio. Le nostre azioni di ritorsione non tarderanno ad arrivare». 

DONALD TRUMP - VOLODYMYR ZELENSKY - CASA BIANCA, 17 OTTOBRE 2025 - FOTO LAPRESSE

 

Del resto anche Merz usa toni duri. Ieri ha paragonato l’invasione dell’Ucraina alla cessione dei Sudeti a Hitler nel 1938: «Come allora non sarà abbastanza e Putin non si fermerà».

 

A Berlino, Kushner e Witkoff troveranno ad attenderli, oltre a Merz, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il premier britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, Giorgia Meloni, il segretario della Nato Mark Rutte e altri leader. 

 

Anche domenica i contatti tra le due sponde dell’Atlantico saranno frenetici. Si sta cercando di collegare le due questioni principali: la cessione di territori da parte dell’Ucraina e i meccanismi di deterrenza per evitare future aggressioni russe.

 

trump zelensky casa bianca

La soluzione cerniera potrebbe essere la creazione di una «buffer zone», un cuscinetto demilitarizzato che dovrebbe interporsi tra i due schieramenti sul fronte.  Vladimir Putin insiste: gli ucraini devono cedere anche la quota restante del Donbass (circa il 14% della superficie totale) che ancora controllano. È una pretesa assurda, ma Trump pensa che gli ucraini non abbiano scelta, se vogliono chiudere adesso la guerra. Ed è esattamente questo il messaggio che Witkoff e Kushner porteranno a Berlino. [...]

 

volodymyr zelensky e donald trump a new york

Nello stesso tempo, però, Zelensky sta raddoppiando gli sforzi per ottenere garanzie di sicurezza credibili ed efficienti dagli Stati Uniti e dall’Europa. In questa fase domina la confusione, con mille voci, mille ipotesi che rimbalzano da una capitale all’altra. Uno degli schemi più quotati fa perno proprio sulla zona demilitarizzata.

 

L’idea è che l’esercito ucraino si ritiri, abbandonando tutto il distretto di Donetsk. Quell’area non verrebbe consegnata ai russi e Zelensky potrebbe sostenere di aver abbandonato le terre, non per regalarle a Putin, ma per creare una striscia disarmata, a beneficio della sicurezza ucraina. Anzi, nella visione della Casa Bianca, quella regione potrebbe diventare una «free economic zone».

volodymyr zelensky e donald trump alla casa bianca (in versione casamonica)

 

In realtà, non si capisce come possano fiorire i commerci e le attività economiche tra le macerie e in uno spazio chiuso da due eserciti in assetto da combattimento. È la prima obiezione che verrà sollevata domani dal team di Zelensky. La squadra diplomatica di Kiev, molto probabilmente, porrà altri due interrogativi. Primo: perché non fa un passo indietro anche l’armata putiniana? Secondo: chi controllerà sul campo che tutte le armi vengano ritirate?

 

Gli inviati americani dovrebbero confermare a Zelensky che Trump è pronto a impegnarsi ad assicurare la difesa dell’Ucraina con un dispositivo simile a quello previsto dall’articolo 5 della Nato: tutti gli alleati corrono in aiuto di un partner aggredito. È una promessa già fissata nel piano russo americano in 28 punti, pubblicato il 20 novembre scorso. Gli ucraini chiedono meccanismi stringenti di intervento, eliminando incertezze e ambiguità: la controffensiva deve scattare immediatamente nel caso di un nuovo attacco russo. 

 

vignetta volodymyr zelensky offerto a donald trump dai leader europei

Sabato il sito Axios ha scritto che l’amministrazione Trump sarebbe pronta a formalizzare queste garanzie con un provvedimento votato dal Congresso e quindi legalmente vincolante. [...]

LA MAPPA DELL UCRAINA MOSTATA DA DONALD TRUMP A ZELENSKY ALLA CASA BIANCA foto di gruppo vertice alla casa bianca con zelensky e i leader europei foto lapresseEMMANUEL MACRON E VOLODYMYR ZELENSKY OSSERVANO LA COLLEZIONE DI CAPPELLI DI TRUMP